martedì 28 settembre 2021

Urlo

 


Liberamente ispirato a “ l'Urlo” di Allen Ginsberg.

Nel suo poema Ginsberg tira fuori quello che ha dentro di se

come un flusso di coscienza

con la tecnica di scrittura della beat generation,

come un assolo di be bop in un quartetto jazz.


Ho visto le migliori menti della mia generazione distrutte dalla paura, dal terrore, trascinarsi in cerca di un sollievo astioso, ascoltando virologi e alchimisti morti di fama.

Ho visto quelli che ritenevo le migliori menti della mia generazione elemosinare la salvezza con occhi vuoti, esponendo i loro cervelli lavati e immunizzati al risucchio di bocche voraci, ascoltando jazz sui divani di casa aspettando il bollettino della sera, dandosi pacche sulle spalle e complimentandosi a vicenda per averla scampata bene, per oggi!!!

Ho visto quelli che ritenevo le migliori menti della mia generazione, che volevano fare la guerra al sistema, anche la lotta continua e armata accontentarsi di uno strapuntino, pur di sedersi a tavola, già con il tovagliolo al collo, quelli che parlavano in continuazione elaborando strategie e teorie,

che danzavano a piedi scalzi incuranti dei bicchieri di vino rotti diventare inutili idioti, che andarono a Bologna per morire e aspettarono invano che la loro ora si compisse e la loro anima si illuminasse sui sentieri in India o nei pressi di Katmandu, che piangevano per l'aria tersa di Pian Pollino e la dolcezza dei prati in fiori, che abbracciarono il Cristo in acido.

La generazione ribelle, la migliore gioventù venire giù dagli scogli del tempo a raccattare epifanie mancate e disperazione tra grida di animali al macello che provano piacere nel vietare, costringere, forzare, allontanare, imprigionare, diventare nipotini di Goebbels solo per 30 denari, l'idolo d'oro che rimargina ferite e lenisce il dolore.

Ho visto le migliori menti della mia generazione cercare vie di fuga per non partecipare al gran ballo e rimanere con dolcezza ancorati ai luoghi in cui sono sepolti i propri avi, contare le proprie cicatrici nel corpo e nello spirito sorseggiando Lagavaulin e ricordando i bei tempi andati senza nostalgia ma con un pizzico di malinconia leggere i necrologi con le lacrime agli occhi ascoltando Heroes,

ho visto quelli che ritenevo le migliori menti della mia generazione saltare giu dal tetto dell’edificio in rovina senza fare ciao, senza esitazione e senza emozioni ascoltando jazz da cuffie di ultima generazione, oh yeahhh, cowboys della consolle disarcionati al rodeo della vita ridere a comando, senza alcun imbarazzo, emettendo risolini mal trattenuti, all’ennesima battuta del capocomico, dandosi di gomito per affermare la loro supremazia sul volgo inebetito tracannando spritz e noccioline, gridare dai balconi alla solidarietà “ andrà tutto bene” per poi compiacersi di poter entrare in un bar con la Repubblica sotto il braccio,

quelli che ritenevo le migliori menti della mia generazione li ho visti entusiasmarsi, estasiati, dal discorso di una zucca vuota dal palco del 1° maggio e dalle parole di un tossico ai raggi uva,

li ho visti cercare di risalire lungo le pareti del palazzo abbandonato qualche riga prima con la scusa di volerlo amministrare nell'interesse del popolo, oh yes, Stawrang au popl!

Ho visto navi in fiamme lungo i bastioni dell'Afghanistan mentre l'Occidente si ritirava facendo girare le pale degli elicotteri e le palle di quanti si sono sacrificati inutilmente,

ho cavalcato un lampeggiante della polizia dopo aver preso un raggio gamma in fronte dalle parti di Tannauser,

ho visto le migliori menti della mia generazione continuare a trasmettere con le mani alzate, schivando manganellate e pregando l’Arcangelo Gabriele di soccorrerli con pezzi di allucinazioni e speranza nelle visioni, che Alice non è più un foglio ma Alice nelle città un bel film di Wenders, che Woodstock è un'altra vita e Parco Lambro un'utopia andata a male, i CCCP non ci sono più e neanche i CSI, che la Banda Bellini è diventato un bel libro ed il Mucchio Selvaggio una rivista di musica rock, che Radio Vulture continua a trasmettere e pure Radio Sherwood, che Paz è morto da tanti anni..... le migliori menti della mia generazione,

ho visto le migliori menti della mia generazione vedere la luce, ho visto la luce!!! la band!!!

