domenica 31 dicembre 2023

Eyeless in Gaza

 

“ Dove sono i bambini che non hanno l'albero di Natale, con la neve d'argento, i lumini e i frutti di cioccolata?” si chiedeva Gianni Rodari in una bella poesia sul Natale. Sappiamo cosa rispondere ed il pensiero va subito ai bambini di Gaza, bombardati, smembrati, maciullati, amputati dalle bombe dell'Erode israeliano. E non dimentichiamo i bambini sotto le bombe a Kiev ed in Russia ed in tante piccole guerre senza nome sparse negli angoli più sperduti del Pianeta Terra. E la mente corre anche a Indi, la piccola inglese, condannata a morte da una disposizione governativa del parruccone britannico Mr Justice. Tra poco è Natale e l'Occidente si appresta a festeggiarlo, nelle case, in famiglia, intorno a tavole imbandite con cibi prelibati e doni. I bambini elettrizzati non vedono l'ora di scartare i pacchi regalo che Babbo Natale ha portato loro. Al di là del significato religioso, il Natale è la festa dei bambini. Abbiamo tutti cantato almeno una volta “Tu scendi dalle stelle” o ascoltato dalla splendida voce di Bing Crosby Bianco Natale. Per noi del Sud poi il Natale acquista un significato particolare rappresentato dal simbolo per eccellenza: il Presepe o il Presepio. Come non commuoversi davanti a “Natale in casa Cupiello, dove Eduardo chiude con quella frase diventata cult “ Te piace 'o presepio?”. Per noi italiani il Natale rappresenta la festa, siamo stati tutti bambini, le vacanze di Natale a scuola erano abbastanza lunghe così che si poteva stare fuori a giocare nel vicinato e se nevicava era ancora meglio, inoltre c'erano i doni, giocattoli e quant'altro che portava la Befana. Ora invece c'è Babbo Natale, l'agiografia fa risalire la sua origine a San Nicola di Bari, protettore dei bambini, vescovo di Myra, un porto importante nella penisola anatolica sulla rotta tra Italia meridionale, Palestina e Egitto. Nel 1690 il nostro vescovo, sotto il nome di Santa Claus, regala doni ai bimbi buoni di Manhattan. Lo ritroviamo dopo 3 secoli quando una multinazionale, la Coca Cola, si appropria di questo testimonial così popolare, lo spoglia dei paramenti vescovili per rivestirlo con i colori del suo marchio. Bonaccione, allegro ed ingrassato, questa versione spersonalizzata di San Nicola invade il mondo intero diventando il simbolo del consumismo natalizio. Santa Claus quest'anno non riceverà lettere dai bambini di Gaza, non ne hanno il tempo ed il desiderio è stato negato dal bisogno di sopravvivere impegnati come sono a ripararsi dalle bombe che li fa a pezzi, bombe americane come la Coca Cola, bombe che pesano tonnellate e che non esplodono al primo impatto ma che vanno giù fino alle fondamenta dei palazzi, dove si pensa che si nasconda Hamas per poi esplodere e far venire giù tutto il palazzo, a questo punto arrivano i tank israeliani e dietro di loro potenti bulldozer che spianano le macerie così da creare una vasta radura che non può più essere abitata. Perché il progetto è mandare via i Palestinesi dalla Striscia di Gaza, una regione costiera dove vivono 2 milioni e mezzo di persone su una superficie di 360 km quadrati, non farli tornare più e destinare questa terra allo sviluppo di un turismo di lusso con resort e alberghi a 5 stelle per i ricconi. Erode Nethaniau per far vedere quant'è bravo, quant'è umano lei direbbe Fantozzi, ha disposto dei corridoi umanitari per la deportazione dei Palestinesi dalla Striscia, destinazione il Sud, il deserto, l'Egitto. Dopo duemila anni la storia si ripete, la fuga dei Palestinesi in Egitto. Come si fa a dare credito a questo palinsesto imposto dove l'Occidente ottuso non percepisce la gravità degli avvenimenti quando da un mese ogni dieci minuti viene ucciso un bambino? Oltre 10.000 vittime civili palestinesi accertate. I numeri sono spaventosi: si parla di più di 3.450 bambini uccisi ( fonte Unicef Italia ); il numero aumenta in modo sconcertante ogni giorno. La strage degli Innocenti. Assistiamo impotenti al genocidio di un popolo dove i bambini sono le vittime predestinate perché crescendo potranno diventare potenziali terroristi, Israele si sta suicidando e non lo capisce, ha scavato un fossato intorno a sé che sarà difficile colmare, non avranno mai pace perché chi ha visto morire un congiunto, chi vive sotto le bombe ed ha visto crollare la propria abitazione è molto probabile che se ne avrà l'occasione imbraccerà un fucile.

Eyeless in Gaza, senza occhi a Gaza, è il titolo di una tragedia di John Milton, pubblicata nel 1671, sugli ultimi giorni di vita di Sansone, il titolo è stato poi ripreso da Aldous Huxley per una sua novella e da Martyn Bates , musicista inglese come nome della sua band. Nonostante le accuse ad Israele da parte del portoghese Antonio Guterres, segretario generale dell'ONU, di avere trasformato l'enclave palestinese in un cimitero di bambini il mondo preferisce non guardare a Gaza dove per la narrazione corrente da rifugio al terrorismo internazionale per cui tutti i palestinesi sono terroristi, il mondo si è girato di spalle e si è tappato le orecchie per non sentire le grida disperate dei bambini di Gaza che non festeggeranno il Natale, non allestiranno presepi o alberi di Natale, non avranno dolci e cioccolata, non giocheranno più neanche con i loro palloni di stracci a rincorrersi nella polvere, a Gaza terra dei Filistei che accecarono Sansone anche il vento è cieco. A Gaza manca di tutto, il pericolo non sono solo le bombe ma anche le malattie per l'assenza di cibo, acqua e medicine. Le immagini ed i filmati che testimoniano questo orrore vengono bloccati sistematicamente dal mainstream e dai social. Se la gente potesse vedere veramente quello che sta succedendo avremmo per la prima volta, in diretta, sotto gli occhi di tutti lo sterminio di un popolo ed allora ci sarebbe la speranza di fermarlo, una speranza che viene dalla gente comune che ne ha abbastanza di queste guerre e di questa ingiustificabile violenza che ha fatto dimenticare anche l'orrore del 7 ottobre. I primi a non avere avuto riguardo dei palestinesi sono stati i capi di Hamas, non sapevano che Israele avrebbe reagito con rabbia, come un cane pazzo Moshe Dayan dixit nel 1967, e come si può giustificare il bombardare una città come risposta ad un attacco terroristico? Il popolo palestinese è tra due fuochi, senza una bandiera sotto cui ripararsi. La propaganda falsifica la realtà, nascondiamo l'orrore e non disturbiamo i consumatori, il Natale ormai è alle porte e ci sono le tredicesime da spendere, è iniziata la corsa ai regali e le riviste ripropongono sempre le solite ricette per il pranzo di Natale e per i regali must have se vuoi essere trendy. E' un sistema psicotico che ci costringe ogni giorno e per ogni gesto e/o pensiero a scegliere tra la pillola rossa e quella blù in un mondo dove la demenza è la normalità ed il buonsenso un crimine da perseguire. I TG annunciano azioni di pace, anche il Papa fa sentire la sua voce ricordando il messaggio di pace che porta il Natale ma i bombardamenti continuano, dicono per cercare di stanare i capi di Hamas che si rilassano a Doha nel Qatar, nella loro sede a pochi metri dall'Ambasciata USA. A Betlemme non ci saranno alberi di Natale, luminarie e addobbi natalizi, le comunità cristiane dei palestinesi anche in Cisgiordania hanno deciso che ci saranno solo le funzioni religiose. I bambini di Gaza chiedono a Babbo Natale come unico regalo il CESSATE IL FUOCO.

Articolo apparso sul numero Speciale di Affiches, Natale 2023.

domenica 10 dicembre 2023

Si può fermare il contagio psichico di Franco Berardi Bifo

 

Ho visto il documentario Born in Gaza di Hernan Zin (si può trovare in Netflix): racconta la storia di dieci bambini tra i sei e i quattordici anni, durante la guerra del 2014, una delle tante guerre che Israele ha condotto contro i palestinesi, e i Palestinesi hanno condotto contro Israele. Questi bambini parlano dei bombardamenti, delle ferite che hanno ricevuto, del terrore che vivono quotidianamente, della fame che soffrono. Dicono che la loro non è vita, che morire sarebbe meglio.

È probabile che costoro, che erano bambini nel 2014 siano oggi militanti di Hamas, e che abbiano partecipato all’orgia di terrore del 7 ottobre.

Come non capirlo? Se io fossi al posto loro, invece di essere io, un vecchio intellettuale che sta morendo comodamente nella sua casa in una città italiana dove per il momento non ci sono bombardamenti, se io fossi uno di questi che erano bambini sotto le bombe del 2014, oggi sarei un terrorista che vuole solo uccidere un israeliano. Mi farei orrore?

Certo, ma il mio pacato pacifismo è solo un privilegio di cui godo perché non ho vissuto la mia infanzia a Gaza, o in molti altri posti come Gaza.

Perciò Israele ha un solo modo per sradicare Hamas: uccidere tutti i palestinesi che vivono a Gaza, nei territori occupati e anche altrove: tutti, tutti, tutti, soprattutto i bambini.

D’altronde è quello che stanno facendo, no? Si chiama genocidio, ma è del tutto razionale, no?

Infatti i razionalissimi governanti europei appoggiano il genocidio, Macron ha detto che vorrebbe partecipare al genocidio con una coalizione.

Scholz ha detto che avendo la Germania commesso un genocidio nel passato ora è suo dovere appoggiare chi sta compiendo un genocidio oggi. È il solo modo per sradicare il terrorismo, no?

Forse ci sarebbe un altro modo per sradicarlo: la pace senza condizioni, la rinuncia a vincere, l’amicizia, la diserzione, l’alleanza tra le vittime: le vittime di Hitler, le vittime di Erode-Netanyahu. Ma le vittime, sembra, aspirano solo a divenire carnefici, e spesso ci riescono. Dunque la spirale non si fermerà, e non sappiamo quale vortice sia destinata ad alimentare.

