venerdì 2 dicembre 2022

Illusioni svanite

 



illusione

/il·lu·ṣió·ne/

sostantivo femminile

  1. 1.

Proiezione in ambito immaginario di elementi che non troveranno corrispondenza nella realtà contingente.

    "vivere di illusioni"

2. 2.

Percezione od opinione falsata da un errore dei sensi o della mente.

    "la prospettiva in pittura dà l'i. della profondità"


Illusione è la parola che mi risuona in testa, continuamente, in questi giorni.

Illusion è l'ultimo album di Stefano Rampoldi, in arte Edda. Già Ritmo Tribale, dopo varie vicissitudini personali da qualche anno è ritornato a fare canzoni di grande qualità grazie soprattutto alla produzione di Gianni Maroccolo. Personaggio fuori dagli schemi e di sensibilità rara esprime nelle sue canzoni la sua difficoltà a rapportarsi con i meccanismi e gli automatismi proposti da questo sistema, mosso da un proprio sentire spirituale fa musica per difendersi dalle continue tensioni che gli crea il reale. “ Siamo in guerra e stiamo perdendo tutti, perché le guerre non sono fatte per essere vinte, è una illusione pensare di vivere questa realtà”. 11 canzoni che crescono con l'ascolto, con testi che possono sembrare senza senso ma che alternano ironia alla Freak Antoni a crude verità.

Maya in sanscrito vuol dire creazione ma di conseguenza anche illusione. Molte dottrine filosofiche e religiose lo interpretano come il «velo» che ostacola l'essere individuale a riscoprire la propria relazione con Dio, e che impedisce di riconoscere la propria identificazione con esso illudendo l'anima di essere un individuo distinto dal tutto.

Nel suo romanzo Uno, nessuno e centomila, Pirandello spiega come l'uomo si nasconda dietro un velo di Maya che non consente di conoscere la propria personalità. Per Schopenhauer il velo di Maya rappresenta ciò che nasconde la realtà delle cose e per questo bisogna strapparlo se si vuol conoscere il mondo. Ormai è evidente come il nostro io vive all'interno di una dimensione illusoria, ogni giorno si manifesta l'insostenibilità di questo modo di essere totalmente determinato dal sistema capitalistico, è in atto una mutazione che investe il nostro vivere quotidiano, una grande trasformazione antropologica.

Negli anni sessanta e settanta, la controcultura rappresentava una minaccia per il sistema, era capace di contagiarci con la sua euforia e di portarci oltre la cooptazione capitalista del principio del piacere, un'epoca dove sembrava che la rivoluzione culturale potesse innescare una rivoluzione politica. Non ne vogliamo fare una nostalgica icona e neanche una allucinata autopsia di un sogno ormai andato ma è opportuno analizzarne il potenziale politico e culturale. Un potenziale ravvisabile nei comportamenti e modelli culturali capaci di tracciare legami tra coscienza di classe e coscienza di gruppo. L'aspetto fondamentale di quegli anni è stato la presa di coscienza, dall'autocoscienza femminista alla coscienza di classe che accomunava tutta la forza lavoro, senza distinzioni di categorie o comparti, un processo necessario poiché la coscienza della propria esistenza non è autoevidente ma la si evidenzia con il confronto con gli altri. Prendere coscienza è soprattutto un processo creativo nel relazionarsi con il mondo. La sinistra è stata incapace di rappresentare nuove forme di desiderio a cui la controcultura aveva dato voce. Il modo di vivere collettivo e comunitario della controcultura degli anni sessanta e settanta si è arenato poiché c'è stato un arretramento della coscienza, dove alcune forme inglobate dal capitalismo hanno provocato una frantumazione della solidarietà. La sinistra è stata incapace di rappresentare le nuove forme di desiderio che cominciavano a prendere vita, per programmare e progettare quello che Marcuse auspicava, un socialismo democratico o comunismo libertario, per cui mentre ascoltavamo musica che parlava di libertà, peace and love, gli apparati di partito, specialmente del PCI, puntavano alla centralizzazione ed al controllo statale. In molti casi hanno innescato azioni di sabotaggio per evitare che l'argomento assumesse una questione rilevante. La piccola borghesia che dominava nelle accademie e nell'industria culturale ha attuato un sistematico depistaggio atto a sminuire la coscienza di classe e omologando la cultura ad escludere l'idea politica del nuovo che stava nascendo. Siamo tutti classe media ha dichiarato negli anni novanta il vice primo ministro di Tony Blair, rappresentante del Labour Party, e la classe operaia si è fatta ceto medio, illudendosi di elevare la propria condizione sociale e cadendo nella trappola del desiderio/subordinato che dopo una sbornia iniziale ed una abbuffata di beni di consumo, spesso superflui, ora non ha nessun soggetto politico che possa rappresentare la propria rabbia repressa, la frustrazione e le preoccupazioni dovuti a nessuna certezza del futuro. Penso che da queste negatività debba ripartire una grande forza di sinistra, mettere da parte la malinconia dei bei tempi andati e pensare ad un soggetto collettivo con una coscienza di gruppo, una coscienza collettiva delle classi subalterne, una consapevolezza che alimenti la coscienza di essere subordinati a questo sistema discriminatorio.

Il malcontento si deve tradurre in proposta politica. Il capitale ha paura di tutto questo e manovra per sabotare la crescita di una consapevolezza che dia origine ad una nuova coscienza di classe, non ci può essere una rivoluzione politica se non c'è prima una rivoluzione culturale, bisogna andare oltre l'attrazione libidinale del capitale che crea rassegnazione e infelicità quando non si riescono a soddisfare bisogni e desideri, è dalla cultura che deve nascere l'attrazione verso bisogni e desideri che portino ad un indirizzo politico.

La reificazione della storia praticata dalla vittoria ideologica del capitalismo è una delle principali strategie per consolidare la sua posizione e confinarci in una stasi senza fine, ma Lukacs ci ricorda che la storia è un prodotto dell'uomo, anche se inconsapevole, e le relazioni che l'uomo stabilisce con se stesso, con gli altri uomini e con la natura sovvertono le forme di oggettualità che plasmano l'esistenza dell'uomo.

In questi ultimi anni, stiamo cominciando a capire che la promessa di uguaglianza, prosperità e pace è svanita. Che il mondo che si sta creando è un mondo solo per ricchi, che lo vogliono fare con i nostri sacrifici É la fine di tutte le illusioni. E non è detto che sia una brutta cosa se si consolida la consapevolezza che chi continua a governare e a dominare il lavoro e la vita sociale è il naziliberismo, che di volta in volta si serve della coalizione politica che offre più garanzie. Niente sembra fermare l'apocalisse prodotto da questo drago dalle innumerevoli teste ma sperimentare forme di vita urbana creative e collettive può rendere possibile una vita felice, un arcipelago di isole, anche se limitate nello spazio e nel tempo dove sospendere l'ordine costituito. E' l'ultima delle illusioni.

Articolo apparso nel numero 12 di novembre 2022 di Affiches, rivista di Radio Vulture

 

 

 



venerdì 28 ottobre 2022

Transizione di fase

Fortunato chi, di questi tempi,

ha nel proprio orizzonte un monastero a protezione”

Giovanni Lindo Ferretti

Non temerai i terrori della notte non temerai il terrore...

