martedì 25 dicembre 2012

OFF TONGUE/ IL CANTAR BASTARDO



 



DIAGONAL 2012 - XIX edizione
presenta
OFF TONGUE Il Cantar Bastardo

Un ciclo continuo di 25 ore fatto di Letture, Ascolto musicale, Cinema, DJing, Food Design, Musica Elettronica e Cantautorale dal vivo e Visual Art che in forma di Happening creativo opera un deciso scavo, di natura immateriale, tra i detriti della storia visuale e musicale del primo Novecento e le istanze emotive del Tempo Presente.

Opera perpetrata da un ristretto manipolo di creativi della provincia di Catanzaro che in veste di guastatori eterodossi definiscono immaginariamente e figurativamente i contorni di quel corpus unico unitario ed al contempo caoticamente speciale – che il progetto è e che - di rimando - quale precipitato sintonico, tratteggia al contempo, e figurativamente, una prima cartografia d’un animus et genius loci catanzarese: e di quello in particolare, nel tradursi, nel veicolare creativamente la propria espressività, nel significare la propria corporea esistenza, coniuga una nuova lingua, multipla e molteplice, ed al tempo stesso maledettamente radicale: che parla in nome di una libertà creativa dell’individuo e di una lotta ad un totalitarismo di nuovo conio, l'ultimo che ha chiuso il Novecento, e che, pare evidente, ha di fatto sostituito la comunque fallace democrazia che credevamo di vivere, soffocando così - sotto la coltre di tale occultamento totalitario - la nostra radice umana.

Uno sguardo in profondità - radicale ed incisivo pertanto - che, nell’operare contro la Regressione Generalizzata che questo Nostro S’Ignor Contemporaneo ci propone ed impone, agisce, in risposta, sui meccanismi costitutivi dei processi materiali della costruzione del che manufatto artistico, trovando propria espressione in luce ad una rinnovata e rivoluzionaria opera di remix, perpetrata al banco editario dell’Iperdisponibilità dei Saperi.

Una lingua di natura plastica questa di OFF TONGUE Il Cantar Bastardo, estremamente mobile; che pone in essere - dalle 18.30del 29/12, per 25 ore, senza alcuna soluzione di continuità, e fino alle ore 19.30 di Domenica 30/12 presso il TEATRO COMUNALE di BADOLATO, sede della Residenza Teatrale Migramenti retta dalla Compagnia TEATRO DEL CARRO - una fitta serie di scene in nuce, di quadri simil teatrali che,nell’involucro di una chiesa mai consacrata e divenuta Teatro, riesce a cortocircuitare un insieme indefinito di sollecitazioni del fare e del pensare, tutte fortemente correlate al sentimento contemporaneo, anzi di esso fortemente intrise.

E’ attraverso lo sviluppo di una miriade controllata di input cibari e musicali, schegge video, umori testuali, embrioni d’arte performativa, integri costrutti concertistici che OFF TONGUE prende corpo: in apertura un’ introduzione all’evento - progetto a cura di R. M. Mottola che darà la stura ad un composito percorso artistico fatto, lo ribadiamo,di musiche d’ascolto e dal vivo, proiezioni video cinematografiche, letture, Dj set e Visual art.
Partecipano nel definire il programma :
  • le proposizioni gustative, estremamente immaginative, dei catanzaresi - ROMA based - di FOODHOUSE realizzate in forma di welcome drink concepito secondo i dettami del Food Design (ore 19.00 di sabato 29/12);

  • le letture e selezioni musicali, irradiate rispettivamente da Vivapop e Santaplasm xx selector per tutto l’arco temporale dell’evento e che avranno per oggetto,le prime, tematiche inerenti lo sviluppo di una Cultura della Critica versus una Critica della Cultura e delle politiche relate; mentre le seconde tenteranno di illustrare, in maniera sicuramente parziale comunque efficace, la spasmodica effervescenza nel pianeta delle produzioni off in ambito musicale.