C’è qualcosa di mostruoso nella mente dei palestinesi che sono vissuti nel terrore. E c’è qualcosa di altrettanto mostruoso nella mente degli israeliani. Ma come possiamo giudicare il comportamento dei popoli, come possiamo giudicare le esplosioni di violenza che si moltiplicano nella vita collettiva? Possiamo giudicare il comportamento dei militanti di Hamas o quello degli israeliani in termini etici, o in termini politici?

La ragione etica è fuori gioco, perché l’etica è totalmente cancellata dal panorama collettivo del nostro tempo e dalla coscienza della grande maggioranza.

Etica è la valutazione dell’agire dal punto di vista del bene dell’altro come continuazione del sé. Ma nelle condizioni di guerra generalizzata in cui si muove l’umanità sopravvissuta all’umano, l’altro è solo nemico: è questo l’effetto dell’infezione liberal-competitiva, e dell’infezione nazionalista: la difesa del territorio fisico e immaginario si trasforma in guerra.

L’etica è morta, e la pietà l’è morta. Non vi è etica nel comportamento dei giovani cresciuti nella prigione di Gaza, perché la loro mente non può considerare l’altro (il soldato israeliano che ti attende con l’arma spianata a ogni crocicchio di strade) se non come carceriere, torturatore, nemico mortale. Ogni frammento (popolo, etnia, mafia, organizzazione, partito, famiglia, individuo) si batte disperatamente per la propria sopravvivenza, come lupi che combattono contro lupi. Il video game ci istruisce a competere in condizioni di guerra onnipresente iper-veloce.

Come la ragione etica, anche la ragione politica non ha più pertinenza in una situazione in cui la decisione strategica è sostituita da micro-decisioni di sopravvivenza immediata. Israele reagisce all’efferata violenza di Hamas in maniera che può essere militarmente efficace oppure no. Ma certamente non è efficace dal punto di vista politico.

Il gruppo dirigente di Israele è un gruppo di mafiosi corrotti che da anni fanno spettacolo con il loro cinismo e il loro opportunismo. Ora si trovano di fronte a una situazione che non avevano neppure immaginato, e che supera le loro facoltà di comprensione politica. L’intero popolo di Israele ha perso la testa. Tutto nel comportamento degli israeliani prova che è in corso una crisi psicotica, questo farà molto male ai palestinesi, ma farà molto male anche agli israeliani.

Non ha forse occhi un ebreo? Non ha mani, organi, membra, sensi, affetti e passioni?

Non si nutre egli forse dello stesso cibo di cui si nutre un cristiano?

Non viene ferito forse dalle stesse armi?

Non è soggetto alle sue stesse malattie?

Non è curato e guarito dagli stessi rimedi?

E non è infine scaldato e raggelato dallo stesso inverno e dalla stessa estate che un cristiano?

Se ci pungete non versiamo sangue, forse?

E se ci fate il solletico non ci mettiamo forse a ridere?

Se ci avvelenate, non moriamo?

(Shakespeare: Il Mercante di Venezia)

Dal punto di vista etico Israele ha dimenticato da molto tempo, anzi fin dall’inizio della sua esistenza, che l’altro ha la stessa umanità che hai tu, ha la stessa sensibilità che hai tu, e naturalmente ha gli stessi diritti che hai tu.  Ma anche dal punto di vista politico gli israeliani stanno compiendo azioni che si ritorceranno atrocemente contro di loro.

Ho letto le dichiarazioni dei politici e dei militari che governano Israele: parlano di animali umani da sterminare, parlano di togliere agli abitanti di Gaza (due milioni e mezzo) elettricità, carburante, cibo e acqua. Ne parlano e lo stanno facendo.

Come possono? Non c’è una spiegazione etica, né politica. La sola spiegazione del comportamento degli uni e degli altri è la psicopatia, la sofferenza psichica, il desiderio di sangue, di orrore, di morte.

Dunque occorre spiegare questa guerra in termini di psicopatogenesi, come effetto di una incapacità delle vittime di curare il proprio dolore. Da tempo mi sono convinto che il solo metodo conoscitivo capace di comprendere la catena di violenze che si srotola in Medio Oriente, e in gran parte del mondo, sia quello della psicoanalisi, della psicopato-genealogia.

Quello che accade adesso in Medio Oriente non è che l’ultimo anello di una catena che inizia con la prima guerra mondiale, la sconfitta dei tedeschi, e la punizione inflitta al popolo tedesco dai francesi e dagli inglesi, al Congresso di Versailles del 1919. L’oppressione e l’umiliazione spinsero il popolo tedesco a cercare vendetta: quel desiderio di vendetta si incarnò in Adolf Hitler. Gli ebrei furono la vittima prescelta, accusati senza alcuna ragione di avere provocato la sconfitta del 1918.

La persecuzione e lo sterminio degli ebrei negli anni della seconda guerra provocò una immensa e duratura sofferenza che cercò sollievo nella creazione di uno stato criminale che come prima azione scatenò la vendetta contro un popolo che non aveva nulla a che fare con l’Olocausto, ma che era sufficientemente debole per diventare la vittima della vittima.

L’umiliazione subita per mano dei nazisti esigeva una compensazione psichica, e questa compensazione è la persecuzione e lo sterminio del popolo palestinese. Credo che Israele non uscirà da questa prova: il popolo di Israele era già diviso in modo irrimediabile, Netanyahu dovrà rendere conto della divisione provocata, e dell’impreparazione che ne è seguita. Ma non basterà, perché la destra apertamente razzista di Israele (Liberman, Ben Gvir eccetera) è destinata a rafforzarsi in questo tsunami di odio.

Possiamo pensare che anche in caso di una vittoria militare israeliana dopo decine di migliaia di morti palestinesi e israeliani la dialettica politica potrà continuare nello stato di Israele? Io credo che Israele vada verso la disintegrazione. Quanti israeliani vorranno rimanere in quel deserto, dopo quel che sta avvenendo e che avverrà? Solo quelli armati, solo quelli che sono pronti a uccidere e desiderano uccidere rimarranno, credo. Si è ormai scatenato un vortice di odio contro Hamas, ma anche un senso di colpa per essersi trasformati in autori di un genocidio certificato.

Questo vortice la politica non lo potrà governare né comprendere. Solo lo sguardo clinico può comprendere, ma non credo che possa curare. Siamo di fronte a una psicosi di massa dotata di altissima potenza di contagio. La cosa che dobbiamo fare prima di tutto è non subire il contagio, per evitar di finire come quello squilibrato di Giuliano Ferrara che urla frasi da ubriaco davanti a una folla di squilibrati.

Ma occorre anche produrre un vaccino culturale e psichico contro il contagio, e questo compito che la psicoanalisi non seppe svolgere nel secolo scorso è il compito che abbiamo davanti, se non è troppo tardi.

 

Post Scriptum

Come si “cura” la crisi psicotica, soprattutto se collettiva? Non ho risposta.

È la domanda che si pose Sándor Ferenczi nel 1919. Disse: “Noi psicanalisti possiamo forse curare le nevrosi individuali, ma per la psicosi di massa, non abbiamo concetti né cure”.

Credo che siamo ancora allo stesso punto.

Nel frattempo però sta succedendo qualcosa di inquietante. Guardate le immagini dello stadio di Glasgow, ieri. Centomila persone (non so quante, una marea) agitano bandiere palestinesi, gridano continuamente… A me fa paura. Non mi piacciono gli stadi, non mi sono mai piaciuti. Voglio dire che potrebbe scatenarsi un’ondata di antisemitismo vero (non di quello degli idioti israeliani che gridano al lupo al lupo e poi il lupo compare davvero e nessuno ci crede più).

Guardate la sessione dell’ONU di ieri. Guardate le università americane. Ascoltate il discorso di Erdogan, che grida, rabbioso: “Hamas è un gruppo di liberazione”. Dappertutto il gruppo dirigente occidentale sionista è in minoranza, anzi a dire la verità mi pare che i bianchi siano circondati da una marea crescente di gente che affila i coltelli.

Purtroppo non c’è nessun internazionalismo, nessuna strategia comune. C’è un’onda di odio che sembra avere i colori della vendetta. Israele è in una situazione di panico e di confusione, questo è evidente.

Hanno perso, mi pare, possono uccidere quanta gente vogliono, ma hanno perso.

Ma chi vince?

di Franco Berardi Bifo

Articolo apparso su effimera.org 

 

 

domenica 19 novembre 2023

Insorgere

 


Elkan licenzia e Landini non dice niente, anzi lo imita licenziando il suo portavoce utilizzando il nefasto jobs act e non c'è nessuno nella Cgil che glielo contesta. Anzi fa di più, a Palermo licenzia una dirigente Cgil, malata, con Pec, perchè aveva osato chiedere il rispetto dei diritti. E ce ne sono altri in molte città italiane, tutti licenziati dalla Cgil.

I lavoratori della GKN di Scandicci non rinunciano alla lotta ma rilanciano: INSORGIAMO.

Una notizia buona per i lavoratori della Stellantis di Melfi è che questo governo di destra è riuscito a convincere l'Europa a tornare sui propri passi in ottica 2035 con l'ingresso dei biocarburanti all'interno della definizione di “ Carburanti CO2 neutri”. Ma la Stellantis è francese, solo così si spiega la politica aziendale dove gli esuberi sono soltanto italiani. Ad eccezione della Fiom i sindacati si sono accordati per nuove uscite volontarie dagli stabilimenti italiani. Invece per i proprietari di case, 42 milioni di italiani il 72,5%, le cose non si mettono bene, chi non si adegua alla direttiva europea sulle case green non potrà vendere o affittare l'immobile, si sta pensando anche a delle sanzioni, a delle multe per i non adempienti, oltre al danno la beffa. Sembra che il termine ora sia stato prorogato al 2050. Per convincere le persone sulla bufala del green deal, dopo Greta, hanno assoldato anche Bergoglio. Avevamo detto in un articolo precedente dei loschi figuri che si aggiravano nei corridoi del Vaticano, bene ora se ne vedono i risultati, il Papa incolpa l'Occidente per le emissioni di CO2 assolvendo la Cina, e a chi gli fa notare che molti perderanno il posto di lavoro, laconicamente risponde” pazienza, sta già accadendo”. Pazienza??? Nella Laudate Deum che ha aperto il Sinodo Bergoglio stabilisce un nuovo dogma “ L'origine antropica del cambiamento climatico non può più essere messa in dubbio”. Per cui chi può contestare il Papa? si mettessero il cuore in pace tutti gli scienziati che dicono il contrario, hanno studiato 50 anni per niente, lo Spirito Santo è sceso su Bergoglio rivelando la buona novella. I negazionisti andranno tutti all'inferno!!! Tanti, anche in Vaticano, si chiedono seriamente se il Papa è cattolico.