Maciste contro tutti - CCCP

La supremazia del diritto italiano sulle regole europee è sancita nella nostra Costituzione ed è il modo in cui la Germania sta in Europa. Indro Montanelli, uno che di cose se ne intendeva, ebbe a dire “ Quando si farà l'Europa, i Francesi entreranno da Francesi, i Tedeschi da Tedeschi e gli Italiani da Europei”. Cosa direbbero oggi i 75 Padri Costituenti, gli autori della Carta costituzionale nata dalla resistenza al nazifascismo e dalla lotta per la democrazia in Italia della situazione italiana? L'analisi delle teorie economiche e politiche e dei principi fondamentali rinvenibili sia nella Costituzione Italiana che nei Trattati europei mettono in evidenza dei modelli sociali ed economici diametralmente opposti. Il modello di democrazia della nostra Costituzione mira a ridurre il conflitto sociale con l'impegno di arrivare alla piena occupazione, ha come principio fondamentale il diritto al lavoro. L’essenza democratica della Costituzione sta nel vincolo, non «esterno», alla realizzazione irrinunciabile dei principi fondamentali; cioè le istituzioni sono legittimate dalla sovranità in quanto svolgano politiche relative a quei valori di sostanza, non scindibili da qualunque discorso sulle forme e i meccanismi. Con il “ vincolo esterno” dei Trattati europei la democrazia ed il benessere entrano in crisi. Il banchetto global finanziario sull'Italia è più vicino che mai, tra bollette insostenibili e prezzi in aumento dei beni essenziali importati per produzione e consumo. L'EU continua ad indicare riforme ed austerità ma la causa principale sono le regole monetarie e fiscali proprie dell'eurozona che si cumulano ciclicamente con la forte flessione della crescita dovuta all'inflazione da prezzi energetici e beni importati. E meno male che l'euro doveva proteggerci dall'inflazione. Quante menzogne! La tempesta che si prepara farà sembrare la pandemia uno scherzo, ora è necessario un sostegno alle famiglie e alle imprese. Per quelli che dicevano che fuori dall'Europa gli inglesi sarebbero falliti la Gran Bretagna ha stanziato aiuti per 150 miliardi di sterline (170 miliardi di euro ), il banchiere è arrivato a 11 miliardi. Il nuovo governo avrà un impegno non semplice, poiché le macerie lasciate dal governo dei migliori hanno devastato tutti i settori della nostra economia. Bisogna battere i pugni sul tavolo a Bruxelles e ridiscutere i Trattati, far valere le nostre ragioni a cominciare dal non inviare più armi all'Ucraina e togliere le sanzioni alla Russia, che stanno colpendo soprattutto noi. La Russia vende il “nostro” gas alla Cina e ai Paesi in via di sviluppo. Paolo Scaroni, già ad di Eni e Enel ha dichiarato che l'Italia ci rimette moltissimo a causa delle sanzioni decise ad un tavolo dove siedono anche USA e Norvegia che da queste strategie hanno solo da guadagnare, aggiungendo che, chi ha previsto sanzioni non si è preoccupato di prevederne le conseguenze. Dopo i virologi e i geo politologi ora è la volta dei gassologi. Il ministro Cingolani a giugno ripeteva di stare tranquilli poiché la situazione è sotto controllo, e qui viene in mente Speranza all'inizio della pandemia, a luglio ribadiva che se non avremo un inverno artico ce la faremo, ad agosto insisteva sulla necessità di affidarsi a soluzioni europee, non rassegnandosi ai primi di ottobre continuava a dire che siamo vicini al tetto del gas e che c'è stato un chiarimento con la Germania. Alla faccia del chiarimento, la Germania ha dichiarato che utilizzerà per i prossimi 3 anni un Fondo di stabilizzazione economica pari a 200 miliardi di euro per sostenere il sistema produttivo nazionale per contrastare l'effetto del caro energia. Perchè non viene consentito a tutti gli Stati membri di adottare questo provvedimento? La Germania continua a fare come gli pare, ( Montanelli docet ) ed il cetriolo tocca a noi. La Repubblica ironizza sull'inverno che ci aspetta proponendo il look di Macron. C'era una volta la Repubblica!!!

Ah dimenticavo, a marzo il banchiere tornando dal G7 scongiurava il pericolo proclamando che le forniture dalla Russia non sono in pericolo. A questo punto non ci resta che affidarsi al surriscaldamento globale!!!

L'Europa, completamente succube della Nato, non è la soluzione del caro bollette ma la causa. In questo particolare momento, ancor di più in concomitanza con una guerra economica con la Russia è da folli rinunciare alle fonti energetiche fossili, è urgente stoppare il pacchetto UE FitFor55, fare extradeficit per aiutare imprese e famiglie, ma questo è vietato dai regolamenti UE, uno scostamento di bilancio per non lasciare che il sistema industriale italiano collassi ma la BCE non compra come nel 2020. Basterebbe questo per uscire da questa Europa che discrimina tra figli e figliastri.

L'auto elettrica è l'idolo d'oro della nuova religione dell'emergenza climatica. Dove nasce questa fissazione tutta europea per la transizione verde? E' una priorità dell'agenda economica e industriale tedesca. Anche il dissesto idrogeologico è una priorità se si vuole veramente bene alla salute del pianeta, ma poiché la Germania ha ancora una industria automotive e che con l'auto elettrica si calcola che i posti a rischio nel comparto saranno 400.000 la transizione verde la dobbiamo pagare anche noi con i fondi europei ed il dissesto idrogeologico invece può aspettare fino a quando non sarà una priorità anche per i Tedeschi. Ecco cosa vuol dire perdere la sovranità. Per fare una batteria di una macchina elettrica ci vogliono: 14kg di litio, 28 kg di cobalto 59 kg di nichel 41 kg di rame 86 kg di grafite 226 kg di acciaio e alluminio, inoltre manganese plastica ed altri materiali. Materie prime che devono essere estratte, quindi un incremento del settore estrattivo con devastazione ambientale senza precedenti e sfruttamento dei minori utilizzati nei cunicoli delle miniere. Queste materie prime si trovano in abbondanza in Cina e Africa, per cui vi lascio pensare i danni al paesaggio e alle popolazioni autoctone causati dal colonialismo espansionistico del naziliberismo, inoltre con l'elettrico consegnamo l'industria dell'automobile nelle mani della Cina ( chiedete agli operai di Stellantis cosa ne pensano ). E' pensabile distruggere l'industria automotive italiana per fare un piacere ai cinesi? La Cina che ha un numero molto alto di centrali a carbone e che è uno dei principali responsabili dell'inquinamento. Secondo uno studio Usa, basterebbe chiudere 5 centrali di carbone in Cina per compensare l'inquinamento delle auto nel mondo. L'ex viceministro all'energia di Obama, Steven Koonin, in una intervista rilasciata ad un quotidiano italiano, ribadisce che l'Europa a zero emissioni sarebbe inutile, poiché rappresenta il 10% delle emissioni globali, il suo sforzo verrebbe vanificato dai Paesi in via di sviluppo, poiché per i paesi emergenti i combustibili fossili rappresentano il modo più economico ed affidabile per soddisfare il proprio fabbisogno di energia. Sulle strategie ambientali è necessario un ripensamento globale ed una informazione corretta. Siamo mai stati interpellati su problemi di tale gravità? Ci hanno messi sempre davanti al fatto compiuto. Il dibattito sui media è sempre intriso da conformismo becero e menzognero, dall'euro ai lookdown, dai vaccini al cambiamento climatico la narrazione è sempre la stessa. La moneta unica è bella, i lookdown servono, i vaccini impediscono i contagi ed il clima cambia per colpa dell'uomo. E su questi temi la Scienzah sarebbe d'accordo.

Il filosofo e saggista Franco Bifo Berardi in un suo viaggio in Cile allo scoperta della nuova democrazia cilena ha notato questa frase sui muri delle città cilene “ No era depresion ma capitalismo”. Questa frase indica che vivere nella sottomissione in condizioni di continua precarietà genera depressione. Il capitalismo è il male che genera l'inquinamento, l'emergenza climatica, le continue crisi economiche e sociali ed il disagio psichico, se non si mette in discussione questo sistema con i suoi automatismi allora abbiamo capito poco o niente. Già nel 1962 Luciano Bianciardi, nel suo romanzo La vita agra, aveva anticipato le distorsioni del capitalismo e della società dei consumi “ Faremo insorgere bisogni mai sentiti prima, e daremo beni di consumo a tutti, purchè siano pronti a scarpinare, a pestarsi i piedi e a tafanarsi l'uno con l'altro dalla mattina alla sera”. Mi rendo conto che è impossibile tornare indietro ma almeno prendere coscienza che questo sistema ci stritola giorno dopo giorno, che è incompatibile con l'esistenza dell'umanità intera e che non può proporre soluzioni, poiché è l'unico responsabile di queste criticità. Grande è il debito nei confronti di Mark Fisher, che nelle sue ultime lezioni ci da gli strumenti per comprendere le dinamiche del capitalismo neoliberista. Le potenze che si combattono non hanno alcuna idea e alcuna verità da proporre solo una continua minaccia di malattie, morte e odio. Sono due teste del Drago. Ci troviamo davanti ad un “esaurimento delle culture” come diceva Don Dossetti, il monaco obbediente. Sono alla fine e vogliono trascinare tutti noi nella disperazione ed in una profonda depressione. E' urgente una cura per trovare un altro modo ed un altro sistema sostenibile, perché questa guerra mondiale si combatte nella mente delle persone. Insorgere contro questo potere mi sembra poco percorribile perché tende a dividerci mettendoci gli uni contro l'altro su ogni tema riscoprendo finanche fantasmi del passato ( altre teste del Drago ), poi ci blandisce con contentini e bonus e ci avverte con velate minacce ( va tutto bene ma poteva andare peggio ). L'ambizione è ripartire dalle radici spirituali dell'Europa che hanno dato vita ad una cultura universale. Chi ha consapevolezza e coscienza non ha più scuse. Alla luce di quello che sta avvenendo in ogni angolo del mondo è urgente e necessario costruire una società ed un sistema economico orientati al bene comune. Dopo averlo tanto criticato diamo merito a Papa Bergoglio di avere indicato la giusta direzione verso cui si deve incamminare l'umanità, “la chiesa è un ospedale da campo, e tra le virtù non è importante né la fede né la speranza. Importante è la carità, l’abbraccio, la carezza, la solidarietà”.