  • le proiezioni video cinematografiche e quelle riconducibili all’alveo della cosiddetta visual art, che, disseminate ad intervalli discronici nelle 25 ore di attività sono parte dell’ampio dall’archivio video dell’associazione VIVARIUM UPC . In visione, tra gli altri, :

    1. September Song: la musica di Kurt Weill regia di Larry Weinstein,
proiezione prevista ore 19.30 del 29/12

    1. The Andy Warhol’s Screen Tests
proiezione prevista per le 22.00 del 29/12,

    1. Songs for Drella featuring John Cale e Lou Reed regia di Ed Lachman
proiezione prevista per le ore 03.00 del 30/12

    1. Sound featuring John Cage e Rahsaan Roland Kirk
proiezione prevista per le ore 18.30 del 30/12

  • l’electro chant di CRISTINA PULLANO, coadiuvata da CURLY nella manipolazione della machinery sonora , previsto per le ore 22.00 di sabato 29/12

  • il dj set - deep house oriented - della tedesco-catanese naturalizzata catanzarese CURLY Dj previsto dalle ore 24.00 di sabato 29/12

  • la performance musicale di GRAY, intrisa di riferimenti letterari ascrivibili in maniera netta alla cultura off statunitense, che, concepita quale sorta di funzione domenicale chiesistica in chiave rock , avrà luogo alle ore 12.00 di domenica 30/12

  • la sound art internazionalmente riconosciuta dei catanzaresi Attilio Novellino & Leastupperbound i quali, a chiusura del percorso dell’ OFF TONGUE di DIAGONAL 2012, presenteranno una produzione originale, concepita a tributo della figura di John Cage, in occasione del centenario della nascita di tal fondamentale figura dell’eversione culturale novecentesca. Inizio della performance prevista per le ore 18.00 del 30/12.


Info
Vivapop mobile 333.5622110
Web vivariumupc@tiscali.it





domenica 2 dicembre 2012

⌁ ✞ S A N L U P O ✞ ⌁ ϟ for chorus, cello & electronics ϟ



“dimensione in tre movimenti per coro, violoncello ed elettronica”






un progetto di
INVISIBLE°SHOW e Alberto Boccardi
con
Matteo Bennici \ Alberto Boccardi \ Attilio Novellino \ Nicola Ratti  
e il Coro Antonio Lamotta diretto da Davide Mainetti





50 minuti di dimensione sonora divisa in tre movimenti per coro, violoncello ed elettronica
esecuzione di:
Matteo Bennici (violoncello)
Nicola Ratti (elettronica)
Alberto Boccardi (elettronica)
Attilio Novellino (elettronica)
Coro Antonio Lamotta
\ Rosy Barbonetti \ Carla Buffoni \ Laura Montagna \ Franca Micheletti \ Ramona Goni \ Sabrina Dattomi \ Isabella Gurini \ Gabriella Mascadri \ Alessandra Bonetti \ Beatrice Bianchini \ Cristiana Garzelli \ Livia Maxenti \ Modesta Piccapietra \ Antonia Scaramella \ Carla Bangio \ Erio Garzelli \ Giovanni Bianchini \ Giuseppe Pautasso \ Roberto Fomasi \ Mauro Manzi \ Alberto Villa \ Tomaso Ronconi \ Cesare Dell’Oca \
diretto da Davide Mainetti




domenica 14 ottobre 2012

Alberto Boccardi e Attilio Novellino vanno in America




Artwork di Leastupperbound


Alla fine del mese parte il tour nord americano di Attilio Novellino e Alberto Boccardi, cinque date molto interessanti dove avranno modo di fare ascoltare materiale tratto dai loro due ottimi lavori, usciti in questi ultimi mesi, e di suonare insieme a personaggi come Nicholas Szcepanik, Mark Templeton, Alexandre St-Onge e altri.
La new wave drone - shoegaze italiana sbarca in America!






giovedì 4 ottobre 2012

Now #3




1. ManzOni - Cucina Povera ( Garrincha/ Venus )


2. Fennesz - AUN - the beginning and the end of all things ( Touch )


3. Attilio Novellino - Lost Days ( Small-Doses )

4. Ancient Ocean / Expo '70 - Split ( NO=FI Recordings )

5. Loscil - Sketches from New Brighton ( Kranky )

6. Giulio Aldinucci - Tarsia ( Nomadic Kids Repubblic )


7.Hermetic Brotherhood of Lux-or - Ethnographies Vol. 2














giovedì 30 agosto 2012

amor cortese, tre film











In un sapiente intreccio di sequenze come un alternarsi di stati d'animo, le emozioni svelano le trepidazioni dell'anima. 
La distanza fisica, pur breve, e quella emozionale non trovano sbocco, rivelando la frustrazione ed un vuoto che sconfinano nell'impotenza. Per un amore non dichiarato o soltanto sfiorato. 
Lo sguardo va verso questi allontanamenti per riempire lo spazio di queste distese che è necessario percorrere con sufficiente distacco per non farsi travolgere dai segni lasciati da ciò che non è stato. 
Un vedere che reinventa il reale per avere sensazioni che rianimano la geografia che scandisce i gesti del proprio quotidiano.
Personaggi che cercano personali vie di fuga, gesti mancati e veli squarciati rivelano immagini che si dissolvono nell'estremo tentativo di rappresentarsi.









