venerdì 29 gennaio 2021

Di che colore è la notte?

 


 

Il criterio fissato dal governo per determinare il colore della nostra vita è 50 casi su 100.000 per settimana. Dal punto di vista statistico si tratta di una percentuale di rischio estremamente bassa, pari allo 0,5 per mille. Come è possibile che gli uomini, per un rischio che resta basso anche se proiettato sull’intero anno, accettino di rinunciare non solo alla loro libertà, ma anche a tutto ciò che rende la vita degna di essere vissuta: al contatto con gli altri esseri umani, allo sguardo posato sui loro volti, alla memoria e alle feste celebrate gioiosamente insieme? Sentinella, di che colore è la notte?


25 gennaio 2021
Giorgio Agamben

giovedì 28 gennaio 2021

Benvenuti nel futuro: tiriamo a campare


 
Autoritratto dall'extramondo
( Antonio Roscio Candeliere )

Dopo quasi un anno l’Italia sta facendo ancora i conti con la pandemia, ancora lookdown, distanziamento sociale, divieto di assembramento e di spostarsi liberamente tra le regioni. Dopo mesi di quarantena ci stiamo dirigendo verso un futuro incerto fatto di crisi economica e restrizioni liberticide.Tutto accade davanti ai nostri occhi spalancati in un flusso senza fine di notizie, stimoli, segnali, tutto entra nel nostro sistema nervoso, ( Arancia Meccanica, ricordate? ) altera il nostro umore, si mescola e si confonde in un segnale indistinto, come «un televisore sintonizzato su un canale morto». Sembra di vivere in un “continuum temporale” uscito da un romanzo cyberpunk di William Gibson.

"Gibson ha il potere di farti percepire la contemporaneità. Non solo perché sa raccontare la complessità del mondo contemporaneo ma lo ha immaginato e profetizzato ben prima che si realizzasse. Fa apparire il quotidiano come futuro e fantascientifico il presente". ( Francesco Guglieri )

Una frase molto famosa di Gibson dice «il futuro è già avvenuto, ma non è ancora arrivato dappertutto». Questo prima della pandemia, ora possiamo dire che : la fine del mondo è già arrivata, lenta e graduale.

Il futuro è arrivato dappertutto, il futuro è ora, grazie alla pandemia e alla globalizzazione che l'ha generata. La fine del mondo che conoscevamo ci ha immmersi in uno shock cognitivo, con tante cause diverse ma dirette da un unico pensiero dominante che taccia chi lo avversa con due termini infami: negazionista e complottista. 

Nessun centralismo fascista è riuscito a fare quello che il centralismo della civiltà dei consumi, il neoliberismo, sta attuando con la globalizzazione della pandemia, il fascismo proponeva un modello reazionario, oggi al contrario l'adesione ai modelli imposti dal Centro è totale e incondizionata, " i modelli culturali reali sono rinnegati, l'abiura è completa. L'antecedente ideologia imposta dal potere era il cattolicesimo, l'unico fenomeno culturale che omologava gli italiani." ( Pasolini) Il neoliberismo lo ha liquidato, una nuova religione si è affacciata alla ribalta, la scienza, con i suoi sacerdoti, medici virologi ecc ecc. a cui anche Bergoglio si è inginocchiato.

Il modello imposto dalla televisione dava valore solo attraverso i beni di consumo, ora tutto è merce e siamo arrivati a considerare solo la nuda vita biologica.

«Un processo lento che è interamente colpa nostra. Mi sembra questa la natura dell’apocalisse con cui dobbiamo fare i conti, che dobbiamo guardare in faccia».  

