lunedì 18 maggio 2020

Gli invisibili


Cattivo continuo ad esserlo per non diventare un animale domestico.


Solitudini obbligate e mal sopportate, giorni che nessuno mai ti potrà restituire di una primavera sottratta e subito soppiantata da una estate che si preannuncia torrida. La grande illusione di una società opulenta, ben attenta a non rivelare l'inganno di essere tutti al centro del nulla ma connessi in una apparente solidarietà, ha mostrato la fragilità di atomi scomposti che vagano senza identità svenduta al politicamente corretto . Non ci sono sguardi, cenni e sorrisi che danno valore e dignità allo scorrere del tempo. Tempo consumato, sconosciuto alla mitologia, spaesamento nel vago, pesante assenza di gravità se anche gli affetti sono negati, nutriti in streaming dove si sprecano baci, cuoricini e like. Uno schermo effetto neve rimanda la tua pena al domani successivo, c è poco tempo per rimettere insieme i frammenti del tuo essere. Gli esperti e le task force si rincorrono in opinioni divise e la scienza degli accademici non accetta ragioni.

Tempo sconosciuto, tempo consumato senza scadenze urgenti, oltre il tempo, riti ritrovati e rotte smarrite che, diradato il fumo soffocante di una accelerazione indotta da un motore fuori giri, riportano i racconti degli avi sotto forma di una nenia sussurrata, una memoria genetica conservata nei pertugi della mente che la scienza non può sopprimere come ha fatto con la realtà.



Libertà svuotate in cambio di promesse che assicurino una futura sicurezza, il complesso industriale tecnico scientifico, medico e militare opera a fin di bene regalando slogan consolanti di cui compiacersi per aver fatto il proprio dovere con grande senso di responsabilità. Tracce digitali come bave di lumache e scanner a raggi infrarossi vigilano affinché nessuno si faccia del male.
Dove il Tempo non ha più tempo.

Era così pieno il locale che non c’era posto per la mia voce.

Era impossibile afferrare un frammento di conversazione tanto il vocìo era continuo.

Mi limitai allora a guardare i volti degli astanti, a scrutare i vestiti che indossavano soffermandomi soprattutto sulle scarpe. La mia amica mi aveva avvisato, se vuoi capire una persona guarda che scarpe porta.



                       

Ian Curtis



  



R.I.P. Ian Curtis ( 15/07/1956 - 18/05/1980 )