Affiches, rivista di Radio Vulture, novembre 2022

 

 

venerdì 30 settembre 2022

In direzione ostinata e contraria

 



è l'azione di aprirsi un varco

attraverso un invisibile muro di ferro”

Van Gogh il suicidato della società - Antonin Artaud

La mia generazione si è trovata davanti un conformismo grigio e piatto che stroncava gli aneliti di libertà giovanili e metteva paletti dappertutto per cui essere anticonformista era una ribellione necessaria ai dettami e alle consuetudini della borghesia benpensante che ci voleva massificati, tutti uguali. Abbiamo fatto dell'anticonformismo la nostra principale prerogativa, dal modo di vestire ai capelli lunghi, dalla musica alle letture, dai film ai primi concerti di musica rock. L'anticonformismo minaccia l'identità del benpensante, semina incertezza, insinua dubbi poiché obbliga a fare i conti con la propria soggettività scombinando così l'omogeneità sociale. Ora ci troviamo a vivere in un'epoca in cui l'anticonformismo è diventato il nuovo conformismo, un anticonformismo mainstream, purgato da ogni segnale di irriverenza verso il potere, un anticonformismo ricoperto da una patina di finta trasgressione, programmata dagli uffici di marketing delle grandi aziende, che propongono modi di comportamento menzogneri per orientare la gente verso il prodotto che devono vendere. Ed allora mi risuonano nelle orecchie le parole di un vecchio brano dei Cccp, Per me lo so, “ conforme a chi, conforme a cosa? Conforme a quale strana posa?” per cui per difendermi ed avere uno spazio di sanità mentale rispondo con la mia storia e della mia storia. Cercare la verità nella propria storia anche perché non si vede un pensiero nuovo né da parte laica né da parte cristiana, immobili in un eterno presente, in attesa. Ai giovani di oggi è concesso poco, neanche un gesto di ribellione, di realizzare nuove forme di desiderio, di poter sperimentare le proprie capacità e i propri sogni in questo vuoto di valori sociali il cui unico sfogo è lo spazio virtuale.

I simboli di rivolta e di critica sono diventati moda, funzionali al potere e sfruttati dal mercato, svuotati del loro effettivo senso e diventati merce. Acconciature inconsuete, creste punk, tatuaggi, piercing, orecchini erano tutti simboli che raccontavano storie e mostravano una forte trasgressione, ora la società dei consumi con la sua ideologia edonistica attua una totale e silenziosa repressione sulle menti delle persone ( la vera terza guerra mondiale ), creando superflui bisogni ed esigenze pur di vendere le sue merci, portando le persone a rinnegare, pur inconsapevolmente, modelli culturali reali nati dalla propria storia, dalle tradizioni e dall'evoluzione delle culture contadine e operaie.

Il potere ci vuole tutti felici, ha creato per noi un universo parallelo dove essere tutti giovani, belli, ricchi e scattanti con tutti i più innovativi gadget tecnologici per rendere più agevole una vita finalmente libera dalle miserie quotidiane. Catapultati nel metaverso, simulacri e avatar di noi stessi, trasformati in platea televisiva con i social che ne hanno vanificato i modi e i luoghi dell'organizzazione, obbligati alla performance ( puoi essere ciò che vuoi, se lo vuoi ) per sfuggire dalla precarietà esistenziale, dove la responsabilità del proprio insuccesso è scaricata sul singolo. Il potere sociale esercita sugli individui una sorta di potere di classe che produce un senso di inferiorità, un disagio psichico quando ci si convince che siamo incapaci di rispondere alle aspettative della società, attraverso le quali viene certificata la nostra identità. Chi si muove al di fuori della sfera sociale cui è destinato è sempre in pericolo di essere soverchiato da sentimenti di vertigine, di panico e di paura. ( Mark Fisher) Un malessere che si affronta in solitudine, convinti che sia una questione privata e non un effetto del potere sociale. Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria col suo marchio speciale di speciale disperazione...per consegnare alla morte una goccia di splendore di umanità di verità” ( De Andrè ) Le persone incolpano se stessi, piuttosto che le strutture sociali, burocratica casta, preme compatta schiaccia ( CSI ). Ci schiaccia solo se siamo soli, ma se ci uniamo, ci raccontiamo, se smettiamo di credere alle menzogne che ci raccontano, se si ritrova il coraggio di immaginare la propria vita potremo mandare a picco questa macchina della disperazione di molti e del privilegio di pochi.

La politica, cane da guardia del potere, garantisce l'assenza di ribellione accogliendo in pieno i modelli imposti dal capitale. Le due coalizioni, destra e sinistra, sono falsamente contrapposte poiché sono organiche allo stesso sistema capitalista neoliberista, hanno il compito di alimentare una falsa dialettica all'interno della stessa ideologia politicamente corretta alla quale aderiscono.

Il conformismo della sinistra, di questa sinistra rivela l'inconsistenza della classe dirigente e la sua inutilità determinata dalla finanza che ha avocato a sé il governo della realtà, propinandoci un disgustoso frullato di elementi indistinguibili.

Coltivando tranquilla/L'orribile varietà/Delle proprie superbie/La maggioranza sta/Come una malattia/Come una sfortuna/Come un'anestesia/Come un'abitudine” Smisurata preghiera- De Andrè

Tornare all'originario sentimento nel rendere universale quell'insieme di abitudini collettive che sono alla base della cultura popolare, un sentimento di appartenenza ad una comunità che si oppone all'universalismo astratto dei mercati, per approdare a nuove forme di coscienza e consapevolezza. In questi tempi tremendi in cui gli uomini non sembrano più umani “in quest'epoca di terrore e di follia insensata, la bontà spicciola, granello radioattivo sbriciolato nella vita, non è scomparsa". ( Vasilij Grossman )

Articolo pubblicato sul numero di ottobre 2022 di Affiches, rivista di Radio Vulture



venerdì 9 settembre 2022

Come un vaso di coccio

 Partiamo da due fatti accennati nei precedenti articoli che servono per comprendere meglio e capire la situazione in cui ci troviamo oggi, fatti e non opinioni, eventi che sono passati sottotraccia e che solo pochi commentatori politici hanno analizzato in tutta la loro gravità, fatti le cui conseguenze si stanno rivelando ai nostri occhi e sulla nostra pelle. Il primo accadimento in ordine cronologico si è verificato nel 1981, il Ministro del Tesoro Beniamino Andreatta e il Governatore della Banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi diedero vita alla “svolta neoliberista” nella politica italiana. In quegli anni infatti, l’ideologia neoliberista comincia a far presa sulla totalità dei paesi industrializzati. Tatcher e Reagan salgono “al potere” nei loro rispettivi paesi. Il pretesto è rappresentato dagli shock petroliferi, da un'alta inflazione e da una rete di consulenti e tecnici all’interno dei Governi e delle Banche centrali che permetteranno tutto ciò. Fino al 1981, l’Italia godeva di una piena sovranità monetaria garantita dalla proprietà pubblica del suo istituto di emissione, “ente di diritto pubblico” ai sensi della legge bancaria del 1936, controllato dallo Stato per il tramite delle “banche di interesse nazionale” e degli “istituti di credito di diritto pubblico”. La Banca d’Italia si impegnava ad acquistare tutti i titoli non collocati presso gli investitori privati. Questo sistema garantiva il finanziamento della spesa pubblica e la creazione della base monetaria, nonché la crescita dell’economia reale. Fino al 1981, l’Italia aveva la quota di spesa pubblica in rapporto al PIL più bassa tra gli Stati Europei: il 41,1% contro il 41,2% della Repubblica Federale Tedesca, il 42,2% del Regno Unito, il 43,1% della Francia, il 48,1% del Belgio e il 54,6% dei Paesi Bassi. Il rapporto tra debito pubblico e PIL era fermo nel 1980 al 56,86%.

Il 12 febbraio 1981 il Ministro del Tesoro Beniamino Andreatta scrisse al Governatore della Banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi una lettera che sancì il “divorzio” tra le due istituzioni.

