venerdì 9 luglio 2021

Sciòn sciòn, sciòn sciòn

 

“ Sciòn sciòn, sciòn sciòn”, ricordate la bellissima musica del grande Ennio Morricone per il film “Giu la testa” di Sergio Leone? Sicuramente si. Ebbene in una scena di Caro Diario, film di Nanni Moretti del 1993, un personaggio vorrebbe chiedere al Maestro Morricone una musica da diffondere per tutto il giorno nel paese, nel film si tratta dell'isola di Stromboli, ed a Storaro, grande direttore della fotografia, di curare l'illuminazione ed i tramonti di Stromboli, e poi continua : ricostruire da zero l'Italia, un nuovo modo di vivere, una nuova luce, nuovi suoni, nuovi colori, un nuovo modo di parlare, nuovi sapori, tutto nuovoo grida per poi concludere cantando, sciòn sciòn, sciòn sciòn. Il personaggio è interpretato da Antonio Neiwiller, grande attore, regista teatrale e drammaturgo.

Che magia e che visione in queste parole!!! Eravamo nel '93 ed il Novecento se ne stava andando per cedere il passo al nuovo millennio. Riusciamo a capire e a spiegarci quello che sta accadendo? Purtroppo fino a qualche mese fa “ per canzoni solo sirene e allarme” come profetizzava Battiato in Aria di Rivoluzione. Ed ora a che punto siamo?

Nel secolo passato l'intellettuale aiutava a capire, era la figura che garantiva la vitalità e la rigenerazione del pensiero della modernità, la sua capacità conoscitiva alimentava il pubblico dibattito e l'emancipazione del soggetto nella gestione e revisione dei suoi valori, valori condivisi che davano impulso all'organizzazione di una società aperta alla partecipazione politica dei suoi cittadini. Esempio ne è stato Pasolini che interpretò il ruolo dell'intellettuale in modo esclusivo e radicale con il suo impegno politico ed il suo pensiero critico mettendo in guardia sulla crisi della modernità. In sintonia con Pasolini era Guy Debord che prevedeva la deriva consumistica dei lavoratori, il capitale ha convertito il lavoratore in consumatore e lo spreco del tempo libero ( istupidimento da social ) ha portato all'abbattimento di ogni velleità di rivolta. Il pensiero del Novecento che ci ha formati sembra inservibile per capire quello che succede, siamo tornati all'assolutismo, al monarca, la politica intesa come dialettica e confronto non esiste più, vale solo quel che dice quello che comanda, anche a livello locale, quanti piccoli Marchese del Grillo ci sono nelle amministrazioni dei nostri paesi:” io so' io e voi non siete un c..zo”

La rivoluzione è stata fatta da un potere senza volto, nessun'altra è possibile, gli uomini sono divenuti spettatori passivi di uno spettacolo che emargina il nostro ruolo dal mondo, la realtà è diventata un oscuro scrutare. Le democrazie occidentali stanno mutando e utilizzano come strumento di governo lo stato d'eccezione come prassi tesa a diventare nuova normalità.

E gli intellettuali che fine hanno fatto? Quei pochi che vogliono ancora esercitare il pensiero critico sono censurati, fuori dai media mainstream poiché non allineati al pensiero unico, gli altri tutti allineati e coperti, schierati a difesa di privilegi e benefici che il sistema elargisce, si affannano nei vari talk show a decretare il valore culturale del capitalismo globale e neoliberista. Da “una vita spericolata alla Steve McQueen” alla “sottomissione al potere superiore purché gli si risparmi la vita, nient'altro che la vita, non importa quale vita” ( Bifo) Sciòn sciòn, sciòn sciòn!!!!

William Burroughs aveva immaginato che la società contemporanea potesse essere manipolata dai media elettronici e informatici ed infatti uno dei suoi punti chiave era “ Language is a virus” ( ripreso anche da Laurie Anderson in una sua installazione video ). Forse è l'ora di riflettere nel mettere al centro della prassi quotidiana le attività creative e di dare importanza alla figura dell'artista ed al ruolo dell'Arte. Compito dell'artista, del creativo, dell'artigiano e dell'intellettuale è sovvertire questo disegno con i mezzi di cui si dispone. E' L'uomo della consapevolezza integrale che può correggere i rapporti tra i sensi prima che la tecnologia intorpidisca i procedimenti coscienti. L'atto creativo deve lasciare un segno per questo è necessario condividerlo. Liberi di essere uomini. Gli artisti come fuorilegge della creatività. ( WB )

Antonio Neiwiller ha scritto nel maggio del 1993 un testo bellissimo che mi sembra più attuale che mai. - Per un Teatro Clandestino dedicato a T. Kantor

È tempo di mettersi in ascolto.
È tempo di fare silenzio dentro di se.
È tempo di essere mobili e leggeri,
di alleggerirsi per mettersi in cammino.
È tempo di convivere con le macerie
E l’orrore, per trovare un senso.
Tra non molto, anche i mediocri

lo diranno.
Ma io non parlo di strade più impervie,
di impegni più rischiosi,
di atti meditati in solitudine.
L’unica morale possibile
È quella che puoi trovare,
giorno per giorno, nel tuo luogo
aperto-appartato.
Che senso ha se solo tu ti salvi..........( cercatelo e continuate nella lettura )

Articolo pubblicato su Affiches, rivista di Radio Vulture, nr 8, luglio 2021