lunedì 17 novembre 2025

Il senso del proprio luogo

 



L'antropologo Vito Teti sul tema dei luoghi, sul senso dei piccoli paesi abbandonati del Sud è una autorità, ha scritto numerosi libri su questi temi e fatto numerose conferenze in giro per l'Italia. Possiamo dire che il termine “restanza” lo abbia coniato lui. La restanza è divenuto un fenomeno sociale che riguarda chi ha deciso di rimanere a vivere nel proprio paese per il richiamo delle proprie radici e l'affetto per il proprio luogo. “ Partire e restare sono i due poli dell'umanità. Al diritto a migrare corrisponde il diritto a restare, edificando un altro senso dei luoghi e di se stessi. Restanza significa sentirsi ancorati e insieme spaesati in un luogo da proteggere e nel contempo da rigenerare radicalmente” Restanza e tornanza sono divenute per dirla con Vito Teti le due parole che meglio definiscono i termini della nuova Questione Meridionale. In Calabria nell'ultimo secolo molti paesi che erano stati abbandonati per calamità naturali, terremoti, frane e alluvioni sono stati ricostruiti lungo la costa jonica per fuggire ad un isolamento atavico, contadini che hanno dovuto abbandonare le proprie terre sono stati costretti ad emigrare per sottrarsi alla miseria e alla fame, una vera e propria diaspora di calabresi sparsi nei luoghi più disparati del mondo. Gli stessi, i germanesi come li chiamano coloro che sono rimasti, non vedono l'ora di ritornare, specialmente durante la festa del patrono o durante l'estate. Uno scrittore calabrese Carmine Abate ha scritto dei libri sull'argomento tra cui il bel romanzo La Festa del Ritorno. E' un tema molto caro per chi è stato costretto ad abbandonare la propria terra specialmente per motivi di lavoro. Ed ora in questi ultimi anni assistiamo ad un ritorno, non solo di vecchi e anziani che tornano per morire nella loro terra ma anche di tanti giovani che vogliono riscoprire le loro radici. Non mancano gli esempi in questi ultimi anni di giovani che ritornano nei loro paesi del Sud con voglia e passione di viversi il proprio luogo di origine. E' un fenomeno che fa ben sperare e che può essere un contrasto allo spopolamento dei piccoli paesi dell'interno.

Mattia è un giovane del sud che dopo essersi laureato in Agraria a Firenze sbarca a New York, per un anno di intership ai giardini di Long Island grazie all'università, si è mantenuto anche con vari lavoretti per integrare il piccolo reddito del tirocinio. Memore delle parole della nonna che gli aveva promesso un pezzo di terra qualora si fosse laureato, “questo pezzo di terra che mio padre coltivava a legumi e grano sarà tuo” decide di ritornare dopo un paio di anni, nel suo paese di origine sulla costa jonica. Ai suoi occhi quella parte di Calabria jonica acquista una visione diversa, “ non mi ero accorto di vivere in un paradiso”. Con i quattro ettari ereditati dalla nonna apre un'azienda agricola, corre il rischio di usare solo i semi, alcuni conservati dai vecchi del paese, “ semi di pomodoro portati da un soldato dopo la seconda guerra” senza uso di sostanze o sintesi chimiche, segue le linee guida della permacultura, dice” scelte legate alla terra, dove c'è roccia fico e pistacchio, dove c'è sabbia ortaggi e la vite, un terreno fertile dal punto di vista agricolo e mentale” Il prossimo passo sono gli oli essenziali poichè le sue terre sono piene di timo, rosmarino, elicriso e lentisco e la coltivazione delle rose. Con la sua compagna mongola ha costruito 5 yurte che ospitano le centinaia di viaggiatori e visitatori che passano da quelle parti durante tutto l'anno. Una yurta è adibita a sala prova perchè anche la musica è una componente essenziale in questo luogo in collina che dirada verso il mare dove il silenzio si combina con i suoni ambientali. La sua storia è anche in un docufilm presentato alla Mostra di Venezia, Un'altra Idea di Stare. La restanza muove dal desiderio di tornare a vivere dove si è nati, ma in modo non passivo e apatico, con consapevolezza e voglia di fare. Il restare ed il tornare è una condizione, uno stato dello spirito che appartiene al meridionale dalla fine dell'Ottocento, diventa storia e cultura, le persone ritornano se vedono opportunità di vita, di socialità e di lavoro mosse dall'amore per la propria terra. Malinconia e nostalgia sono la poetica del desiderio di riappropriarsi dei propri luoghi e di rigenerarsi con essi. I luoghi abbandonati non muiono mai, diventano poesia nella memoria di chi è costretto ad andare via. Si parla spesso di spopolamento, di fuga dei cervelli, dei tanti giovani costretti ad andare via e dei paesi vuoti, è tempo che le istituzioni si interroghino su questo fenomeno e che pensino e realizzino misure e strumenti che concretamente possano generare opportunità nelle aree ad alto potenziale inespresso come sono i nostri piccoli paesi e i nostri borghi, per proporre e costruire un nuovo modello di sviluppo economico che induca giovani, professionisti ed imprenditori a tornare ed investire nella loro terra. Alla Camera dei Deputati politici calabresi dei vari schieramenti hanno presentato una proposta di legge sulla tornanza, sarebbe cosa buona che tutte le regioni del sud affrontassero in comune questo fenomeno.

La Fondazione Con il Sud lancia un progetto, un bando “ Riabitare il Sud” che si rivolge ai piccoli comuni e organizzazioni del terzo settore di Basilicata, Calabria, Puglia. Sardegna e Sicilia mettendo a disposizione 8 milioni di euro per sostenere almeno 4 territori in cui avviare interventi di sviluppo locale. E' una goccia in un oceano ma intanto qualcosa si muove ed il problema arriva alla ribalta nazionale. Contrastare lo spopolamento e l'isolamento dei territori del Sud per favorire attraverso interventi e misure percorsi di sviluppo economico, sociale e culturale è la priorità per chi resta. Dal 2001 al 2023 il Mezzogiorno ha perduto 730 mila residenti, non possiamo rimanere indifferenti di fronte a questa deriva demografica. La parola d'ordine deve essere: rigenerazione demografica.

Pubblicato su Affiches, numero di maggio 2025