Il provvedimento ebbe effetti devastanti sulla politica economica italiana. Dopo il divorzio tra Banca d’Italia e Tesoro, lo Stato dovette collocare i titoli del debito pubblico sul mercato finanziario privato a tassi d’interesse sensibilmente più alti. In conseguenza di ciò, durante gli anni ’80 assistiamo a una vera e propria esplosione della spesa per interessi passivi. Come riconosciuto da Andreatta, il divorzio nacque come “congiura aperta” tra Ministro del Tesoro e Governatore della Banca d’Italia, “nel presupposto che a cose fatte, sia poi troppo costoso tornare indietro”. Il parlamento italiano non ha avuto la possibilità di esprimersi in merito ad una questione di tale portata, poiché secondo i legali del ministero “ la revisione delle disposizioni date alla Banca d’Italia rientra nella competenza esclusiva del ministro”.

Il secondo fatto risale al 2 giugno del 1992 quando a bordo dello yacht Britannia della regina Elisabetta II all'ancora a Civitavecchia si incontrano i rappresentanti delle grandi banche d'affari inglesi, della BZW (la ditta di intermediazione finanziaria della Barclay’s), della Baring & Co ( la più antica merchant bank londinese), della S.G. Warburg ( banca privata tedesca ), e industriali italiani, rappresentanti del mondo politico e rappresentanti di banche e assicurazioni, dell’ENI, dell’AGIP, dell’IRI e della Società Autostrade. Era presente anche Mario Draghi, all'epoca Direttore generale del Ministero del Tesoro. Si dice che fosse presente anche Beppe Grillo, nonostante le sue smentite, Emma Bonino, presente anche essa, in una intervista si dichiarava stupita e non riusciva a capire il perché della presenza dell'ex comico a bordo del Britannia. In questa scellerata crociera al largo delle coste italiane su una nave battente bandiera britannica e dunque sotto giurisdizione britannica si da il via alla svendita delle aziende industriali e bancarie più prestigiose dello Stato Italiano. La privatizzazione viene presentata come l'unica cura per risanare la nostra economia, invece nasconde strategie di business per scippare allo Stato la sovranità monetaria che fa da freno alla globalizzazione dei mercati. Ricordiamo che in quei mesi a partire dal febbraio del 1992 le prime pagine dei giornali si occupavano del Trattato di Maastricht ( 7 febbraio ), di Mani Pulite e degli arresti eccellenti ( dal 17 febbraio ), inoltre le elezioni di aprile avevano decretato la liquidazione politica di Craxi e Andreotti e il 27 aprile si dimette il Presidente Cossiga. Il 23 maggio viene ucciso il giudice Falcone. Il Britannia scivola silenzioso nelle acque di Civitavecchia il 2 giugno 1992, Festa della Repubblica. In questi mesi Amato, Ciampi, Prodi e Andreatta vanno avanti in modo deciso con la privatizzazione delle aziende a partecipazione pubblica. Il discorso pronunciato dall'alto funzionario del Tesoro Draghi a bordo del Britannia è stato pubblicato da Il Fatto Quotidiano. Si tratta di un documento dal valore storico e politico e attesta la convinzione delle virtù taumaturgiche del mercato e della finanza. La privatizzazione avrebbe, secondo Draghi, portato maggior efficienza, maggior crescita e maggiori profitti più di quanto avrebbero fatto i manager delle Aziende di Stato e in definitiva avrebbe aiutato a risolvere l’annoso problema dell’alto debito pubblico in rapporto al Pil. Quindi nelle sue parole consolidare la credibilità dell'Italia nei mercati come strada per la crescita e la fine del controllo politico con un esecutivo forte e stabile. Arrivarono governi tecnici ( il primo fu quello di Ciampi nell'aprile del 1993 con gente delle banche e della finanza), inasprimento della tassazione, inefficienza, mancati investimenti, mancata innovazione, spregiudicate operazioni di speculazione finanziaria ( nel settembre del 1992 Soros attacca la lira ), e con gli anni a venire svuotamento delle funzioni del Parlamento, legge Fornero e Jobs act e di conseguenza licenziamenti e chiusure di stabilimenti produttivi fino al completo smantellamento dell'eccezionale apparato produttivo italiano, perché come ripete il mantra di questi anni “ce lo chiede l'Europa”. Un danno che ha distrutto una nazione, dopo 30 anni abbiamo il record di debito pubblico. Una crociera tenutasi il 2 giugno del 1992, subito dopo la strage di Capaci nella quale morirono il giudice Falcone e la sua scorta.
Una crociera prima negata additando come complottisti coloro che ne parlavano e poi rivelata in tv dal Presidente Cossiga.

E poi dal 2002 c'è l'Euro, è come se ci avessero buttati in una piscina senza chiederci prima se sapessimo nuotare, ma su questo torneremo.

Ora invece veniamo ai nostri giorni e vediamo che gli onesti capitalisti occidentali, i fautori del libero mercato e della globalizzazione, quelli a cui alcuni scellerati hanno svenduto la nostra Italia, si sono ritrovati in questi ultimi anni ad essere poco competitivi sui mercati internazionali rispetto alla concorrenza estera, soprattutto orientale, per cui i Paesi occidentali hanno comprato molto all'estero indebitandosi pesantemente. I capitalisti cinesi, asiatici, arabi e anche russi che sono i creditori di tale debito aspirano a comprare azioni di aziende americane, britanniche, francesi, e così via. Magari anche pacchetti di controllo di quelle aziende per assorbirle. Ecco perché i capitalisti occidentali hanno perso la guerra della globalizzazione a spese dei capitalisti orientali, cinesi e russi. Gli Usa e le nazioni atlantiche appartenenti alla Nato all'inizio hanno reagito al solito modo con il loro imperialismo espansionistico, con l'invasione dell'Iraq e poi quella dell'Afghanistan. I raggiunti limiti di spesa e di efficienza stanno contenendo queste mire espansionistiche per cui hanno dovuto adottare un altro metodo per contrastare i capitali orientali, una sorta di protezionismo per impedire ai capitalisti orientali di mangiarsi le aziende occidentali. Lo hanno chiamato friend shoring, cioè da ora si faranno affari solo con gli amici. La guerra in Ucraina che vede la Russia nel ruolo di aggressore imperialista, stabilisce una linea di demarcazione tra debitori d’occidente e creditori d’oriente. La Cina che si è posizionata dal lato della Russia interpreta questa guerra come uno dei tanti segni di crisi del grande debitore americano e aspetta di vedere come si muoveranno gli USA e i suoi alleati. La guerra in Ucraina segna l’inizio della grande sfida orientale agli Stati Uniti e ai loro alleati, per decidere chi dovrà dettare le regole future della finanza e del commercio mondiale. Lo squilibrio capitalistico tra creditori e debitori è sfociato in una guerra che non è più solo militare ma anche economica. E' iniziata una nuova fase storica del capitale, quella della concentrazione e del controllo del capitale in poche mani, oligarchizzazione del capitale, oltre l’80% del capitale è controllato da meno dell'1% degli azionisti in Russia e da meno dello 0,3% negli USA, per cui il capitalismo americano è il più oligarchico di tutti. I due fronti tendono ad assomigliarsi sempre di più, anche per quello che riguarda la tutela della democrazia e delle libertà. Secondo i dati pubblicati da Freedom House, questi livelli di tutela nelle democrazie liberali occidentali si stanno riducendo in modo significativo, iniziano a convergere al ribasso, verso i cosiddetti regimi autoritari. In tutta questa vicenda l'Italia assomiglia ad un vaso di coccio sballottato tra vasi di ferro, Draghi, nonostante la fiducia dei partiti che sostengono il suo governo, si è autosfiduciato, in nessuna democrazia occidentale è successo che un premier si sia dimesso nonostante la fiducia, evidentemente voleva i pieni poteri per poter mettere in atto la sua agenda anche oltre la fine della legislatura, ( nella foto possiamo vedere i risultati della vera agenda di Draghi, Fonte Istat, Corriere della Sera ), prima voleva il Quirinale per dare il via ad una repubblica presidenziale ora che si avvicina l'autunno che si preannuncia caldo, “vede nuvole all'orizzonte” come ha dichiarato, ha pensato bene di darsela a gambe, dopo aver svolto molto bene il suo compito, che non coincide con le priorità degli italiani. Lo spiega il 3 agosto 2022 l'ARERA ( Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente ) “ in ragione dell'attuale aumento dei prezzi del mercato all'ingrosso, per il trimestre ottobre-dicembre 2022, è atteso, laddove dovessero mantenersi i livelli delle quotazioni degli ultimi giorni, un ulteriore incremento delle bollette per le famiglie, stimabile oggi di oltre il 100% rispetto al trimestre in corso”. Ancora!!! In termini sociali ed economici è la gente comune che paga come la solito, e in termini politici non paga mai nessuno? Negli ultimi dieci anni abbiamo avuto nell'ordine i seguenti governi: Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte 1, Conte 2, Draghi. Dal 16 novembre ( Governo Monti ) ad ora sono passati 3900 giorni, il PD è stato al governo per un totale di 3459 giorni, l'88,2% del tempo! Ora, per le prossime elezioni, si vuole mettere in carico la famosa agenda Draghi!! Un altro autogol. Ognuno faccia le proprie considerazioni.Tutto quello che è successo in Italia non fa che rafforzare la reputazione che all'estero hanno del nostro Paese, cioè non una grande democrazia liberale ma la caricatura della democrazia. In Inghilterra nei giorni scorsi circolava su un giornale una vignetta di Bansky dove la Camera dei Comuni è affollata da scimmioni. La didascalia è chiara: siamo diventati simili agli italiani?