giovedì 2 agosto 2012

evanescenza






Reparti avanzati mandati in ricognizione con la tacita speranza di non ritorno, su cui spendere mosaici di parole già pronte. Incassi preventivati su strategie di marketing interiore.
Tele per ciechi, colore, vernice. Rumori per sordi. Storie per nessuno.
Battaglia persa.
Evanescente assenza, estinzione dell’esistente, estensione dell’ordinario, critici consolanti, compiacenti, ammiccanti, pagati a cottimo, al soldo di una cerchia impudente e autoreferenziale che pretende solo prove per accertare l’inoffensività e irrilevanza dell’opera.
Sti cazzi!!!

Vampiri anemici, pretini di campagna, robot arrugginiti, rachitici psichiatri, antichi maestri, cattivi maestri, maestri delusi, allievi segaioli, manovratori di dagherrotipi, giganti del basket, contabili ragionieri perfavoremifacciailsaldo, do it yourself, on the road, pittori imbianchini, pittori imbrattatele, pittori… neanche una figa come si deve!!!
Sti cazzi!!!

Zucche, zucche vuote, teste vuote, teste vuote da paracarro contro cui lanciare kamikaze con bombe di catarro. Sbugiardati smerdati, usurpatori di pensieri altrui, con la citazione giusta sempre pronta e in bella mostra, mostri sopraffattori e prepotenti, impotenti promiscui chic di razza padrona bastarda e cafona, culi rotti e cazzi mosci. Servi, comesiamofighieintelligentinoi.
Nani in cerca di un pertugio in cui intrufolarsi per partecipare al banchetto, anche da cani nani sotto i tavoli a disputarsi le ossa va bene.

Che fine ha fatto la mia foto di Majakovskiy?













mercoledì 18 luglio 2012

attilio novellino: lost days






It had been a while since a piece of drone music comepletely blew me away. I have to admit that I was starting to think I was getting bored whit the genre. Then ot of the blue, an mail from someone I had never encountered before arrived offering me a piece of music for release. That piece was Lost Days. It was such a breath of fresh air. It sounds majestically simple of the surface, but as the sound continues, it expands and deepens, finding very dark places while always keeping the light in view. It is expansive and beautiful, taking the listener on an incredible journey over it's 24 minutes.