Un mondo nel quale “la vita era come la si era conosciuta da bambini, e per venti trent'anni non è più cambiata: non dico i suoi valori, ma le apparenze parevano dotate del dono dell'eternità: si poteva appassionatamente credere nella rivolta o nella rivoluzione, che tanto quella meravigliosa cosa che era la forma della vita, non sarebbe cambiata. Ci si poteva sentire eroi del mutamento e della novità, perché a dare coraggio e forza era la certezza che le città e gli uomini, nel loro aspetto profondo e bello, non sarebbero mai mutati: sarebbero giustamente migliorate soltanto le loro condizioni economiche e culturali, che non sono niente rispetto alla verità preesistente che regola meravigliosamente immutabile i gesti, gli sguardi, gli atteggiamenti del corpo di un uomo o di un ragazzo. Le città finivano con grandi viali, circondati da case, villette o palazzoni popolari dai «cari terribili colori» nella campagna folta: subito dopo i capolinea dei tram o degli autobus cominciavano le distese di grano, i canali con le file dei pioppi o dei sambuchi, o le inutili meravigliose macchie di gaggie e more. I paesi avevano ancora la loro forma intatta, o sui pianori verdi, o sui cucuzzoli delle antiche colline, o di qua e di là dei piccoli fiumi”. ( Pasolini ) 
Oggi questo passato remoto è quasi sparito del tutto ed i giovani di questa dimensione storica del vivere umano neppure hanno memoria.
La profezia di Pasolini ci porta fin qui, al nostro presente.

Benvenuti nel cyberspazio!!!! 

C’era una certa fiducia che il cambiamento fosse una cosa buona per tutti, che la tecnologia avrebbe aiutato  a migliorare le condizioni dell'umanità, invece le innovazioni tecnologiche producono effetti negativi nel momento in cui ci mettono le mani persone con fini personali ed egoistici. Gli umani trasformati in macchine.

 Il caos è il dominatore del tempo e le grandi corporazioni finanziarie si stanno sostituendo agli stati sovrani. Le attuali Big Five tecnologiche hanno bilanci come il Pil di interi paesi, e hanno un peso politico che le rende più simili a degli autentici stati sovrani che ad un’azienda. Si stanno impossessando il più possibile della ricchezza sociale e delle risorse fisiche e monetarie, (Amazon Facebook Google Bill Gates stanno facendo profitti da capogiro), i governi tentano misure di stabilizzazione, ma la crescita non arriverà se non c'è lavoro ed i salari stanno diminuendo.

"Da un lato assistiamo al crollo dei nodi strutturali dell'economia. Il crollo della domanda, dei consumi, una deflazione di lungo periodo che alimenta la crisi della produzione e della disoccupazione, in una spirale che possiamo definire depressione, ma è più di una depressione economica. È la fine del modello capitalista, l'esplosione di molti concetti e strutture che tengono insieme le società. Allo stesso tempo, stiamo assistendo all'enorme rafforzamento del capitalismo delle piattaforme e delle aziende digitali nel suo complesso." ( Franco Bifo Berardi )

La crisi provocata dal virus non è soltanto una crisi economica, è anche una crisi mentale, psichica nell'immaginare un futuro che dia certezze e non crisi di speranze.

Questa pandemia sembra solo l'inizio di un periodo di catastrofi globali a livello non solo economico ma anche ambientale. Non è un caso che alcuni storici parlano dei «lunghi anni Ottanta»: allora è iniziato un periodo storico che, forse, solo il Covid sarà in grado di chiudere. Negli Ottanta si sono definiti rapporti di forza tra occidente e oriente, è emersa l’Asia come attore politico e centro dell’immaginario, hanno preso piede le identity politics. Ma soprattutto si è assistito al ritirarsi dello Stato a favore delle corporation. Blade Runner. Ormai ci siamo dentro. Non c'è una minaccia aliena pronta ad invaderci ed il futuro, incombente e sconosciuto è tutto intorno a noi, dentro di noi, come ci dice William Gibson nei suoi libri. Dobbiamo solo guardarlo e saperlo riconoscere. Non si può ritornare al passato e neppure aggrapparci a quello che abbiamo adesso, è arrivato qualcosa di nuovo che non siamo stati in grado di prevedere. Possiamo leggere i libri di Gibson come manuali di sopravvivenza ed immaginare reti autonome comunitarie che non dipendono dal profitto e dall'accumulazione. Riattivare l'inesauribile energia dell'immaginazione. Ma ne siamo ancora capaci? Una società futura che va oltre la scarsità, una società comunitaria o comunista nel termine usato da Marx, un mondo governato in base al principio "ognuno secondo le sue capacità; ognuno secondo i suoi bisogni". 

Star Trek: The Next Generation.