In Inghilterra, nei laboratori di Big Pharma, si stanno sviluppando vaccini per una malattia che ancora non esiste. Si stanno preparando, dicono, per prevenire una nuova pandemia, originata da una nuova malattia chiamata “ Malattia X”, i vaccini serviranno per contrastare un patogeno che ancora non esiste. Nel 2018 l'OMS lo ha inserito in una lista di malattie prioritarie classificandola come agente patogeno sconosciuto, potenzialmente in grado di causare una grave epidemia internazionale. Capito il livello di follia?

Sono passati 50 anni dal colpo di stato in Cile che ha deposto il Presidente Salvator Allende eletto democraticamente. Con il golpe, da parte dell'esercito e dalla polizia, una giunta militare con a capo il killer nazista generale Pinochet prese il potere. Gli USA appoggiarono il governo Pinochet e la CIA fece lo sporco lavoro dando fondi agli oppositori di Allende sia durante la campagna elettorale che durante l'amministrazione Pinochet. La dittatura in Cile nel 1973 e poi quella in Argentina, nel 1976, sono stati dei veri laboratori in cui fu collaudato il progetto elaborato a Chicago dall'economista premio Nobel Milton Friedman. Le sanguinarie dittature, senza partiti di opposizione e sindacati, senza parlamento e con la stampa zittita, hanno consentito di sperimentare un modello economico e sociale che ora è diventato globale: il neoliberismo. Le riforme imposte in Cile e Argentina con l'aiuto dei Chicago boys, economisti sudamericani che hanno studiato con Friedman e che ne hanno condiviso le idee, non sono molto diverse da quelle che propongono le elites finanziarie internazionali: privatizzazioni dei servizi, banche, distruzione dello stato sociale, liberare l'economia per servire le nazioni su un piatto d'argento alla finanza globale. Nel 1979 cominciò Reagan negli Stati Uniti, nel 1980 lo seguì a ruota Margaret Thatcher in Gran Bretagna. Ora è diventato un modello che investe l'economia globale. Negli ultimi 50 anni la forbice tra ricchi e poveri si è allargata ulteriormente secondo l'indice di Gini, dal nome dello statistico italiano che misura le disuguaglianze di una distribuzione, il mondo è diventato più disuguale, siamo arretrati di un secolo. Non ce la si fa più a seguire gli avvenimenti che si avvicendano con tempismo sincronizzato, il colpo di coda dei nazisti dell'Illinois è arrivato. Il caos è deflagrato in Medioriente e Zelensky è disperato a ragione, perchè ha paura che ci si dimentichi di lui, inoltre gli USA hanno trovato una nuova Ucraina e si chiama Armenia. Intanto i palestinesi e gli israeliani continuano a scannarsi, dopo l'attacco di Hamas e la risposta degli israeliani sembra evidente il fallimento della politica USA in questi anni e l'inutilità dell'ONU. Il popolo ebraico che ha subito il male ed uno sterminio prolungato si è identificato con l'aggressore imitandolo. Israele è la materializzazione politica dell'identificazione con l'aggressore. Ha sviluppato nel corso del tempo un'azione sistematica di persecuzione finalizzata allo sterminio, deportazione e internamento dei palestinesi. E' in corso, sotto i nostri occhi, un genocidio a Gaza da parte di Israele verso la popolazione civile a cui è stato ordinato di abbandonare le proprie abitazioni se si vogliono mettere in salvo. A Gaza i civili si trovano tra due fuochi e non sanno dove andare e sotto quale bandiera poiché l'unica bandiera che continua a sventolare in Palestina come in Ucraina è quella della croce uncinata. Crimini di guerra da entrambe le parti, occhio per occhio ed il mondo diventerà cieco. Si prepara lo sterminio dei palestinesi che vengono definiti dal ministro della Difesa israeliano bestie. E' corretto il nostro comportamento, per non essere complici di questa carneficina? Secondo il presidente israeliano Isaac Herzog è saltata la distinzione tra Hamas e popolazione civile poiché i civili non si sono ribellati al regime malvagio che controlla Gaza e quindi non sono più vittime innocenti della guerra ma sono responsabili del loro destino. La strategia degli israeliani è quella di disumanizzare tutti i palestinesi in modo da avere il via libera per la mattanza che si prepara con l'offensiva di terra. I palestinesi sono diventati un popolo fantasma e la questione palestinese in tutte le cancellerie europee è trattata come un mero fenomeno di terrorismo. Nelle ultime ore altri protagonisti stanno entrando in campo come l'Iran e la Cina che appoggiano i palestinesi. Se non si trova una giusta soluzione le conseguenze saranno devastanti poiché c'è la chiamata alle armi di tutti i musulmani. Ogni giorno ci propinano fandonie a giustificazione della guerra e di qualsiasi forma di violenza, l'insopportabile stillicidio delle informazioni taroccate dalla narrazione dominante ci stanno riducendo ad una massa di dementi che credono a insostenibili scenari. Il melenso paladino del politicamente corretto e di quelli de sinistra, che guadagnava 2 milioni e 250 mila euro per leccare il sedere ai padroni, ha annullato la partecipazione di Zaki alla sua nuova trasmissione perchè ha detto una cosa evidente e che pensano in tanti: il killer Netanyahu ha delle responsabilità nei massacri perpetrati periodicamente sui palestinesi. Ha cercato di recuperare invitandolo alla seconda puntata, e dai, ma come si fa a dargli credito? La guerra non è mai giustificabile come non lo è nessuna forma di violenza. Come può una persona sensibile vivere in una simile centrifuga di notizie, avvenimenti e sopportare tutto quello che ci scaraventano addosso.

E' chiaro un po' a tutti che la priorità, ora, è come sopravvivere a tutto questo e mantenersi sano. La pandemia è stata un punto di svolta, si sono diffusi fenomeni di grave disagio psichico e di blackout libidico, gli antidepressivi sono i farmaci più venduti. Sono sempre più diffusi i fenomeni di abbandono di questa società, come il rinchiudersi in se stessi o nella ristretta cerchia di amici e parenti, purchè la pensino nello stesso modo, di non seguire più le notizie politiche ed i talk show telecomandati. A volte neanche il calcio perchè le partite non sono più come quelle di una volta. C'è una ricerca silenziosa ed una voglia di qualcosa di diverso di chi ha perso la fede in una politica che vuole gestire le nostre vite senza neanche chiedercelo. Un continuo rumore di fondo, lungi dallo scomparire, che si riversa nel corpo e ti spinge a volere interrompere quegli automatismi che noi ingenuamente ci ostiniamo a chiamare “ la mia vita”. Nella scala della rottura di coglioni di Schiavone siamo arrivati al punto più alto. Questo fenomeno esistenziale e politico viene diagnosticato e medicalizzato come depressione mentre invece è il bisogno urgente di una nuova politicizzazione che guarisca e che non isoli. In Francia, in Spagna, in Argentina ci sono molti esempi di gente riunita in associazioni o comunità provvisorie che trasforma la delusione in gesto attivo, che oppone a qualsiasi forma di volontà espressa dal potere politico, causa dei cambiamenti che stanno seminando caos nel mondo, la sensibilità. Sensibilità vuol dire apertura, disponibilità e attenzione al mondo senza per questo volerlo dominare. Su Reporterre, un media vicino ad associazioni ambientaliste, in una inchiesta chi ha abbandonato questo sistema per fare altro spiega che è necessario agire su se stessi, per ritrovare il proprio sentimento di esistere e per rapportarsi con il mondo. Radicare la propria percezione ed il proprio corpo, smettendo di vedersi in base alle storie che circolano. E così lo scrittore argentino Diego Valeriano indaga per le strade di Buenos Aires questo sentimento di abbandono che da origine ad una vitalità selvaggia nei ragazzi delle periferie che rifiutano l'assistenza statale per mantenere la loro libertà di movimento. Andare ai laboratori, accettare lavori di merda, essere schiavo del sussidio, “ Mettiti in fila presto, compila il modulo, scarica l'app, parla la lingua morta dei tuoi datori di lavoro, china la testa”. Essere inclusi in queste vite vuol dire accettare di essere parte del processo. In questa quiete apparente c'è chi cerca una via d'uscita da una situazione apparentemente senza uscita. Senza illusioni e senza rinunce, con la possibilità di un altro viaggio, di un incontro nell'uguaglianza, di una amicizia che ci fa complici, con l'intenzione di continuare a muoversi liberamente e a porsi domande. E' una bella sfida alla politica tradizionale che ha fallito miseramente e che sa offrire solo assistenzialismo strumentale, sussidi e lavoro sociale burocratizzato che prosciuga l'energia vitale.

