mercoledì 31 agosto 2011

( C'è voluta la notte )



Memories Empire

Le cose trattate con genericità per il mio essere inconsapevole prima e per paura di affrontarle poi si rivelano prepotentemente, avviluppando l’anima in una nebulosa di dolore di cui non si riesce ad intravederne il confine.
La luce turba e deborda in riflessi mettendo in fuga le ombre nere e l’orda selvaggia dell’infanzia.
1° quadro - Del tornare in un luogo e cercare nei ricordi di chi ci ha preceduto.
Satellite in viaggio nel tempo alle prese con storie dolenti. Mi sento nessuno e so di esistere solo guardando la mia interiorità che inaridisce.
2° quadro - Della convinzione malsana di poter capire le complessità della vita e di dominarla. Del desiderio di darle un senso e di questo inganno che ci porta alla follia e alla morte.
L’atmosfera del paese agisce sugli elementi instabili della mia personalità, mi rifugio in una sorta di identificazione con ciò che mi circonda. Guardavo fuori dalla finestra, era tutto bianco. 
 
3° quadro - Dell’avvertire ciò che può avere un senso ed un significato come un raccontare in modo conveniente l’ambiguità della realtà.
Amore chiuso, dissolto in una implosione.
Mi fermo, sospiro e chiudo gli occhi, in quel momento ricordo. Come animali d’istinto in situazioni inaspettate.
4° quadro - Dell’impossibilità di capire se si conta per qualcuno.
In fondo alla strada che attraversa il paese, c’era una casa antica, le giornate avevano il profumo che il vento, a seconda delle stagioni, portava dai campi e la vita era semplice.
Mi sento svenire. C’è voluta la notte.

domenica 14 agosto 2011

Le belle estati

Foto di ML


Anastasia ha detto che la mia è stata un’apparizione, in quanto lei non sapeva nulla della mia esistenza, fino a quando non mi sono presentato un mattino assolato di maggio alla porta della casa di sua madre. Mia cugina. Apparentemente non c’è una causa precisa per questa mia apparizione dopo venti anni, tranne che a gennaio passato era morto mio padre. Zio della mia cugina. Apparentemente anche questa non è una ragione valida. In questo paese che domina la valle del Neto non ci sono nato, ma le mie ossa vengono dalla rupe su cui questo paese è stato edificato. Delle serre, delle colline e delle vigne circostanti è impastata la mia carne. Ma nonostante tutto ogni volta che ci ritorno mi chiedo: “ ma che ci faccio qui?”.
Ma che ci faccio qui? In questo paese ho ballato il tempo delle estati, una decina di giri della bella stagione, a casa dei nonni, in giro per terre e sentieri con Martino. Dopo tanti anni, è tutto cambiato, il paese è sempre lo stesso ma sono cambiate le dimensioni, ora si rivelano più piccole e alla gente devo spiegare a chi appartengo. I nonni sono morti e Martino vive e lavora a Roma, di coloro con cui andavo in giro non c’è rimasto nessuno. La casa dei nonni era antica e molto grande, costruita su uno scoglio, scavandolo erano stati ricavati anche la cantina, con botti enormi, e dei magazzini per il grano. Alla loro morte, gli eredi che se la disputavano erano tanti, per cui si è deciso di venderla. Il carabiniere che l’ha acquistata ha chiamato le ruspe e l’ha rasa al suolo, livellandola alla base della strada. Non c’è traccia neanche dello scoglio.
Non passo più per quella strada, il fastidio è tanto nel non vedere neanche le rovine di quella casa che mi avrebbero restituito qualcosa delle belle estati. Al suo posto c’è una casa anonima, pretenziosa e con tutti i confort, ma che non dice niente a nessuno.
Sopravvissuto alle belle estati, ogni volta che ritorno, ripercorro le strade del paese per non perdere di vista e non dimenticare le spensierate belle stagioni di una volta, ma ciò nonostante continuo a ripetermi:” Che ci faccio qui?”

venerdì 5 agosto 2011

Live in Archiaro: Phill Niblock & Katherine Liberovskaya

















Ad Archiaro la magia è cosa che riguarda l'umano, il miracolo si ripete ed il rito si perpetua nell'armonia che regna. Archiaro vive grazie all'amore, alla passione e all'essenziale sogno di Tommaso Cosco e Fernanda & family, sostenuti da quanti almeno una volta sono stati in questo luogo liberato sulle pendici della Sila.
Il guru della musica avant-garde contemporanea Phill Niblock, creatore di Experimental Intermediacon l'artista visuale Katherine Liberovskaya, il 30 luglio, hanno dato luogo ad una delle performance più emozionanti che ci è capitato di ascoltare e vedere. Bisognerebbe inventare un nuovo linguaggio per spiegare le sensazioni, gli umori e le emozioni che tale situazione ha saputo generare. Per la gioia dei privilegiati che sono accorsi una installazione di Katherine Liberonskaya nella stanza degli attrezzi ed una proiezione di foto macro e video di Phill Niblock hanno aperto e chiuso la splendida performance live dei due artisti. Un unicum splendidamente targato Live in Archiaro.

martedì 2 agosto 2011

enfants perdus: velma


Foto di ML

Dio, com'è tutto oscuro qui e silente/ Non v'è oltre me chi viva in questo vuoto...
( Fidelio di Beethoven )