Articolo apparso sul numero di settembre 2022 di Affiches, rivista di Radio Vulture 


giovedì 11 agosto 2022

Produci, consuma, crepa

 

Quando nel maggio francese si inneggiava alla fantasia al potere non si poteva mai immaginare che dopo 54 anni due ex comici potessero essere i protagonisti dell'agenda internazionale e di quella nazionale. Uno, Zelensky, sempre in mimetica invoca armi e solo armi per continuare una guerra per conto degli USA, una guerra per procura che sta portando al massacro il popolo ucraino, recitando un copione scritto da Washington. Grillo invece straparla su tutto, su ogni tema, rinnegando anche i principi fondamentali su cui è stato fondato il suo movimento. Confonde per nascondere il suo fallimento e quello del suo movimento. Il suo copione è scritto da Bruxelles, altrimenti non si capisce il suo appiattimento sulle posizioni di Draghi. ( I due, Draghi e Grillo, erano nel 1992 a bordo del panfilo della regina Elisabetta, il Britannia all'ancora a Civitavecchia. Grillo smentisce mentre alcuni testimoni tra cui Emma Bonino affermano il contrario ). I due ex comici, Zelensky e Grillo, non hanno esperienza politica e conoscenze tecniche, non hanno un background culturale ma sono solo abili comunicatori aiutati dai media allineati. L'Europa è diventata il campo di battaglia dello scontro tra due capitalismi che vogliono esercitare una volontà di potenza, un capitalismo occidentale, in declino poiché oberato da debiti ed un capitalismo orientale, creditore di tali debiti. L'Italia invece è, da sempre, il laboratorio dove si sperimentano nuove formule di assoggettamento e di controllo politico e sociale. Intanto le cronache di guerra stanno scomparendo dalle prime pagine dei principali quotidiani italiani ed il conflitto trova meno spazio sui media. Gli italiani sono assuefatti e sono più preoccupati dell'inflazione e dalla crisi energetica. Il PD in un periodo dove il lavoro ed i salari sono sotto attacco per via dell'inflazione e del caro bollette tira fuori periodicamente lo jus scholae e simili. Siamo tutti d'accordo su questo ma vorremmo che la stessa attenzione la si rivolgesse anche su temi legati alla sopravvivenza come lavoro, salari, ecc ecc. Il Re è nudo e cerca di distrarre l'opinione pubblica dai problemi reali e quotidiani che è costretta a vivere e a sperimentare sulla propria pelle.

Quando il potere propone un tema vuole nascondere quello a cui tiene. Gli stipendi scendono e l'Italia è l'unico paese europeo dove si guadagna meno di 30 anni fa. Il nostro salario medio è di 29 mila euro lordi, a Parigi di 40mila con buste paga su del 30% e a Berlino di 44mila. ( Fonte Ocse ) E' urgente indicizzare gli stipendi all'inflazione e rivalutare le pensioni ogni 3 mesi invece di aspettare gennaio. Come si può pensare che chi fa fatica ad arrivare a fine mese possa sopportare un taglio del 10%. I dati provvisori Istat danno l'inflazione all'8%, nell'eurozona all'8, 6%. A che serve fare sempre surplus di bilancio e tagliare i servizi se il Pil da 25 anni non cresce? Il Pil in Italia cresce poco rispetto a quello degli altri paesi dell'eurozona. I dati Eurostat parlano chiaro, in Germania il Pil è cresciuto del 32%, in Spagna del 35%, in Belgio del 45%, del 48% in Francia e del 64% nel Regno Unito. In Italia invece del 4,9%. L'Italia è la nazione che ha sofferto di più l'introduzione di una moneta troppo pesante come l'euro e non potendo svalutare per essere competitiva si sono svalutati i salari. Le cahier de doléance continua con il Sole 24 ore del 7 luglio che in prima pagina titola: 100mila imprese a rischio fallimento. Rischio di chiusura entro l'anno per le aziende più piccole e meno strutturate, specialmente localizzate al Sud. Da una ricerca Cerved a causa degli impatti della guerra, della carenza di materie prime e dei rincari dell'energia 100.000 aziende sono in pericolo, queste danno lavoro a 831.000 addetti e hanno un indebitamento complessivo di 107miliardi con un evidente impatto sul sistema creditizio. Uno scenario che non ci fa stare tranquilli e loro tirano fuori la legalizzazione della marijuana!!! Ma perchè non hanno ammesso il referendum nonostante le numerose firme raccolte? Semplice. Perchè con i referendum sulla legalizzazione delle droghe leggere si sarebbe raggiunto il quorum ed il SI ai referendum sulla giustizia avrebbe vinto. Il referendum sulla marijuana è stato sacrificato ed utilizzato per difendere logiche di potere. Non bisogna cadere nel tranello di rincorrere solo i temi che pone il potere, non bisogna farsi condizionare da quello che ci viene ripetuto dai media mainstream, bisogna rimpossessarsi dei concetti e fare analisi critica. Da un amico di Birmingham “ nessun allarmismo covid, né sui giornali né sui notiziari, nessuna virostar a rompere le palle H24 e nessun ministro a preparare siringhe con cui inseguire gli inglesi ad ottobre. E sono tutti vivi. E se la passano meglio di noi. La Brexit li avrebbe dovuti distruggere!!! Mentre da noi è ricominciata la narrazione e l'allarme, dopo tre e quattro inoculazioni, dopo lo sdoganamento dei farmaci antivirali e dei mononucleari il Ministero della Verità sta spargendo terrore. Che sia un modo per disinnescare il conflitto sociale che si sta preparando per l'autunno? Intanto il Ministero della Sanità/ Verità ancora non ha pubblicato i dati sulle reazioni avverse.

Produci, consuma , crepa”. Cantava Lindo Ferretti negli anni '80, dove prefigurava il senso di questa società che si stava già edificando. La realtà travalica la canzone. La fase della produzione come l'abbiamo intesa noi va piano piano a scomparire, la forza lavoro viene sostituita dalle macchine, dall'automazione e dalla tecnologia informatica, d'altronde il sogno delle elites è un capitale senza forza lavoro. Quello che ci rimane è lo status di consumatore, si inducono bisogni per poter vendere e si prospettano soluzioni che risolvono poco, anzi alimentano altri bisogni. Consumatori come limoni spremuti fino all'ultima goccia. Fino a crepare, senza possibilità di redenzione, senza conforto e serenamente solo sui manifesti funebri. Un format ben studiato e con eccellenti attori. La “ società più ricca della storia” alimenta degrado, disoccupazione e preoccupazioni, si presenta come società terapeutica generando disagio e nascondendo le cause sociali della sofferenza. Ne approfitta la politica che governa questo smarrimento per perpetuare la sua rendita garantita. Scaraventati nel vuoto, alla ricerca di senso ci troviamo smarriti in un mondo senza Dio. ( Cerco Dio!!! Cerco Dio!!! F. Nietzsche ) “Il vero assassino di Dio è il mercato globale e universale nell'epoca della conquista del capitale di ogni dimensione della vita” R. Madera.

Sono passati 40 anni dal vittorioso Mundial spagnolo e da Brasile Italia 2-3, l'Italia veniva da anni bui, la strategia della tensione, il terrorismo, eppure quella partita ha compattato un popolo diviso, frammentato, facendoci riscoprire l'orgoglio di essere italiani. Quella partita ha visto la redenzione di un uomo che molti volevano escludere, Paolo Rossi, autore della tripletta vincente. Purtroppo anche lui ci ha lasciati, ahimè. Ma la sua lezione è rimasta e dobbiamo ricordarla, per ricominciare dalla propria esperienza e dalla nostra biografia, riconciliandoci con le cadute della storia, sopportando ferite e disillusioni del passato, tra desideri e sogni non realizzati. Con coraggio, come Paolo Rossi. Perchè il Brasile sembrava invincibile ma è bastato un uomo in caduta capace di risollevarsi e portarci alla vittoria, perchè il Re è nudo, perchè la bulimia dei bisogni e dei desideri è una malattia, perchè nell'uomo c'è ancora qualcosa di bello, perchè siamo capaci di nuotare controcorrente.