Articolo apparso sul numero di dicembre 2023 di Affiches, rivista di Radio Vulture

martedì 17 ottobre 2023

Umanità al Var


Anche se il nostro maggio/ Ha fatto a meno del vostro coraggio
Se la paura di guardare/ Vi ha fatto chinare il mento

Se il fuoco ha risparmiato/ Le vostre Millecento
Anche se voi vi credete assolti/ Siete lo stesso coinvolti

La canzone del Maggio – De Andrè


Michel Foucault nel 1975 scrisse Sorvegliare e punire in cui analizza i metodi ed i dispositivi messi in pratica dalle società disciplinari, una nuova procedura/strategia che a partire dal XVIII secolo ha l'obiettivo di controllare, incasellare, manipolare gli individui al fine di renderli docili e utili allo stesso tempo. Una società punitiva che attraverso la pratica dell’imprigionamento normalizza gli individui in determinati schemi. Per potersi sviluppare questo sistema basato sulla disciplina ha avuto bisogno di scuole, caserme, carceri, collegi, fabbriche, ospedali e chiese. William Burrough, padre spirituale della beat generation, parla di come le società disciplinari si siano trasformate in società di controllo, un controllo costante esercitato dal Potere ed utilizzato come un virus nella società capitalistica. Deleuze riprende e sviluppa questo concetto e ne spiega l'evoluzione nelle sue diverse forme storiche dove viene esercitato. Sovranità, Disciplina, Controllo. La principale differenza sta nel modo in cui le persone sono organizzate all'interno di queste società. Nelle società disciplinari l'uomo era rappresentato dalla firma e dal numero di matricola, nella società di controllo gli individui sono diventati campioni statistici di dati per i mercati. Qualsiasi cosa facciamo viene tracciata e può essere utilizzata con o senza il nostro consenso, fondamentale è mantenere un'illusione di libertà per l'uomo, in modo da renderlo mansueto. In The age of surveillance capitalism, la sociologa americana Shoshana Zuboff fa partire il proprio ragionamento da quello che prevedeva Deleuze e cioè che questa forma di capitalismo di sorveglianza fornisce servizi gratuiti a miliardi di individui in cambio di monitorare il comportamento delle persone in rete anche senza il loro consenso. Google e Facebook crescono con la raccolta di queste informazioni e siamo proprio noi ad alimentare questa nuova forma di capitalismo che con la digitalizzazione ha smaterializzato l'oggetto, le cose facendoci perdere il contatto con il reale. Circondati da infomi viviamo ormai in una infosfera dove il marketing mistifica la realtà facendoci credere che le uniche opzioni possibili siano quelle che il mercato offre. Il marketing ed i brands sono i nuovi maitre à penser poiché propongono con slogan accattivanti nuovi cambiamenti e modelli di comportamenti utili per le generazioni postmoderne. Con la visione woke siamo in questa nuova fase, una fase fatta di divieti, dove il divieto fa presto a trasformarsi in obbligo costringendo i cittadini ad uniformarsi di volta in volta a quello che è il menù del giorno. Uno degli slogan più famosi del Maggio francese era “ Il est interdit d'interdire”. Vietato vietare. In Italia abbiamo un personaggio come il maratoneta che ci mitraglia di idiozie tutte le sere, che ha il compito di censurare, sui social, ogni opinione diversa da quella del Potere che egli rappresenta, che falsifica la realtà stabilendo quello che è vero da quello che è menzogna. E parliamo ancora di democrazia e di democrazia partecipata, quando con violenza vengono impartiti ordini per rivelare alle genti la Verità. Ormai è tutto un divieto, non si può parlare liberamente perchè c'è sempre qualcuno con il ditino alzato che si offende, i gesti spontanei sono vietati, siamo costantemente al Var, prima di fare e dire qualsiasi cosa bisogna chiedere al Var. Mi sembra esagerata la commedia che hanno montato contro il povero Rubiales, lo stanno trasformando in un nuovo Weinstein, ma vi sembra che se voleva molestare una sua giocatrice lo faceva in mondovisione? Io penso che lo abbia fatto in buonafede, travolto dall'euforia generale per la vittoria del mondiale di calcio women. La stessa calciatrice Hermoso se qualche testa di woke non avesse sollevato la questione non se ne sarebbe neanche accorta, intenta anche lei a festeggiare la vittoria. La nostra epoca ormai è l'era della anestesia, abbiamo dimenticato cosa vuol dire essere eccitati perchè le sole eccitazioni che conosciamo sono indotte da farmaci, droghe, alcool e tifo per squadre di calcio. Finche l'eccitato è un singolo non ci sono problemi perchè succede quello che sta succedendo a Rubiales, emarginato e condannato. Il problema per il capitalismo è l'eccitazione collettiva, di questo il capitalismo ha molta paura, che si trovi un modo per risvegliarsi da questo torpore indotto. Per questo motivo anche una carezza, un gesto affettuoso, un abbraccio, una pacca sulle spalle viene visto come violenza e molestia. E' proprio vero che la malizia sta negli occhi di chi guarda. E' tutto un divieto. Rivendico la mia sensibilità!


 

Si parla da una settimana dello spot della pesca di Esselunga, ma basta, quelli de sinistra insorgono stupiti. E' reale il dolore di una bambina che vuole vedere riuniti i propri genitori, come dice un noto psicologo” è una seduta psicoanalitica che parla al senso di colpa degli italiani, la separazione è un lutto che non si può vivere con nonchalance”. Hanno sempre da ridire su aspetti che non sono conformi alle loro idee. Non se ne può più, hanno proprio rotto. E' una sorta di lookdown emozionale, non bastano i corpi incarcerati, anche i sentimenti e l'anima vogliono gestire. L' obiettivo è quello di condizionare ogni momento della nostra vita e se c'è un problema la causa sei TU. Quant'era bello quando si poteva fumare nei cinema, in treno, nei tram, al bar, nei ristoranti a fine pasto in compagnia di un bel grappino, i film assumevano un altro fascino, eravamo tutti Bogart con la sigaretta che pendeva dal lato della bocca che stringeva a se Ingrid Bergmann, avvolti dal mistero del cinema in una nuvola di fumo. E sui treni, scompartimenti per fumatori, dove era l'occasione per chiacchierare con gli altri viaggiatori. Sui Frecciarossa, ambiente unico, ognuno è incollato allo schermo del proprio cellulare o tablet. Con le cuffiette. Autoisolato. Nell'Invasione degli Ultracorpi un film di Don Siegel, gli alieni sotto forma di baccelli si trasformavano negli umani di cui prendevano le sembianze. Avevano invaso una cittadina americana e i suoi abitanti sostituiti, durante il sonno, da duplicati incapaci di provare qualsiasi emozione. Un film del 1956 ma quanto mai attuale, probabilmente i nazisti dell'Illinois lo hanno visto e lo stanno replicando pari pari. Il risultato è identico. Una umanità asettica, atomizzata, col capo chino, svirilizzata ed asessuata. Tartassata, come diceva Totò, il Principe della risata avrebbe avuto problemi con l 'ideologia woke. Il senso si è schiantato con gli aerei sulle torre gemelle, da allora è cominciata l'allucinazione mondiale, un cambiamento graduale che ha condizionato la vita delle persone e le cui gravi ripercussioni si sono propagate specialmente nel mondo occidentale. “Basta creare un condizionamento collettivo così potente che l’idea stessa di rivolta non verrà nemmeno più alla mente degli uomini. L’ideale sarebbe quello di formattare gli individui fin dalla nascita limitando le loro abilità biologiche innate”. ( Gunther Anders ) Abbiamo vissuto decenni in cui le diverse opinioni si scontravano, abbiamo passato momenti di indescrivibile bellezza, la vita era vissuta in tutta la sua magia, forse ingenui ma carichi di energia. Energia evaporata ed intossicata da enormi dosi di conformismo, un conformismo di cui non ci si rende conto, che si trasforma in tacito consenso ad un sistema che ci fa complici per l'obbedienza silenziosa, indifferente e vestita a festa a questa finzione senza la quale le forze della reazione non eserciterebbero nessuna attrazione.

I governi che si susseguono non sono altro che i megafoni di un sistema di valori che ha come riferimento culturale e politico il profitto, sono una emanazione dei poteri marci che puntano sull'ideologia per dividere il popolo, divide et impera, la critica deve andare oltre la Meloni di turno, a proposito si è ripresentato Draghi ed il ragazzo di bottega Letta ha avuto un importante incarico dalla UE, ( ma questo personaggetto ha mai lavorato in vita sua?) Viviamo un'epoca strana piena di certezze provvisorie e dimenticanze colpevoli in cui accettiamo facilmente e passivamente quello che un tempo ci avrebbe fatto inorridire. Ci siamo addentrati in un nuovo territorio dove le vecchie mappe sono diventate obsolete e non servono a porre nuovi significati ma a disegnare nuovi confini. Con l'apocalisse pandemica abbiamo un'unica posizione legittima e violenta che ci ha resi tutti condizionati e controllati al Var, prima di godere bisogna aspettare cosa dice il Var in un continuo coitus interruptus.

Articolo apparso sul numero di novembre 2023 di Affiches, rivista di Radio Vulture

Biancaneve ed i suoi piccoli amici

 



Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia

non so dirti se fai più pena, schifo o malinconia.

Claudio Lolli


Biancaneve ed i sette nani diventa Biancaneve ed i suoi piccoli amici, dopo i libri di Roald Dahl ora tocca ai libri di Fleming su James Bond, ” molte frasi che potrebbero urtare la sensibilità attuale sono state riscritte pur nel rispetto dello spirito originale”. Si sta riscrivendo la Storia, si cancellano le tradizioni. Ma si può prevedere la cancellazione della cultura? Negli anni sessanta, settanta si parlava di controcultura perchè ci si poneva contro la cultura borghese ed allora era tutto un proliferarsi di idee che prendevano forma in riviste, fanzine, manifesti, trasmissioni radiofoniche, canzoni, film, ora non ha più senso parlare di controcultura perchè le classi egemoniche mirano ad una tabula rasa di tutta la cultura millenaria universale, mirano a farne un deserto arso popolato da uomini a cui viene cancellato il passato, a cui viene imposto di vivere un presente semplificato con l'immagine di una società ovattata, edulcorata, estraniata e rintronata da un pressante intrattenimento dove è obbligatorio divertirsi o almeno far finta di divertirsi perchè poi il lunedì si torna al lavoro. “ A volte mi sembra di essere ossessionato dalla memoria dei movimenti italiani, e tutte le energie disponibili vengono incanalate nella commemorazione di date e nomi mentre non si mette mai abbastanza energia per cercare soluzioni nuove. (Bertram Niessen) E' necessario più che mai parlare di cultura, ristabilire la dialettica del pensiero critico ed andare oltre il semplicistico e superficiale dibattito ideologico. Il politicamente corretto e l'ideologia woke alimentano la furia iconoclasta che mira a cancellare i simboli di un passato che rappresentano la memoria e l'identità delle persone, per questo motivo i ragazzi di Ultima Generazione, manipolati a loro insaputa, assaltano monumenti e imbrattano opere d'arte. Ci si vuol far ritornare all'epoca delle caverne.

Un mondo di trogloditi affetti da demenza senile in balia di una non più sostenibile messa in scena mediatica. In questo paese dove ormai tutti parlano di tutto, dove tutti sono medici, virologi, meteorologi, politologi, scienziati vari, allenatori di calcio ed esperti di qualsiasi cosa l'unica terapia è scappare, darsi alla fuga, disertare, tacere. “ Libertà è non partecipazione”, ribaltando Giorgio Gaber. Ognuno parla di se, solo di se, senza ascoltare quello che dicono gli altri, ognuno si sente al centro del mondo mentre invece si trova solo nella periferia dell'impero.

