venerdì 12 febbraio 2021

Alla ricerca dello spazio perduto




Il XX secolo ci ha prefigurato un futuro illimitato ponendo una moratoria sul passato e illudendoci con un eterno presente. Passaporto per l'eternità. Un'era di libertà simulate dove la maggior parte della gente ha accettato il ruolo che gli veniva dato, fino a diventare senza rendersene conto come la rana bollita di Chomsky.

Che tristezza!!!

Ora siamo stati catapultati nel futuro inavvertitamente, con un regime a soffiarci sul collo, una stirpe di figuranti mascherati che tira a campare nella quarta rivoluzione industriale dove le corporazioni finanziarie si sono sostituite agli stati sovrani e ne decidono i governi e le politiche. Il segno del declino è evidente e si sta diffondendo come in un film di cattiva fantascienza, la fantascienza si distingue dagli altri generi letterari per la sua interpretazione del presente pensando al futuro piu che al passato, è entrata nelle case di tutti come virtuosismo ed esercizio di stile grazie ai mezzi di informazione che hanno sbanderiato ai quattro venti a senso unico propagandando l'idea dominante come nuova religione. Il gregge pascola nei salotti di casa o sulla rete, pensando di contare qualcosa, al riparo da contagi, accettando inconsapevolmente ma comodamente di far parte di una umanità disumanizzata che trascende il proprio corpo e nega la propria anima. Con la scomparsa del sociale si prefigura una società che si limita a vivere nel salotto di casa, immuni da qualsiasi idea malsana ma tutti felici e connessi.

E' un'era, questa, per criminali e delinquenti, lo psicopatico non passa mai di moda!!!

Viene in mente la pittura di Edward Hopper, i suoi soggetti, i bar malinconici e le camere d'albergo, gli edifici  e le campagne silenziose, sembrano riassumere l'occidente del lookdown, mostrando il voyerismo e la solitudine dei giorni passati a guardare con occhi vuoti dalle finestre. I pittori surrealisti, invece,  rappresentano lo spazio interiore con un occhio critico. Le immagini del surrealsmo creano una iconografia dello spazio interiore. Dalì con il suo scafandro si riprometteva di scendere fino all'inconscio e Odilon Redon diceva che il surrealismo pone la logica del visibile al servizio dell' invisibile.





 






E' necessario riprodurre realtà alternative a quella che ha imprigionato le pulsioni e le fantasie della nostra vita nel suo complesso in un rigoroso spazio tempo, alternative positive che fanno uso di una energia dormiente, che permetta di attraversare con flussi di tempo e spazi interni questi paesaggi per fare ritorno alla nostra vera natura intima. Una fusione tra il mondo esterno ed il nostro spazio interiore, senza dimenticare la magia che ci aspetta e ci spetta.

Questo punto nodale della storia dell'umanità puo essere descritto solo con l'idioma che ci è proprio, lasciando stare le lingue e i gerghi  di uso comune.

Le parole non bastano, Burroughs si è domandato perchè nessuno si è mai chiesto cos'è la parola? 

Abbiamo bisogno di gesti per non rimanere solo spettatori di avvenimenti e di una realtà che anche se non ci coinvolge non ci è estranea, in cui esibiamo le diverse maschere imposte dal ruolo che abbiamo. Ognuno di noi, soprattutto in questi momenti in cui si è soli con se stessi, deve avere la consapevolezza di essere altro, di sperimentare qualcosa di assolutamente differente, qualcosa di unico. In momenti come questi bisogna essere coraggiosi di andare oltre l'abitudine che ci costringe e ci preclude l'orizzonte, di costruire un rapporto autentico con se stesso e con gli altri, di trovare il coraggio di essere liberi per diventare veramente chi siamo. Il coraggio di intraprendere un viaggio verso la Zona tarkovskiana, dove si annulla il confine tra realtà e finzione, tra vita e arte. Un viaggio verso il luogo dei desideri rimossi.