lunedì 7 marzo 2011

Il senso dei luoghi



Consiste nell’avere riguardo per essi e tornare a scrutarli, scoprendo legami nuovi.
Conoscere i luoghi, ricordarsi dei posti, di un luogo dove i fatti assumono il sapore della leggenda, di luoghi segreti che alimentano una poetica individuale che disseta l’anima in un comune magico sentire.  Un  luogo dimenticato, abbandonato costituisce un senso di colpa per coloro che sono rimasti e che vedono in esso ciò che essi stessi sono diventati, vi ritroveranno fantasmi da cui sarà sempre difficile liberarsi se non si avvia una fase più profonda che riapra le porte del possibile.
Nessuno sviluppo può avvenire, sulla base di un disprezzo, dalla violenza cinicamente perpetuata in nome di una idea di modernità arrogante che considera le memorie del passato e le tradizioni come superstizioni da superare con una accelerazione di un progresso volgare che distrugge forme di esperienza preziose ed indispensabili per l’uomo. 
Noi esistiamo in quanto connessi a tutti i luoghi reali e immaginari che abbiamo vissuto, rimosso, lasciato, scartato, dimenticato e che sono rappresentativi  di una simbologia sociale  ed una identità rituale. Le emozioni, le sensazioni e i ricordi che si impossessano di chi ritorna nei luoghi in cui ha vissuto ci fanno sentire immutati nella purezza di un istante di un tempo lento.
Il senso di un luogo che ritorna in un tempo non più databile e quindi perduto ma ritrovato grazie ad un ultimo residuo di energia di un atto d’amore.