Una cosa ancora non è stata detta sull'intelligenza artificiale, che l'ex cannibale Aldo Nove suggerisce di chiamare demenza artificiale, è che essa supplisce alla mancanza della propria. Purtroppo i danni che questa supercazzola farà si vedrà nei prossimi anni e sulle giovani generazioni. Il tessuto sociale italiano è frantumato grazie alla propaganda dei media e alla sbrigativa comunicazione che divide le persone in buoni e cattivi, naturalmente i buoni sono coloro che condividono il pensiero dominante, tutti gli altri, coloro che dissentono sono i cattivi, Jung diceva di non voler vivere in un mondo di un unico colore ma che erano importanti le sfumature dei vari colori, l'unico colore che si riesce a vedere di questi tempi è il nero e le sfumature vanno tutte verso l'oscurità. Il virus che ha contribuito a questo sfacelo è stato alimentato da questa sinistra che di sinistra non ha nulla. Occupatori abusivi di poltrone, hanno alimentato per anni un sistema di potere dove hanno fatto a gara a contendersi briciole e ossa sotto il tavolo. Tristi figuri da talk show che hanno mortificato tutto quello che il movimento contadino ed operaio aveva conquistato in decenni di lotte, tradendo un secolo di tradizione militante. Una sinistra che si è trasformata in destra al servizio del Potere, lasciando proprio alle destre i temi cari alla sinistra.

Intanto nel disinteresse generale il 25 agosto è entrata in vigore la nuova legge della UE sul controllo sui social, sarà impossibile esprimere una opinione contraria a quello che è il Pensiero Unico. Solo in una dittatura esiste il reato d'opinione. La UE getta la maschera e fa vedere il suo vero volto, una sofisticata dittatura che non può più essere narrata come una bella favola e se proprio vogliamo credere ad una fiaba il ruolo della UE è quello dell'orco. Una manica di cazzari, pericolosissimi che impongono dogmi, che hanno una loro idea personale della scienza, non più basata sul dubbio e sulla conoscenza ma una scienza asservita al profitto e alla finanza che elimina qualsiasi principio etico. Una scienza che nega il confronto con chi ha pari titoli accademici e che vuole imporre come assoluto il proprio dogma è una scienza che è contraria ai principi della scienza stessa. Una nuova inquisizione in cerca di streghe da bruciare. Sono 3 anni che abbiamo a che fare con la menzogna, una menzogna di chi ha smarrito il discrimine tra le parole e le cose, tra le notizie ed i fatti. I media mentono perchè il loro discorso si è sostituito alla realtà, la notizia è la realtà.( Agamben)

Ogni giorno, ora dopo ora, dobbiamo riadattarci mentalmente a quanto partoriscono le menti psicotiche di chi ci governa, una idea di mondo non più sostenibile, che va oltre Kafka. I nazisti di Davos continuano nella loro narrazione che si fa sempre più debole, perchè si aprono crepe da cui fuoriesce la luce e l'allucinazione mondiale si sta rivelando per quella cosa oscena e perturbante che cerca di falsificare la realtà fino a renderla puro oggetto di comando sottraendola a ogni verifica oggettiva. Enti non eletti dal popolo e finanziati da miliardari filantropi fomentano continue emergenze imponendo con la paura soluzioni privi di logica, puntualmente smentite dai fatti. Se seguiamo la lezione di Deleuze ed allarghiamo il nostro orizzonte la narrazione cambia, la Russia ha di fatto vinto la guerra, la controffensiva di Zelensky è naufragata, 70.000 soldati ucraini morti, arruolano anche vecchi, ragazzi e sbandati e gli americani si sono stancati di questo comico. Niger, Gabon ed il mondo subsahariano si stanno scrollando di dosso, finalmente, il colonialismo francese ed occidentale, i Brics ed i suoi alleati ormai non sono più celabili, il loro peso economico, politico e diplomatico aumenta sempre di più. C'è da aspettarsi un colpo di coda da questi dementi che si riuniscono a Davos perchè “ el economicismo neoliberal es una enfermedad mental” .

Articolo apparso sul numero di ottobre 2023 di Affiches, rivista di Radio Vulture


domenica 17 settembre 2023

Identità e bellezza

 


Qualche numero fa abbiamo parlato di transumanesimo, del rapporto uomo macchina, di IA, di questo progetto riportato nell'agenda di Davos che coinvolge direttamente l'essere umano, un progetto luciferino che mette in discussione perfino il concetto di umanità attraverso una rimodulazione dell'uomo. I novelli Frankestein sono all'opera per la realizzazione di un modello di uomo perfetto, si sostituiscono al Creatore per raggiungere la perfezione che serve ai loro fini. E naturalmente questa compressione dell'uomo verso paradigmi che non comprendono la sfera spirituale non può non includere il concetto stesso di bellezza.

Il concetto di bellezza sembra un ostacolo per la dittatura del politicamente corretto, per cui l'ideologia imperante, con l'aiuto della propaganda e di megafoni compiacenti, sta puntando su modelli di bellezza soggettivi, in lento decadimento verso un abbrutimento omologante che massifica il tutto. L'oggetto d'arte è un assoluto irriproducibile, un unicum frutto di un talento, di un momento, di una ispirazione, di un contesto. La bellezza oggettiva dell'arte fa da ponte tra il mondano e lo spirituale, parlare di bellezza e di arte vuol dire parlare di identità, e l'identità, il conoscere se stessi viene visto come una discriminante nei confronti dell'altro. Il piano di abbrutimento investe tutte le varie forme di arte, specialmente la musica, la forma più vicina alle nuove generazioni. L'indottrinamento parte ormai dai giovanissimi, i nuovi figli della lupa e i nuovi balilla. Attraverso modelli vuoti programmati dagli stregoni del marketing, viene livellato in basso l'immaginario delle masse giovanili a cui vengono nascosti e sottratti i codici e gli strumenti per capire ed interpretare la realtà con senso critico. La Trap, per esempio, non ha alcuna valenza musicale e artistica, forse solo sociale per capire dove è arrivata la mediocrità e la manipolazione delle menti. I trapper sono diventati i portabandiera di un nichilismo fine a se stesso, senza orizzonti, usano il turpiloquio e la violenza come forma di trasgressione, ma è tutto falso, finto. ( Antonello Cresti )Non sanno cantare, non hanno alcun talento, pensano di essere musicisti solo perchè hanno scaricato un programmino da internet che riproduce basi musicali su cui scimmiottano parole senza senso solo perchè fanno rima ( ascoltate gli Assalti Frontali ed imparate ), incarnano una superficiale mediocrità, una identificazione al ribasso che la comunicazione dello spettacolo spinge in modo che i concerti non siano più occasione di socialità e di ascolto attivo ma solo un modo dove i giovani meno consapevoli possono sfogare le loro frustrazioni e colmare il vuoto che li divora con alcool e pasticche. Sta avvenendo una sostituzione della figura dell'artista con influencer e trapper, personaggi al guinzaglio che abbaiano a comando, personaggi creati dal marketing dei talent, i vari Achillelauro, Manesquin e compagnia nonostante la loro voglia di essere protagonisti vivono nell'incubo di non esserci più, ma poiché non hanno alcun talento sono sostituibili, hanno una obsolescenza programmata, il Potere li ha trasformati in merce ed i modelli si susseguono gli uni agli altri nonostante il tentativo di farli passare come fenomeni culturali e artistici. Alle rockstar di una volta veniva riconosciuto un talento artistico, una bellezza estetica, un modo di stare sul palco. Per chi se l'è perso, andate a vedere Moonage Daydream. David Bowie ha fatto della sua vita un'opera d'arte. Questi rappresentano solo la loro mediocrità. C'è una rincorsa verso il basso e l'ignoranza viene giustificata come semplicità, c'è un attacco alla cultura e al sapere tanto poi la conoscenza a che serve e se serve arriverà. Molti artisti vivacchiano nella loro palude pubblicando sempre lo stesso disco, lo stesso libro, in una agonia creativa che non li fa esporre, entrano in gioco solo dopo aver fiutato l'aria che tira. Ma questa non è arte, l'artista sta due passi avanti, come disse Battiato, non insegue il suo pubblico, fa avanguardia, si allontana da strade tracciate ed esplora l'ignoto.Tutti parlano di tutto e di tutti senza averne i contenuti e le specializzazioni. Il M5Stelle ha fatto da apripista, basta pensare a personaggi che da ambulanti ( con tutto il rispetto per gli ambulanti ) si sono ritrovati Ministri senza averne le competenze e le qualità.

Il bello discrimina, è vero, ma non tutti possono partecipare a Miss Italia o essere artisti, perchè dovremmo sentirci discriminati dal bello? Viviamo in un paese che ha il più grande patrimonio artistico del mondo, siamo stati educati alla bellezza, a riconoscere il gesto artistico e creativo, passeggiando per Firenze o per Venezia o per le tante città d'arte italiane basta sollevare lo sguardo per sentirsi elevati verso la trascendenza. Invece si assiste oggi ad una continua serie di eventi che sviliscono e svuotano il nostro patrimonio culturale, uno scadimento che passa attraverso la propria esteriorità nell'utilizzo dei social. La bellezza salverà il mondo, come disse Dostojevski, a patto che tutti possano abbeverarsi al bello, per sottrarsi al degrado quotidiano che ci sommerge e che causa disagio psichico. Condannati a vivere nel degrado, sommersi dalla spazzatura di innumerevoli infomi, bombardati da modelli comportamentali a cui non tutti possono accedere perchè non hanno i mezzi economici e culturali, si diventa aggressivi ed arrabbiati perchè viene negata la bellezza. Si pensi alla vita nelle periferie e si capisce da dove viene tutto il malcontento. Gli intellettuali e gli artisti hanno sempre attinto al pensiero critico per sviluppare la loro creatività, l'arte si è fatta sempre beffe del Potere riscoprendo il senso del bello. Non ci sono alternative, per recuperare la nostra identità minacciata abbiamo bisogno del senso del bello e che l'arte recuperi la sua funzione educativa. Che i nostri paesi non diventino non luoghi e che recuperino la loro originaria bellezza, che le diversità vengano valorizzate e che ci siano progetti culturali seri che non pensino solo all'estate, che si creino luoghi di cultura dove condividere collettivamente sensazioni ed emozioni, luoghi che sviluppino un senso di appartenenza per la ritrovata identità. Per tutti questi motivi è urgente, ineludibile e doveroso creare un cine-teatro a Rionero. 