Quando si possiede il passato si può guardare con fiducia al futuro.

 

Articolo apparso sul numero di ottobre 2021 su Affiches, rivista di Radio Vulture



giovedì 2 settembre 2021

Naturalis Conditio | Domenico Canino

 

Ospite nella sala espositiva dell'Istituto di Istruzione e Formazione Giambattista Vico, Domenico Canino presenta Sabato 3 Luglio NATURALIS CONDITIO.
Per la prima volta vengono presentate alla città di Bologna le due serie pittoriche ''The past, the present and the future of the human condition'' , “Hypernature” con testo critico della chief curator del C.A.R.M.A. (Centro d'Arte e Ricerca Multimediale Applicata) Veronica D'Auria.
Gli smalti sintetici contrastanti trovano sulle grandi tele attraverso una reazione chimica, indotta da un rosso solvente, una materica fusione. L'artista diviene alchimista e ci pone di fronte ai tre stadi del processo alchemico, contraddistinti dal colore assunto durante la trasmutazione dalla materia che si dissolve nel nero, si sublima nel bianco e infine si ricompone e fissa nel rosso.
E mentre i corpi si vestono così di questo nuovo incarnato emerge la loro somiglianza al resto del vivente ("About the passage of time"). Le contraddizioni trovano una soluzione, l'uomo che si era allontanato dalla natura per timore, costruendo un proprio habitat, è finito per distaccarsene ed ha perso così la propria essenza originaria che viveva in stretta connessione con l'ambiente... ma è grazie ad un processo di perdita e di uscita dal sè e dall'idea che ha di se stesso che egli può ritrovarsi, riconciliare il passato con il presente rendendo possibile il futuro. Nei dipinti "post- surreali" possiamo trovare la rinnovata naturalità dei corpi nella perdita della distinzione delle forme e delle sostanze. Questa nuova consapevolezza si manifesta negli organi umani "radicati" ("The breath", "Organ") e pulsanti linfa ("The first beat") e ancor più nel legame con l'albero ("Brother") o come in "Study for inside self portait" in cui è l'immagine tripartita dell'artista ad essere in dialogo con il tessuto plastico. L'uomo ritrova la sua appartenenza alla natura accettando che anche ciò che egli ha sviluppato, anche il "suo" mondo, è parte della natura e solo così può riuscire a percepire la sua naturalità. Solo superando l'antropocentrismo che lo ha condotto ad una schizofrenia esistenziale ("Doubling", "The fox and the anthropocentrism") che l'essere umano può ritrovare il suo posto nell'universo e tornare ad essere parte tra le parti connesse al tutto. Con una serie di dipinti misteriosi e materici Canino ci mostra una profonda verità nascosta, che "parla" della "realtà" dell'uomo e della natura come nessuna figurazione realistica potrebbe mai.
Durante la serata di inaugurazione, lo spazio dell'Istituto Giambattista Vico ospitera' un vinyl set live di
Mario Rettura. Sarà possibile visitare l'esposizione fino al 15 Settembre.

OPENING

3 GIUGNO
-h 18:00 apertura mostra
Live vinyl set performance di Mario Rettura

ISTITUTO VICO

Istituto d'Istruzione e Formazione Giambattista Vico Via della Ghisiliera 16E (Porta San Felice), Bologna

orari per visitare la mostra: LUN / VEN
dalle 10:00 alle 19:00 SABA TO

dalle 15:00 alle 21:00 

 

info:
+39 389 26 72 270 canino.domenico.art@gmail.com
info@istitutovico.com