 


Articolo apparso sul numero di agosto 2022 di Affiches, rivista di Radio Vulture 

 

 

domenica 10 luglio 2022

Partire dall'orizzonte

 

                                                                       

La guerra è un massacro tra persone che non si conoscono

per il beneficio di persone che si conoscono

ma che non vogliono massacrarsi”

Paul Valèry

Scenderemo nel gorgo muti”

Cesare Pavese

Deleuze dice che bisogna “partire dall'orizzonte” per percepire le insopportabili ingiustizie del mondo, e quando si arriva a guardare se stesso non si può non domandarsi cosa fare e come agire in una azione collettiva per trasformare questa situazione. E' un approccio da uomo di sinistra mentre l'uomo di destra parte da se e quando allarga la visuale percepisce una minaccia che lo fa chiudere per conservare i propri privilegi. E' uno spaesamento continuo il sentimento comune dominante di questo tempo, dovuto alle tante contraddizioni che convivono in una realtà composta da tante parti in eterno conflitto tra esse.

Sembra di attendere l'Apocalisse, dopo il Covid, ora l'emergenza climatica e la guerra con tutte le sue tragedie, stanno tentando con il vaiolo delle scimmie ( una malattia che si conosce da 60 anni ), manca l'invasione delle cavallette e l'acqua tramutata in sangue. L'apocalisse in termini religiosi prepara il Regno di Dio, oggi invece assume un significato terribile proprio perché si è perso il legame tra fede e ragione. In nome della sua Ragione l'Occidente ha imposto il suo potere culturale ed economico utilizzando la scienza e la tecnica come strumenti di dominio. Viviamo come in un loop spazio tempo dove l'apocalisse massmediatica ci conduce verso una distruzione senza possibilità di redenzione dal peccato. Una apocalisse culturale come la chiama l'antropologo Ernesto De Martino. Come si può rispondere a tutto ciò, come si può reagire? Il primo passo è la conoscenza dei singoli accadimenti, ricostruirne le cause, per poter fare ciò è importante una connessione con l'agire politico, un agire politico che non si nasconde, che non minaccia, che non falsifica le informazioni, un agire politico che abbandoni la sua attuale vigliaccheria intellettuale ma che ridiventi creativo ed efficace. Lo spaesamento, la disperazione dipendono proprio dalla mancata connessione con una politica illuminata, finalmente dalla parte della gente. Nei momenti storici di passaggio tra un era ed un'altra si annuncia la catastrofe incombente, la nostra attuale condizione non è altro che il risultato di un potere senza volto che utilizza i media, i social network e la violenza dei vari talk show per alimentare il suo sistema autoritario. Con la guerra in Ucraina questa narrazione si è rafforzata, si torna a parlare di guerra nucleare. Gunther Anders aveva capito e lo aveva annunciato nei suoi scritti degli anni sessanta che il nazismo non era finito con la morte di Hitler ma che sarebbe tornato alimentato dalla potenza tecnica che avrebbe reso impotente l'umanità. L'Occidente con la crisi delle sue democrazie ( altro che democrazia partecipata ) è la terra del declino e dell'ossessione del futuro. “L'ossessione del futuro ha implicazioni diverse nella sfera teologico-utopica, proprio della cultura russa, e nella sfera tecnico-economica che è propria della cultura americana”. Franco Berardi

Il tempo è finito ( lo sentiamo ripetere continuamente ), quello a cui stiamo assistendo oggi è l'estremo tentativo di perpetuare da parte del capitalismo questo mondo che garantisce solo chi fa parte delle élites mentre mantiene in uno stato di subalternità gli oppressi, che annienta ogni istanza di determinazione dell'uomo, che ha come sogno un Capitale senza forza lavoro, con il graduale smantellamento dei patti sociali di base. Quello che terrorizza non è la fine del mondo ma la fine di un mondo. Il capitalismo è un meccanismo cieco che ha effetti distruttivi sull'umanità, come si vede dal riscaldamento globale, dalle pandemie, dai fenomeni sociali ed economici e per ultimo dalla guerra. La guerra utilizzata per colpire ulteriormente le classi subalterne. Draghi ha imposto sanzioni che faranno chiudere la raffineria Lukoil di Siracusa. Un polo da 10.000 dipendenti compreso l'indotto che raffina il 26% della capacità italiana. Inoltre nella delega fiscale è previsto di adeguare l'IVA al green deal europeo, sui prodotti sarà messa un'IVA più alta se ritenuti inquinanti, stanno preparando la lista dei prodotti. E' una tassa sulla spesa delle famiglie. Il distretto laniero di Prato, primo nel mondo è stato distrutto. Lactalis dopo aver preso 700 milioni di euro dalla Parmalat risanata vuole licenziare a Grosseto e Pistoia. ( ora si spiegano le tante Legioni d'Onore ai politici italiani ). Elon Musk annuncia un taglio del 10% dei dipendenti Tesla ( il sindacato tedesco Ig-Metall è pronto a dare battaglia ), i voli low cost hanno scatenato il caos negli aeroporti inglesi a causa dei tagli degli equipaggi, della situazione Stellantis di Melfi ne sappiamo tutti qualcosa e le previsioni non sono rosee, in base al pacchetto Fit 55, l'UE, dal 2035 mette al bando le auto a combustione interna in nome di una presunta sostenibilità, è il colpo mortale all'industria automobilistica italiana, la tutela dell'ambiente deve andare di pari passo con la sostenibilità economica, altrimenti ci troveremo in un mondo green pieno di aziende fallite e disoccupati. Sulla Repubblica del 14 giugno “In 10 anni 25.000 posti letto in meno negli ospedali italiani, più risorse per evitare il collasso del Ssn” Ma con la pandemia non dovevamo potenziare e consolidare il sistema sanitario italiano? La BCE ha annunciato di non acquistare più titoli e il rialzo dei tassi di 25 punti base da luglio per cui è schizzato lo spread a 232 e Piazza Affari ( la peggiore tra le borse europee, naturalmente ) ha chiuso venerdì 10 giugno con -5,17%, con una inflazione stimata nel 2022 al 6,8% e con ridotte previsioni di crescita.

Allora non era Draghi che aveva la bacchetta magica? La Lagarde con le sue avventate anticipazioni ha affossato i mercati, facendo schizzare lo spread, come abbiamo visto, eppure bastava annunciare uno scudo antispread per evitare speculazioni, eh niente, ha superato Comunardo Niccolai.

Siamo governati da una elite scadente!!!

Un innalzamento dei tassi è un attacco al nostro Paese, ai potenti la globalizzazione va bene così come è , visto che il conto poi lo dovremo pagare noi. Ci viene proposta una immagine del mondo dove ci sono due blocchi contrapposti in conflitto tra di loro, mentre invece l'oligarca del Bene continua a fare affari con l'oligarca del Male. E' chiaro che ci vogliono tutti morti!! A tal proposito giunge una notizia dall'Ansa, battuta l'8 giugno 2022, di uno studio di esperti MIT sui vaccini in Israele, dove in una popolazione tra i 16 e i 39 anni i problemi cardiaci sono aumentati del 25%. L'attacco è globale, su larga scala. Cosa ci possiamo aspettare da chi da un ventennio ha operato per arrivare a questi risultati? Una bella patrimoniale, se ne parla, ancora, tirano fuori sempre la vecchia patrimoniale come soluzione, con la benedizione di Landini che la spaccia per un prelievo sulle rendite finanziarie più alte. Landini a braccetto con Monti. I salari in Italia sono fermi da 30 anni, l'Ue non ha fatto altro che chiedere agli Stati di distruggere il potere contrattuale dei lavoratori, ci vogliono accontentare con una elemosina di Stato come il Reddito di cittadinanza che non basta neanche a pagare l'aumento delle bollette, che ipocrisia!!! Lo Stato con una mano dà e con l'altra toglie condannando le persone alla povertà permanente. Di riforme strutturali non se ne parla, di investire sulla forza lavoro neanche, solo politiche di austerità che comprimono la domanda interna. Sarebbe il caso di tornare ad indicizzare salari e pensioni ma il governo dei peggiori, dei “senza vergogna” che ha smarrito il comune senso del pudore, nicchia. L'indicizzazione è uno degli strumenti per gestire l'inflazione da offerta ( loro, i migliori l'hanno trattata come inflazione da domanda ) e non solo ci da stabilità finanziaria attraverso un'inflazione meno volatile che facilita il rientro del debito ma ci da anche stabilità economica assicurando un mercato interno alle nostre PMI.