Articolo apparso sul numero di settembre 2023 di Affiches, rivista di Radio Vulture

Antò fa caldo

 



Luglio, col bene che ti voglio
Vedrai non finirà
Luglio m'ha fatto una promessa
L'amore porterà”

Riccardo Del Turco


L'estate fa caldo, eh già, si sa, e l'inverno fa freddo, come direbbe Catalano. E' così da sempre, ricordo il luglio dell'estate del 1983, a Roma, giovane commissario d'esame per la maturità in un istituto della capitale, lo ricordo bene perché i muri erano tappezzati dai manifesti per la scomparsa della povera Emanuela Orlandi. Ebbene quell'estate torrida causò una ecatombe di morti di anziani per il troppo caldo, le prime pagine dei quotidiani italiani aprivano tutti i giorni con questa notizia.

Antò fa caldo sbuffava Luisa Ranieri, si sa l'estate fa caldo, le cicale cicaleggiano e i giovani amoreggiano. Beati loro! Fa caldo d'estate, ma non per la Schlein, la Thunberg e per tutta l'accolita truffatori green ltd. Per loro se fa caldo è colpa nostra, di tutti noi, che ci ostiniamo a respirare e con tutto quel CO2 che buttiamo fuori si arriva facilmente ai 40 gradi. Lo studio sui morti di caldo che fa comodo alla UE è stato finanziato dalla UE e viene utilizzato per evitare il flop del Green deal. Non c'è istanza cara ai progressisti occidentali che non sia fatta propria dalle multinazionali delle elite capitalistiche, l'uguaglianza di genere, l'antirazzismo, i diritti lgbt+, l'integrazione dei migranti e la lotta per l'ambiente . I Ceo delle grandi aziende affondono i loro artigli su tutto quanto fa business, a loro interessano i dividendi non certo il nostro benessere, determinano l'agenda dei politici e gli strumenti di propaganda, falsificano il passato, creano ad arte i problemi ed offrono le soluzioni, aprono continue finestre di Overton per plagiare la pubblica opinione in modo da far accettare futuri atti di governo. La sanguisuga neoliberista sta risucchiando ogni frammento di vita convertendo al credo di un'economia di profitto tutto il pianeta con le buone o le cattive, trasformando in un deserto la vita quotidiana, il linguaggio e l'ambiente. Siamo al paradosso che i dominati difendono i dominanti, manifestano per il Potere, cani da guardia del Potere verso chi esprime il proprio dissenso, abbeverati alle idiozie dei vari TG continuano serenamente nel loro apparente tranquillo tran tran, sempre a favore di quello che viene somministrato dalla follia imperante del Ministero dell'Amore. Mai l'umanità è stata così divisa e questa suddivisione è l'arma più potente ed efficace per portare l'umanità al suo annientamento e alla fine della storia. Le istanze di cambiamento necessarie devono essere etiche, ma chi tiene in mano i fili del mondo ha deciso per noi, in modo non etico. Per esempio con l'introduzione della IA e con la truffa del green si perderanno milioni di posti di lavoro, hanno pensato come ricollocare tutte queste persone? Semplice con l'elemosina di Stato, con il reddito universale. Per tenere quiete le masse fanno credere che il cambiamento è voluto dal basso ed ecco apparire gli influencer come la Thunberg o i ragazzi di ultima generazione che spingono affinchè il cambiamento si faccia e si faccia anche veloce. E se non basta a convincere le masse arriva il comico ortottero, burattino delle elite, che incita alla rivolta in nome del reddito universale. Ci considerano come cavie da laboratorio e l'Assurdistan Europa è ormai diventato un grande laboratorio a cielo aperto che ha creato atomi manipolati, rassegnati in rabbie soffocate, in un disagio poco consapevole, indeboliti e svirilizzati che tirano a campare tra la TV e la serata in pizzeria, il week end fuori porta e l'immancabile aperitivo. Gli intellettuali sono morti, sostituiti da pupazzi telecomandati dal regime e la critica non va al di là di una rissa da tifo calcistico. Non hanno più neanche bisogno di mentire poiché la loro voce è la verità, il Verbo. L'Occidente è alla deriva e le sue democrazie in crisi. Siamo stati abituati a considerare l'Occidente come il fulcro del mondo, che tutto determina e decide ma questa narrazione è ormai arrivata alla fine. Qualcosa di nuovo si profila all'orizzonte, secondo Alessandro Colombo, ordinario di Relazioni Internazionali, all'università di Milano “ siamo nella fase calante dell'era occidentale della storia del mondo”. Grazie anche all'ascesa dei Paesi del Sud globale. I Brics. Valgono 3 miliardi di persone ed il 30% del Pil globale. L'alleanza informale tra Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa intende sfidare il dominio globale americano sul piano essenzialmente economico. In questa situazione l'Europa appare sempre più marginale, appiattita su posizioni Nato, sta affrontando la sua parabola discendente, nonostante i mezzi d'informazione si affannano a smentire ma la storia va in un'altra direzione. Rispetto agli anni '90 l'Unione Europea non è più molto coesa, ogni Paese tesse sottobanco la propria tela di relazioni diplomatiche ed economiche, Macron ha chiesto di partecipare al prossimo vertice Brics e la Francia ha acquistato gas liquido dalla Cina pagandolo in yuan. Sono molti i Paesi che hanno chiesto di poter far parte di questa alleanza e nessuno di questi Paesi ha voluto aderire alle sanzioni imposte dall'Occidente per indebolire Mosca. Lula, presidente del Brasile ha risposto a Biden che lui è per la pace e non per la guerra. I Brics hanno intensificato gli scambi commerciali con la Russia in valuta locale, la Cina ha acquistato carbone e petrolio russi pagando in yuan anziché in dollari, l'India direttamente in rubli. Paradossalmente le sanzioni stanno indebolendo il dominio del dollaro e possono contribuire a creare un sistema monetario internazionale più frammentario. Si parla di introdurre una nuova valuta commerciale ancorata all'oro. Che sfida sarebbe al sistema di Bretton Woods che ha garantito la centralità del dollaro per decenni! La guerra in Ucraina sta creando gravi problemi agli Usa, invece secondo alcuni analisti tedeschi c'è una rinascita economica dell'orso sovietico grazie all'economia di guerra, all'aumento dei salari reali e al calo dell'inflazione, risultati raggiunti anche per la collaborazione dei Paesi Brics. Tra i Paesi che hanno richiesto di aderire a questa alleanza spicca l'Arabia Saudita, vicina agli Usa e l'Egitto, sempre in orbita del Regno Unito, si dice anche della Turchia. Vi è una evidente crisi dell'egemonia americana, il sogno americano è collassato ed è precipitato nell'incubo della cultura woke. I Paesi Brics si vogliono aggregare per motivi commerciali, diplomatici e per sfuggire allo schema delle contrapposizioni, portano avanti una visione multipolare, per garantirsi una maggiore flessibilità diplomatica, in modo da avere rapporti contemporaneamente con la Russia, la Cina e gli USA senza essere per forza costretti a scegliere. Un mondo senza blocchi contrapposti tra di loro che non si fanno la guerra non è visto di buon occhio dalle grandi industrie degli armamenti, l'industria bellica vuole certezze e impegni per allargare la produzione e subito la UE stanzia 500 milioni per lo sviluppo delle imprese. La guerra in Ucraina poteva finire gia nel 2022 quando c'erano le condizioni per un compromesso ora si va avanti, la politica e l'apparato industriale militare statunitense stanno portando il mondo verso la guerra nucleare. I russi in questi anni hanno nutrito un desiderio di vendetta dopo l'umiliazione che l'Occidente ha inflitto loro negli anni '90 e per questo appoggeranno Putin fino alla fine. La fine di tutti. I Clinton, Biden, la Nato ed i loro sostenitori stanno conducendo il mondo verso la distruzione nucleare se è vero quel che si dice di Putin, che prima di cedere il potere spingerà il bottone. E La Chiesa cattolica, e papa Bergoglio? L'iniziativa diplomatica di Zuppi a Mosca serve solo a tenere il Vaticano equidistante tra Nato e Russia, per capire come va a finire. Fa scalpore una intervista dell'ex vaticanista RAI Aldo Maria Valli, molto critico su tutto il pontificato di Bergoglio, a cui riserva parole di fuoco sul suo blog. La nomina dell'arcivescovo Victor Manuel Fernandez a prefetto per il dicastero della Dottrina della Fede è l'ultima provocazione in quanto il nuovo prefetto viene descritto dai conservatori come il ”predicatore del caos”. L'azione di Bergoglio viene considerata eversiva. In Vaticano è stata eliminata anche la minima parvenza di un protocollo per le udienze nel quadro dei rapporti diplomatici. In questo contesto si inserisce la visita in questi giorni dei “fratelli” Bill Clinton e di Soros jr che hanno chiesto aiuto a Bergoglio nel farsi promotore dell'agenda 2030. La “primavera della Chiesa” auspicata dalle elite globaliste è ormai realtà. Papa Ratzinger era considerato troppo moderato per portare avanti il Vaticano II, “passo imprenscindibile per l'applicazione a livello globale dell'ideologia woke”. Per questo è stato eletto papa Bergoglio. “L’adesione del Vaticano alla narrazione dominante sulla pandemia è emblematica di una subalternità allo spirito del mondo, che ripugna alla vocazione della Chiesa e la riduce, ben che vada, al livello di una istituzione filantropica umana, privandola della sua missione divina e del ruolo di «segno di contraddizione» che essa ha sempre avuto nella società.

La separazione tra fede e buone opere è un errore protestante che sovverte l'ortodossia a vantaggio di una esposizione liquida, spesso in contraddizione con l'insegnamento infallibile e immutabile della Chiesa”.

