lunedì 19 giugno 2017

Tocci





Pubblichiamo alcuni estratti di vecchi post dedicati a Fedele Tocci ed alla sua opera.

Fedele Tocci si denuda come un messia raccontando la sua storia che è la storia del mondo, piccole storie comuni a tanti, mischia materiali inerti con fluidi e liquidi in un impasto grumoso di nodi di smistamento, di incroci dove riconoscere il proprio cammino. E' difficile e riduttivo definire artista, nel modo tradizionale del linguaggio, chi, trascinato dalla corrente dei fatti e senza opporre alcuna difesa, ha fatto della propria esistenza uno schermo/corpo dove ognuno può ricordare, ricollocare e testimoniare gli accadimenti della propria storia.
CONTACT è formato da 11 episodi/quadri che affrescano come in una via crucis le stazioni della vita, ma qui l'autore si ferma all'undicesima stazione con Cristo/uomo inchiodato sulla croce e lasciato morire, poiché non c'è resurrezione in vite non rappresentabili ma che stagnano come liquidi che non trovano sbocco e che dopo un movimento circolare intorno a se stessi si posano e col tempo diventano acqua putrida. Un ironico sberleffo finale aumenta il disagio del disorientamento.
Today is to late. Oggi è troppo tardi perchè tutto è già accaduto, senza che ce ne accorgessimo.
L’autore cerca ed è portatore di un linguaggio in divenire, si muove in una sorta di terra di nessuno dove trovare la propria memoria in chi l'ha attraversata. Le cose sopravvivono ai cambiamenti, rimangono le cicatrici come fori da dove la luce fuoriesce inafferrabile. Non ci sono porte tutte chiuse e le storie non sono lineari come vorremmo.
Procede ad una autopsia in apnea ed il film prende corpo attraverso di lui. 

Elementi nascosti sotto una visibilità diversa e rimossi precedentemente diventano, ora, flusso corrente di visioni ed utopie che si realizzano nel momento stesso della creazione e che acquistano forma e sostanza grazie alla manipolazione e alla sensibilità plastica dell’artista. Manufatti artigianali e strumenti del passaggio verso una personale ricerca producono movimento e vertigine verso antropologie liberate dall'oblio.



Il soliloquio dell’anima e i rumori del mondo.
E comincia il viaggio.