Dare ascolto alla tradizione degli oppressi che ci insegna a rovesciare l'emergenza ed a scagliarla contro il capitalismo che distrugge la vita e che non la salva”. (Roberto Ceccarelli, Una vita liberata.)

Il momento richiede l'appropriazione dei concetti, delle parole, di quello che abbiamo dimenticato o messo da parte. E' indispensabile riappropriarsi della tradizione culturale emancipatrice europea e collocarla in un nuovo contesto. Nel 1947 Horkheimer e Adorno nella Dialettica dell'Illuminismo dicevano che se l'intenzione dell'universalismo che animò l'Illuminismo viene ridotta al razionalismo calcolante del capitalismo, allora possiamo esser certi che le forze dell'oscurantismo finiranno per prevalere e distruggere ogni possibile universalità e quindi la pace.

Quelli che ci raccontano che le sanzioni piegheranno la Russia sono gli stessi che dicevano che il greenpass avrebbe preservato l'economia italiana, che la Brexit avrebbe distrutto l 'Inghilterra e che la moneta unica, l'euro, ci avrebbe reso tutti più ricchi. Loro saranno dei farabutti ma chi li segue ancora è sicuramente, per usare un eufemismo, uno sprovveduto. 

 Articolo apparso sul numero di luglio 2022 di Affiches, rivista di Radio Vulture 



domenica 12 giugno 2022

La crisi perpetua

 



Enrico commentando la chat della trasmissione di Radio Vulture del Primo Maggio dice:” Sembra una trasmissione di Radio Vulture del 1978.” Azzeccato in pieno. Dopo 44 anni i problemi risultano sempre gli stessi, non risolti ed in alcuni casi peggiorati. Per esempio il lavoro. I cambiamenti tecnologici, sociali e politici hanno lasciato i lavoratori senza punti di riferimento. Negli ultimi 40 anni c'è stato un attacco senza precedenti ai diritti dei cittadini e dei lavoratori. Ha cominciato la Thatcher in Inghilterra contro i minatori inglesi con la sua famosa frase “ There is no alternative” contratta nell'acronimo TINA. E cosi via. Nel 2012 Monti in una intervista afferma “ Stiamo distruggendo la domanda interna tramite il consolidamento fiscale”. Nel 2013 al Corriere della Sera

il presidente della BCE, Draghi, dice che “ la piena occupazione non è nostro mandato, lo è l'inflazione”. Le crisi economiche sono invocate e accolte da quanti si candidano per tirarcene fuori. Il clima di crisi perpetua viene auspicato dal capitale che in nome di uno stato di eccezione forza le norme del diritto, calpestando le Costituzioni degli Stati, in virtù del bene comune, dicono loro. La crisi nel popolo che la subisce genera paura, insicurezza, povertà, spaesamento e disinnesca il conflitto sociale, elide la partecipazione e l'analisi critica e intellettuale ai messaggi della politica non viene accettata, poiché si scontra con il pensiero unico. E se le crisi vere non bastano si inventano crisi immaginate a creare quel clima di disastro incombente. Negli ultimi anni in Italia anche le consultazioni elettorali sono state viste come una minaccia che turba i mercati con conseguenze nefaste per il popolo bue ed ecco che riprende la favola della stabilità politica con il risultato di trovarci un uomo dell'elite finanziaria che non ha votato nessuno a guidare il governo. Il parlamento viene svuotato delle sue prerogative ed il popolo del suo diritto di eleggere i propri rappresentanti. Il gioco è sempre lo stesso “ si crea un problema, una situazione per provocare una reazione nell'opinione pubblica, affinchè sia la stessa opinione pubblica ad invocare i provvedimenti che ci si auspica di farle accettare”. Sylvain Timsit. Le soluzioni offerte non risolvono i problemi ma lo stato di allarme creato ad hoc dai mass media asserviti servono a creare un clima insano, tale da fare accettare i provvedimenti d'urgenza. Lo stato di emergenza e di eccezione ormai è diventato lo strumento di governo che si avvale di concetti economici e di atti politici che servono a spezzare gli equilibri di una società per indurre i soggetti pubblici e privati a cedere sovranità, patrimoni, diritti e conquiste sociali, le crisi sono diventate il modo principale per l' accumulazione di potere e di beni. In Italia, ogni volta che la società civile auspicava cambiamenti sociali ed economici e si intravedeva un barlume di speranza di diventare finalmente un paese normale si sono verificati eventi ed accadimenti che hanno ghiacciato l'opinione pubblica e di conseguenza gli atti necessari per l'evoluzione dei rapporti di forza in campo. Il sequestro e la morte dell'onorevole Moro, le stragi di Stato e la strategia della tensione vanno letti in questo senso. Con la globalizzazione le crisi investono tutto il mondo, le crisi sono narrate con operazioni di cosmetica senza specificarne le cause e le conseguenze, in un eterno presente, come la crisi sanitaria dovuta alla pandemia e per ultima la guerra in Ucraina. A questo proposito si comincia a parlare di economia di guerra, prepariamoci ad una serie di misure di politica economica per permettere allo Stato di trovare i finanziamenti necessari per un aumento degli armamenti in modo da partecipare ad un evento bellico. Il popolo sotto shock si lascia condurre all'ovile. Un popolo impoverito ed impaurito è un popolo in saldo. Per chiudere il cerchio, gli stessi strumenti applicati alle persone vengono adottate agli Stati sovrani, con la complicità dei governanti. Il pareggio di bilancio, il patto di stabilità, i parametri europei su deficit ed indebitamento e tutto l'armamentario normativo dell'austerity sono degli istituti giuridici senza senso economico, buoni solo ad impoverire lo Stato per costringerlo a tagliare i servizi, inasprire la tassazione, smantellare i diritti inalienabili e costituzionali. Quindi anche lo Stato è in saldo. ( Il Pedante )

Lo sono i suoi settori più produttivi, dall'energia, alla sanità, all'istruzione e alla previdenza, un intera Italia in saldo, su cui si avventano come avvoltoi e sciacalli i grandi investitori, spesso stranieri, un grande mercato, ricco di eccellenze, privo di rischio poiché la domanda è garantita dai bisogni della popolazione. I mercati, gli speculatori e le grandi banche d'affari finanziano i think thank dei politici a libro paga e dettano sui media le riforme da fare, arrivando anche a pretendere la rimozione di quei governi che non hanno rispettato le consegne. Il 13 novembre del 2011 la prima pagina dell'Unità salutava questa violenza finanziaria come una liberazione. Il risultato lo si vede davanti agli occhi e sulla nostra pelle, ammorbiditi, inebetiti, fagocitati e ammansiti dai vari reality, talent, partite di calcio tutte le sere, festivaldisanremo trap rap eurovision e simili che agiscono come tranquillanti, come psicofarmaci ci avviamo quieti verso un ovile che assomiglia sempre di più ad un mattatoio. 

Articolo apparso nel numero di giugno 2022 di Affiches, rivista di Radio Vulture.

mercoledì 1 giugno 2022

Davanti allo specchio

 


In principio era il verbo,

ma tu stai zitto come un salmone”