 


Articolo apparso sul numero di agosto 2023 di Affiches, rivista di Radio Vulture


sabato 15 luglio 2023

Life during wartime

 


Disertate – Bifo


Life during wartime. Vivere in tempo di guerra. “ Questa non è una festa, questa non è una discoteca” canta David Byrne in questo splendido brano dei Talking Heads. Non ci sono sirene che avvertono la popolazione di recarsi nei rifugi antiaereo, non ci sono coprifuoco, ma ci sono stati lookdown e sirene di ambulanze, terapie intensive e file di camion militari, carichi di bare destinate alla cremazione, peraltro non richiesta. Se non ci fosse stato Putin che attacca Kiev saremmo alla sesta/settima dose oppure tutti morti per gli effetti avversi. E' di questi giorni la notizia che Speranza era finanziato da aziende farmaceutiche. In una recente intervista il dott. Palù, direttore dell'AIFA, azienda del farmaco italiano, ammette che il protocollo che prevedeva tachipirina e vigile attesa è stata una stronzata e che bisognava curare con antiinfiammatori. Quante persone si sarebbero salvate!!!! Quanto dolore, quanta sofferenza, e per cosa?? Il disagio psichico ha traumatizzato le persone e la chiusura forzata ha danneggiato la nostra economia mandando sul lastrico piccole e medie imprese, famiglie e lavoratori. Si parla di un nuovo greenpass globale e duraturo richiesto dall'OMS a cui l'UE, sempre prona, vuole aderire. Voglio vedere quanti antifascisti si schiereranno contro questo strumento totalitario. Cosa è il greenpass se non una discriminazione di natura fascista? Gli equilibri geopolitici si stanno spostando verso est, Pechino, Mosca, New Delhi. Gli USA non accettano di perdere il peso politico che ha tanto condizionato il mondo ed allora con la NATO hanno pensato bene di organizzare una bella guerricciola, facendo scannare gli ucraini al posto dei marines americani. Una guerra per procura!! L'ex comico tra una comparsata su Vogue e una dichiarazione a reti unificate va in giro a chiedere armi, ormai ha più armi che soldati disposti a farsi ammazzare, infatti ha chiesto uomini alla Polonia ed ai Paesi Baltici, intanto nonostante le sanzioni il PIL russo va a gonfie vele mentre gli USA stanno attraversando una grande crisi. Avete notato il simbolo nazista sulla manica della mimetica che indossava il comico quando è stato in Italia e in Vaticano? Il tridente del nazista ucraino Bandera, ormai hanno sdoganato anche i nazisti e gli antifascisti italiani sempre attenti? questa volta distratti. Anche il nostro Paese, appartenente alla Nato, deve concedere l'obolo nonostante l'art. 11 della Costituzione recita,” l'Italia ripudia la guerra”. Qualche costituzionalista mi dovrebbe spiegare se vale di più l'art. 11 o l'imposizione Nato, anche Mattarella potrebbe dire qualcosa o la Corte Costituzionale. Ma nessuno pone la questione, nessuno ne parla, nulla. C'è una raccolta di firme per indire un referendum per la pace e contro l'invio di armi in Ucraina ma nessuna notizia sui giornali e sulle TV. Tutti si girano dall'altro lato. Ora sappiamo come mai i tedeschi non hanno reagito negli anni '30 al regime nazista! Ora sappiamo come si vive in tempo di guerra, questa guerra subdola dove il nemico si nasconde, si mimetizza. Una guerra globale che coinvolge tutti i settori, una guerra che non lascia fuori neanche il linguaggio. Se un popolo perde la propria lingua ha perso tutto. Ogni tanto esce fuori un nuovo termine, in inglese naturalmente, per non farci capire niente. Woke. Sono andato su wikipedia ed ancora ho le idee confuse. Un vocabolo, utilizzato dalla destra americana per indicare un atteggiamento consapevole delle ingiustizie sociali e che ora ha assunto una connotazione dispregiativa e sarcastica. Nel dibattito italiano si fa ricorso a questa espressione come “ politicamente corretto” o anche come “ cancel culture”. Dalla pandemia alla guerra, dall'ideologia gender all'emergenza climatica tutto passa attraverso la visione woke. E' una guerra che vuole cancellare la Storia e riscriverla. Il Potere spara stronzate e le fa passare come verità e in molti casi come cultura, come quando scomoda Delitto e castigo di Dostojevsky per spiegare le ragioni della guerra Russia Ucraina e il putinismo. Sono le convulsioni, gli ultimi spasmi di questo mondo violento che ci rimanda la sua realtà allucinata. Viviamo da malati per morire sani, diceva il grande Enzo Iannacci. Della guerra che ci è stata dichiarata non se ne vede la fine perchè la guerra non finisce mai e la pace è una finzione per gli umili, per i semplici. (Sergio Leone docet – Il Buono il Brutto e il Cattivo). Attualmente non esiste solo la guerra in Ucraina, nel 2022 sono state censite ben 59 guerre ma si deve parlare solo di quella in Ucraina, e se ne deve parlare solo con un linguaggio che è pura spazzatura woke alto borghese. Ben detto, Tex! Ci dicono che la guerra finirà solo quando sarà vinta dalla Nato e l'Europa ridotta ad una colonia di schiavi, intanto devastano l'ambiente e chi dicono che la colpa è nostra per l'emissione di troppo CO2.

La terza guerra mondiale è già in corso, dobbiamo decidere se vogliamo continuare a vivere, noi e i nostri figli, o continuare la finzione come in un film di Shyamalan. Perchè ormai non si tratta più neanche di risvegliarsi.

Articolo apparso sul numero di luglio 2023 di Affiches, rivista di Radio Vulture

mondo scemo impazzito

 


 


O meraviglia! Quali creature mirabili!

E come è bello l'umano genere!

Oh dolce nuovo mondo,

pieno di un tal popolo!

La tempesta - William Shakespeare


La poesia di Bertold Brecht pubblicata sul numero di maggio di Affiches è quanto mai attuale, sembra scritta per noi, per descrivere il contesto e lo stato d'animo di chi vive in questo mondo scemo. Le fa da contrappunto una frase di Lucio Caracciolo, direttore di Limes che in un articolo apparso su La Stampa sulla crisi degli USA termina con una esortazione che al tempo stesso sembra un rimprovero: l'era della beata irresponsabilità è scaduta!!! La narrazione attuale è quella dell'Occidente a cui non crede il resto del mondo, in particolare i Paesi in via di sviluppo che dopo tanti secoli di colonialismo ora dicono basta e si riappropriano di quello che gli è stato depredato, dei territori, delle materie prime, delle fonti di energia, delle rotte del commercio. Per tanti anni l'american way of life è stato il marchio che ha consentito alle elite statunitensi di espandere la loro egemonia sul resto del mondo. Abbiamo amato ed amiamo ancora l'arte, la musica, il cinema americano ma ora non è più possibile parlare di sogno americano, è tramontato sotto l'arroganza, la presunzione e la violenza delle loro elite globaliste. L'America non piace più neanche agli americani, come può affascinare noi? Il mondo guidato dalla globalizzazione USA non è possibile, la crisi degli USA apre una fase storica riguardo la transizione egemonica e sta avviando l'implosione del sistema. Intanto i potenti cosmopoliti che si riuniscono a Davos proseguono imperterriti nel loro progetto futuristico, aprono la strada alla terza fase della quarta rivoluzione industriale, quella del rapporto uomo macchina. Il transumanesimo è già in atto nel momento in cui parliamo con Alexa o con Google. Il liberal capitalista “filantropo” Bill Gates ha profetizzato che l'IA sostituirà il lavoro degli insegnanti ed ha annunciato che l'algoritmo ChatGPT entro 18 mesi aiuterà i bambini a leggere e a scrivere e non solo, ci sarà modo di indottrinare i ragazzi fin dalla più tenera età. Invece della crescita culturale e cognitiva si passerà direttamente all'indottrinamento, perchè l'IA non è neutrale. La DAD attuata durante la pandemia è stato un esperimento voluto per preparare l'opinione pubblica alla sua accettabilità, come una Finestra di Overton. Ci stiamo avvicinando a quello che Aldous Huxley aveva scritto nel 1932 ne Il mondo nuovo. Viviamo in un limbo che non ci permette di distinguere il fascismo di facciata da quello vero, autentico, quello che ci sta governando da decenni, quello che ci fa vivere in questi tempi bui, che si nasconde sotto altre forme. Facciamo finta di non vederlo perchè se no bisogna combatterlo, e come si fa quando ci accorgiamo che appartiene al nostro punto di riferimento, al nostro schieramento, alla nostra cerchia di amici? I veri fascisti che istruiscono i governi sul da farsi sono i criminali che si riuniscono ogni anno a Davos, questi sono i veri nemici delle classi subalterne. Il dibattito, se c'è, deve andare oltre le solite contrapposizioni ideologiche ( divide et impera ) e deve mirare ad una consapevolezza che ad oggi non vedo. Loro, i nazisti dell'Illinois, lo spiegano anche il loro progetto, ma la gente è distratta da informazioni devianti e da temi senza senso che poi puntualmente vengono smentiti dai fatti, la maggioranza delle persone accetta la finzione totale che riporta ad una normalità che non c'è più e che non ci sarà mai più. Non torneremo alla normalità perché la normalità era il problema. Sarà “The Second Machine Age”, dice Schwab, il Papa di Davos. La Seconda Era delle macchine, quella della robotica avanzata, della manifattura additiva, della stampa 3D, che fabbricherà qualunque cosa, utilizzando nuovi materiali che la chimica sta progettando come il grafene ed i nuovi conduttori di calore ed elettricità. Ma Schwab come un novello Frankenstein vuole realizzare il sogno di costruire un uomo in laboratorio con una biologia di sintesi, l'Epigenetica, utilizzando quelle tecnologie per cui ” il contesto potrà contribuire a modificare l'espressione genica” Modificare il genoma umano è il sogno dei transumanisti, per i quali l’uomo come è uscito dalle mani del Creatore non va affatto bene, perché non è perfetto, il corpo umano è difettoso, si ammala, è debole, è fragile, e poi muore. I transumanisti nel loro delirio luciferino vogliono ingegnerizzare il corpo umano, perché portatore di dolore e sofferenza, vedono il mondo fenomenico come una imperfezione per cui ambiscono a correggere il Creatore, costruendo un uomo come una macchina perfetta e possibilmente immortale. Una agenda totalmente incompatibile con le religioni, ma come un Dio che si fa uomo, soffre e poi muore? Questo progetto è supportato dal complesso industriale e militare degli USA, attraverso la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA), un’agenzia governativa del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti incaricata dello sviluppo di nuove tecnologie per uso militare. ( i super soldati?). Kissinger in un articolo sulla rivista Atlantic dice” Una crescente quantità dell’attività umana sarà svolta da algoritmi, in un periodo di tempo misurabile....l’IA, padroneggiando competenze più rapidamente e definitivamente che gli esseri umani, possa nel tempo ridurre la competenza umana e la stessa condizione umana a meri dati”. Non capisco cosa ci sia di umano in tutto questo. Il filosofo Alain de Benoit afferma che dove compare la parola trans c'è sempre un disagio con il proprio corpo, transumanesimo come andare oltre l'umano, soppiantare l'uomo con la macchina, queste teorie possono andare bene forse solo per gli adepti di una setta, per pochi illuminati ma si avvicinano di molto alle teorie naziste come l'Eugenetica tanto cara a Mengele. Come scrive Franco Berardi, il carattere saliente della nostra epoca è la divergenza tra intelligenza e coscienza, ecco perchè le teorie transumaniste non sono solo fantasie ma l'altra faccia dell'imminente demenza disumana. La potenza delle nuove tecnologie converge nella costruzione di un automa cognitivo e sia l'intelligenza artificiale che la demenza sociale sono gli attori dei prossimi scenari. In Homo Deus Yuval Harari scrive: “Le nuove tecnologie del XXI secolo potrebbero cancellare la rivoluzione umanista, togliere agli umani la loro autorità, e dare potere invece ad algoritmi non umani. Le scienze biologiche hanno concluso che gli organismi vanno considerati come algoritmi”.

Bifo prosegue nella sua riflessione”La dimensione antropologica che abbiamo identificato come umana durante l’epoca moderna si sta dissolvendo per effetto dell’esplosione tecnica, ma anche per effetto dell’esplosione psichica che ha portato l’inconscio sulla scena visibile del sociale mediatizzato”. La convergenza di intelligenza e coscienza è un elemento essenziale (forse l’elemento essenziale) della storia «umana» nell’umanesimo moderno. Ma ora vediamo che quella convergenza è finita.E ancora Harari: “Nel passato c’erano molte cose che solo gli umani potevano fare. Oggi invece robot e computer stanno per superare gli umani in molti compiti…. e gli umani si trovano nel pericolo di perdere il loro valore economico perché l’intelligenza si sta separando dalla coscienza”. Sono temi su cui dibattono da secoli filosofi e scienziati, da Zenone a Bergson, a Bifo, a Carlo Rovelli e che lascio a quanti si occupano di etica ed estetica. L'unica cosa che mi preme dire è che il transumanesimo è l'ideologia che sovrappone il computabile all'esistenza e per questo è un inganno filosofico e politico. E' difficile per quelli della mia generazione adattarsi ai controsensi della situazione presente e non vale neanche il discorso della persona anziana che non riesce a venire a patti con il nuovo e che sostiene che le cose andavano meglio prima poiché la presunzione che i giovani siano automaticamente all'avanguardia nel cambiamento culturale è diventata obsoleta. La Fabbrica del falso cerca di distogliere l'opinione pubblica creando campagne di disinformazione dove vengono stabiliti i temi dei dibattiti del giorno attorno al quale bisogna girare come mosche rimbambite. Creano caos e disorientamento mettendo le persone le une contro le altre, con un linguaggio manipolatorio e trasmissioni TV con personaggi che sembrano super partes ma che avvelenano l'aria solo per interessi personali. I maghi del marketing ci vendono le solo distopie come caramelle per la gola. Le elite globaliste distruggono i simboli e creano simulacri ed allora il punto di riferimento è la tradizione per non essere risucchiati dal vortice. Il gorgo non da appigli ed allora non resta che pensare al tempo in cui un senso c'era. Non si può immaginare che la natura, i sentimenti, la solidarietà tra le persone siano tutte una menzogna e che la verità risiede solo nelle folli teorie dei neonazi di Davos. Ogni volta che l'uomo vuole superare i limiti imposti dalla Natura succede una catastrofe. Come dicevano i nostri avi, “a tutto c'è una fine”. Carlo Rovelli riprende questa massima e conclude con “Tutto ha durata limitata, anche la razza umana”.

Prima di iniziare la tua patetica lotta per la sopravvivenza dovrei avvertirti. Le tue possibilità di vincita sono inesistenti” Freezer - Dragon Ball

Articolo apparso sul numero di giugno 2023 di Affiches, rivista di Radio Vulture

lunedì 15 maggio 2023

La generazione perduta

 


 
 
E' arrivato finalmente nei cinema il docu-film più interessante ed intenso dell'anno, presentato al Torino Film Festival e premiato con un Nastro d'Argento come migliore documentario, nella sezione “Cinema del reale”. “La Generazione perduta” di Marco Turco, scritto dal regista e da WuMing2 e Vania Del Borgo, prodotto da MIR Cinematografica e Luce Cinecittà in collaborazione con Rai Cinema e AAMOD. Al centro della vicenda c'è Carlo Rivolta, giovane giornalista di Repubblica sin dal primo numero. Attraverso la sua vita si narra la storia di una generazione, come spiega il regista Marco Turco “ una sinfonia corale accompagnata dalla voce di un solista, attraverso le parole e lo sguardo di Rivolta viviamo in diretta lo spirito dei tempi, le enormi speranze e le amare delusioni di una generazione devastata dall'eroina”. Siamo negli anni settanta, il Movimento Studentesco, l'Autonomia, la lotta armata. Famoso l'incipit del suo articolo “La rabbia studentesca” su Repubblica sulla cacciata di Lama dalla Sapienza di Roma, “ Alle 8 del mattino, sotto un cielo plumbeo e le prime gocce di pioggia, gli schieramenti nell'Università erano già formati, anche se la tensione era ancora minima. Nel piazzale della Minerva il servizio d'ordine del sindacato e del Pci, con i cartellini rossi appuntati sul bavero delle giacche..... presidiava la piazza del comizio”. Quando nel '78 avviene il rapimento di Moro e l'uccisione della scorta viene mandato in Via Fani. Fu proprio lui a scrivere l'articolo sul sequestro Moro per l'edizione straordinaria de La Repubblica del 16 marzo 1978. Nei suoi articoli, in contrasto anche con il suo giornale ed i suoi ex compagni, si dichiara favorevole alla trattativa con le Br per la liberazione di Moro, per questo motivo viene bollato dai suoi ex compagni come un traditore del popolo e minacciato di morte. Carlo Rivolta si autodefinì così: “Un giornalista critico verso la mia professione e, dal punto di vista politico, un militante critico verso la mia stessa area di appartenenza”. Non è un caso che si ritrovi tra più fuochi: accusandolo di incoerenza, l’ala violenta del movimento studentesco gli dà del “borghese”, i più moderati colleghi di Repubblica lo considerano un estremista. Per l'Autonomia e le Br è un infame. Le sue cronache avevano il pregio di portare il lettore dentro gli avvenimenti, insieme con le passioni che ne animavano la scrittura. Essa partecipava al mondo che descriveva senza nascondersi dietro il fantasma ipocrita della neutralità: era consapevolmente militante, ma al tempo stesso fredda e asciutta, con un gusto per la vivisezione delle dinamiche del potere, all' improvviso squarciata dall'irrompere di una disperata vitalità. L'amico e giornalista di nera Massimo Lugli
 lo descrive come un qualsiasi giovane di quegli anni “il giubbotto di renna sdrucito, la barba incolta, la moto, una fantastica Honda 350 verde che coccolava quasi quanto i suoi cani”.  Bob MarleySan Francisco altri due suoi grandi amori, l’orecchino un altro segno distintivo”, poi aggiunge,” la lettura delle sue cronache fu la prima crepa di dubbio, quasi un bagno di autocoscienza”. Carlo Rivolta ha rappresentato le pulsioni ed i drammi di una generazione nell'Italia degli anni '70, gli anni dei sogni e della rivoluzione interrotta. La lotta armata e l'uccisione di Aldo Moro segnarono profondamente ed in modo negativo molti giovani che vedono la carica rivoluzionaria esaurita. Delusi e sconfitti, estraniati e spaesati tanti finirono senza neanche accorgersene nel gorgo dell'eroina che in quegli anni sommerse l'Italia, se ne sapeva poco, tanti ci cascarono e tanti ne morirono. Su Lotta Continua ogni giorno c'era almeno un necrologio di qualche compagno morto. Dalle famiglie ai medici agli stessi ragazzi tutti si trovarono impreparati, non essendo in grado di affrontare la dipendenza. Carlo Rivolta seppe raccontare ogni sfaccettatura: filiera, effetti, economia, rituali, tagli, terapie. Indagando il fenomeno della diffusione dell'eroina finì per diventare egli stesso un consumatore, sviluppando una dipendenza che lo condurrà alla morte. I suoi articoli attaccavano l'ottusità dei politici che non vollero capire cosa si doveva fare e analizzavano quel particolare periodo storico dove il consumo di droghe pesanti era legato soprattutto alla sconfitta politica e alla grande disillusione di una generazione. Nel film c'è tutto questo grazie al materiale dell'archivio Rai e dell'archivio Luce, le immagini d'archivio volutamente sgranate e nebulose contrastano con le immagini nitide delle interviste attuali proprio per rimarcare l'angoscia di quegli anni, come se niente avesse più senso, svanita ormai la speranza di cambiare il mondo.

Dalle testimonianze di chi lo ha conosciuto, la compagna storica, i colleghi e gli amici, emerge una figura con tutte le sue contraddizioni ma anche con la sua coerenza nel cercare fino alla fine la verità che lo porterà alla autodistruzione. La voce di Carlo Rivolta esce da un vecchio registratore Geloso ed è affidata a Claudio Santamaria che legge brani dei suoi articoli. “ La vicenda di Carlo Rivolta diviene la personificazione emblematica di un mondo che mutava inesorabilmente travolgendo le attese e le speranze di una generazione che aveva creduto nel cambiamento e si ritrova a contare i propri morti.”

Carlo Rivolta è morto all'età di 32 anni, dopo 5 giorni di coma per una caduta dalla finestra del primo piano del palazzo in cui viveva a Roma in seguito ad una crisi di astinenza, ora riposa nel cimitero di Trebisacce, nell'Alto Jonio Cosentino”, il paese della madre, dove aveva trascorso le belle estati.


 Articolo apparso sul numero di maggio 2023 di Affiches, rivista di Radio Vulture