Sacrificio – Andrej Tarkovskij


E' difficile azzardare un commento su quello che succede nel mondo e di riflesso nel nostro paese. Non si sa da dove iniziare poiché ogni giorno ce n'é una nuova. Dopo il covid la guerra in Ucraina si è impossessata delle prime pagine dei principali media, e così dopo due anni anche il pensiero è in frantumi come macerie da cui si raccolgono detriti. Gli effetti collaterali di quello che abbiamo vissuto e di quello che ci spetta di vivere è la perdita della ragionevolezza. Il virus e la guerra con il loro carico emozionale hanno massificato gli uomini, polarizzando gli schieramenti per cui le discussioni sono sempre molto accese e finiscono in scontri da bar sport. In una epoca segnata dalla virtualità, l'azione violenta della guerra con le sue immagini ha provocato un forte shock per noi occidentali abituati ad essere solo “un mercato di consumatori” come ha detto Macron. Non sappiamo più fare altro, né tanto meno prendere in considerazione di rischiare e mettere in gioco la propria vita, perché non c'è nulla che ne valga la pena, nonostante ci abbuffiamo di vocaboli come inclusione, parità, equità sociale, solidarietà, sostenibilità ecc ecc. Perché questa grande Civiltà, capace di creare tanta bellezza di pensiero non si è affermata, non ha vinto ma è sempre preda di cataclismi e catastrofi? Che cosa è accaduto? Perché non sono bastate la voglia di vivere in solidarietà tra i popoli, le energie morali? Forse non vogliamo ammettere che molte di queste sventure derivano dal fatto che siamo diventati colpevolmente materialisti, consumatori di merci? La Storia non ci ha insegnato nulla se ci troviamo ancora una volta sulla soglia dell'abisso, la Storia “sceglie la peggiore delle sue varianti possibili per il suo sviluppo” ( Marx, Engels ). L'Impero non ha mai cessato di esistere ed ha vinto la lotta di classe. Viviamo in un mondo che noi stessi abbiamo contribuito a creare ed invece di godere dei suoi benefici, siamo vittime dei suoi difetti. Annebbiati dalle effimere comodità abbiamo sviluppato un senso senza sincronia tra l'elemento materiale e quello spirituale. Se si è consapevoli non si può avere la coscienza tranquilla ne giustificarsi per la propria pigrizia o tranquillità attribuendo la colpa di quello che avviene alla volontà di altri. In cerca dell'armonia e dell'equilibrio tra materialismo e spiritualismo è evidente ed urgente ripristinare e rinnovare il sentimento di responsabilità personale. Anche la Chiesa si è dimostrata incapace di controbilanciare lo sbandamento verso il materialismo con un risveglio spirituale. Dovremmo guardare con chiarezza le misure politiche e gli scenari economici che tendono ad impoverirci, ma purtroppo i media fanno bene il loro mestiere, l'informazione ci blandisce con l'intrattenimento, il pensiero unico continua ad imperversare facendo vittime illustre, persino il Papa è stato censurato solo perché ha osato criticare gli investimenti dei vari governi per finanziare le spese per gli armamenti militari. Le parole hanno perso il loro valore, è importante solo il soggetto che le dice. Se qualcuno si permette di discostarsi da quello che è il cosiddetto mainstream dominante diventa un dissidente da tenere alla larga, la libertà di pensiero e di opinione viene censurata e chi la esprime condannato come un untore. A vestire i panni dei talebani di casa nostra, dispiace dirlo, sono i pasdaran del PD, i nipotini del vecchio PCI, che non rispondono più alle istanze dei cittadini ma agli interessi del grande capitale, che inscenano mille emergenze nel tentativo di bloccare, immobilizzare la storia per distrarci dall'unico vero conflitto di casa nostra che può dare corso agli eventi, cioè il conflitto sociale. Abbiamo trascurato i territori invece di svilupparne le specificità poiché abbiamo pensato che con la globalizzazione, con il mercato aperto, avremmo trovato sicuramente qualcuno che ci vendesse quello che ci serve ad un prezzo inferiore rispetto a quello che ci sarebbe costato se lo avessimo prodotto in Italia. Siamo come un uomo che non sa nuotare buttato in acqua. L'istinto di sopravvivenza ci porta verso il senso spirituale. L'arte rappresenta l'istinto spirituale dell'umanità, aspira all'eterno, al divino, incarna l'ideale, un esempio di equilibrio tra materialismo e spiritualità, valorizzare questo ideale per rinascere. La cultura popolare, la memoria delle proprie radici con il senso di appartenenza, svolge una funzione ideologica importante, è come un sordo rumore di fondo che inquieta il capitalismo reale che normalizza le sue contraddizioni ed i suoi aspetti negativi come la devastazione ambientale, le guerre (attualmente si combattono sette guerre nel mondo ), le schizofreniche condizioni sociali e lavorative che portano al disagio al punto che gli attori sulla scena tendono a somigliare ai simulacri di P.K. Dick, gusci vuoti e maschere senza nessuna vita interiore. Gli uomini che combattono, che lottano dimostrano di avere quei valori per cui vale rischiare, quei valori che definiscono i popoli e le culture. Quei valori ontologici che definiscono gli aspetti essenziali dell'essere. Siamo seduti davanti ad uno specchio impolverato che non riflette la nostra vera immagine e non ci consente di vedere la giusta verità delle cose, siamo in un film di Lynch dove la realtà ed il sogno si confondono, il sipario chiuso ci impedisce di guardare oltre. Il legame tra l'individuo e la società e le leggi che lo regolavano è stato distrutto, è rimasta solo una burocrazia strana e inquietante, una burocrazia sorda da call center per cui è difficile ristabilire il ruolo dell'uomo nel proprio destino se non si comprende “la sofferenza della propria anima” in questo modo ”l'uomo potrà collegare la coscienza con i propri atti”. (Andrej Tarkovskij)

Articolo apparso sul numero di maggio 2022 di Affiches, rivista di Radio Vulture

giovedì 28 aprile 2022

Le nostre armi


....alla fine dell’ultima
c’erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente
faceva la fame. Fra i vincitori
faceva la fame la povera gente egualmente”.

La guerra che verrà - Bertold Brecht


“ Il mio mitra è un contrabbasso che ti spara sulla faccia, che ti spara sulla faccia ciò che penso della vita” cantava Demetrio Stratos in Gioia e Rivoluzione, un brano del 1975 dell'album Crac!

Le nostre armi sono una chitarra, un pianoforte, una tela con i colori, la danza, il canto, il cinema, il teatro, la scrittura. Arte e poesia che sopravvivono in tempi cupi come questi, viviamo in un tempo strano, sospeso, senza punti di riferimenti, il cosiddetto progresso è cosa diversa da quello che pensavamo e che ci avevano promesso, ci regala solo guerre e distruzione, pandemie e sangue e sacrifici. Pasolini aveva lucidamente dato una definizione, differenziando il progresso dallo sviluppo, dice in una vecchia intervista, sviluppo e progresso sono due cose completamente diverse e contrapposte tra loro, lo sviluppo è della destra economica, dei padroni, potremmo dire ora del neoliberismo, che vogliono la produzione di beni superflui, mentre il progresso è di chi vuole beni necessari. Il capitale è stato molto lucido nel mandare in frantumi la vecchia classe operaia mentre dall'altra parte non c'è stata alcuna riflessione su quale tattica adottare e su quale linguaggio sviluppare per far fronte alle nuove condizioni che lo sfruttamento capitalistico impone. Questa questione riguarda tutti ma soprattutto l'inefficacia dei sindacati e dei partiti di sinistra fagocitati dal sistema. “Il capitale ammorbidisce, tranquillizza, riempie i vuoti, rende inconcepibile scontro e sfruttamento pur senza negare la realtà”. M Fisher “ ci impone di addormentarci in una trance ipnotica” S Zizek. Il “comunismo liberale” dei vari George Soros e Bill Gates, che alla ricerca avida del profitto uniscono la retorica ecologista e delle responsabilità, non è un correttivo progressista dell'ideologia capitalista ma è l'ideologia dominante del capitalismo contemporaneo.

In Ucraina si sta combattendo una guerra per bande, ampiamente prevista da alcuni analisti economici e politici, combattuta in nome del profitto e per imporre il proprio potere sul mondo globale. Da una parte il capitalismo dei CEO che vuole espandere la sua influenza, in cerca di nuovi mercati per alimentarsi vista la scarsità di risorse, dall'altra parte il tentativo di restaurazione, di rimettere insieme i cocci del passato impero andato in frantumi con la caduta del muro di Berlino. Sono due facce della stessa medaglia.

Da questo delirio non se ne esce, il mondo è irrimediabilmente cambiato, non possiamo scansarlo ma solo attraversarlo ed ognuno deve decidere come. Lo stress ed il disagio psichico stanno minando nel profondo le dinamiche individuali e familiari della nostra società. Possiamo contare solo sulla nostra storia che ci viene essenzialmente dalle nostre radici che ci hanno dato una sapienza millenaria e attraverso di essa un legame con la trascendenza come unico percorso superiore alla miseria di questi tempi, la si può scorgere in ogni sottile filo di vita, in tutte quelle forme artistiche e culturali che consentono di ricreare la coscienza del popolo deformata e degradata dal comportamento coatto del potere dei consumi. Bagliori di umanità che esprimono la gioia dell'amicizia e l'innocenza del desiderio. Nell'involuzione drammatica della civiltà, il baluginio percepibile al buio scompare nella luce accecante dei riflettori delle torri di guardia, degli stadi di calcio e dei palcoscenici televisivi.

Come nella “ scomparsa delle lucciole” di Pasolini la sopravvivenza dipende dalla nostra capacità di cercarne il baluginio e di rappresentarlo.

Articolo apparso nel numero di aprile 2022 di Affiches, rivista di Radio Vulture.