http://www.small-doses.com





venerdì 6 luglio 2012

Archiaro: hic sunt leones





Foto di Tommaso Cosco

Del tornare in un luogo e cercare nei ricordi di chi ci ha preceduto. E’ un sound felice quello che circola ad Archiaro, è un suono evocativo quello che erompe dalle pendici di questo angolo di Sila. Percorsi diversi e sotterranei, inconsapevolmente allacciati, si espandono in terminazioni nervose che creano fluidi che solo cuori aperti riescono a catturare. Sentieri inesplorati che convergono grazie ad una comunicazione che tiene conto dell'istinto e della creatività, sentieri accidentati che percorrono una propria mappa emozionale dove ad ognuno è affidata la responsabilità del proprio procedere, alla ricerca di quei segni che indicano la fine del viaggio. La reinterpretazione della realtà è affidata a chi ha il coraggio di mettersi in gioco, dando libero sfogo alle passioni e ai sentimenti.
E' la magia si ripete, perchè la magia è umana!
L'arte, il suono in particolare, ha un valore rituale molto importante, poiché sfugge alla razionalità per la sua ambiguità semantica e ci offre la possibilità di andare oltre. Spinti dal desiderio e dalla necessità.
In questi anni i più bei nomi della musica contemporanea, sperimentale, ambient, nazionale e internazionale hanno tenuto appassionate performances e splendidi concerti, facendo risuonare, nel buio delle notti, note come preghiere. Archiaro, come uno scanner che scandaglia l'anima di quanti si avventurano in questa stazione orbitante tra mondi paralleli.
Tommaso Cosco sa come ricreare le geometrie per un deep lestening che si eleva verso il cielo, questo anno ha voluto invitare Stefano Musso, Alio Die.
Alio Die è artefice e produttore della più importante etichetta di musica ambient in Italia, Hic Sunt Leones, qui ci sono i leoni, scritta che appariva nelle antiche mappe a tracciare i confini delle terre conosciute. Come musicista ha collaborato con Robert Rich, Vidna Obmana, Tuu ed altri ancora.
Magro e dinoccolato, Alio Die, come nascosto dietro la sua postazione, chino sui suoi numerosi strumenti acustici, tra cui appaiano zither, flauti e percussioni varie, sostenuto da loops e drones ha offerto un concerto a tratti magnetico, quasi religioso. Una musica discreta, ben inserita nel contesto e negli elementi naturali di Archiaro, di cui si è nutrita. E' la musica degli spiriti dei boschi, dei cercatori di verità, di quegli esseri invisibili che abitano contrade e popolano leggende, è musica che trae e da energia e che è capace di riprodursi e trasformarsi dallo scorrere dell'acqua come dal richiamo di una civetta. Ad Archiaro, Alio Die ha tenuto un concerto che ha travalicato i canoni dell'ambient, oltre la ricerca formale, indicando nuove direzioni. Deconsecrated and Pure. Sconsacrato ma comunque puro. Gino Dal Soler nel suo magnifico libro Trances & Drones così descrive la musica di Alio Die: “è indubbiamente sotterranea ma sottilmente gioiosa nel suo incedere rituale, dove il rito non è che un mezzo per condurre la parte più intima di se stessi vicino allo spirito degli elementi”.




Foto di ML



Foto di ML








martedì 26 giugno 2012

NOW #2




1. Pavement - Slanted and Enchanted

2. Brandlmayr/Dafeldecker/Fennesz - Till The Old World's Blown Up...

3. Killing Joke - Live Florence

4. Irisarri - Reverie ( repress )

5. Attilio Novellino - Through Glass

6. Arvo Part - Cantus in Memory of Benjamin Britten

7. Oophoi/Tommaso Cosco - Behind the Wall of Sleep

8. Alio Die - Deconsecrated and Pure

9. Food whit Molvaer and Fennesz - Quiet Inlet

10. Pausal - Autumnal

 








mercoledì 20 giugno 2012

Derek Raymond: e morì ad occhi aperti.





"Come si può insegnare agli altri il significato dell'esistenza, se non si è nemmeno capito che non se ne può uscire vivi?" 
"..non avrei mai dovuto cominciare a smascherare le falsità delle persone....se denudi qualcono fino al suo vero essere non gli dai alcune possibilità di sopravvivere. Menzogne e sotterfugi sono necessari, ci danno la possibilità di scamparla."

A Derek Raymond piacciono le Gauloises con filtro, Jean Paul Sartre, Dashiell Hammett, la birra e un paio di bicchieri di buon vino. Nato da una famiglia aristocratica, cresciuto tra Eton ed il castello di famiglia, Robin William Arthur Cook, meglio conosciuto come Derek Raymond, lascia presto la sua casa, abbandona i privilegi e le usanze dell'establishment per andare ad osservare il mondo dalla parte in ombra della strada. Gira mezza Europa, la Spagna, l’Italia e molta Francia, sbarcando il lunario, facendo molti lavori, alcuni dei quali al limite e oltre la legalità. Dal sud della Francia dove ha trascorso quasi dieci anni a mondare le viti, ritorna con un berretto che non abbandona mai come un talismano.

"Per essere un buon scrittore di noir, non basta pensare come parlano i delinquenti ma è indispensabile parlare con loro; non si può immaginare cosa si prova perdendo l’amore ma bisogna perderlo davvero, né come si vive per strada perché è necessario viverci; e per narrare la disperazione occorre diventare disperati. E questo è il motivo per cui molti romanzi etichettati come noir sono solo degli innocui polizieschi o gialli".

Il mio nome era Dora Suarez, quarto titolo del ciclo della Factory del Tenente senza nome è il capolavoro di Raymond, forse il più violento, dove la disperazione e le sofferenze della vittima passano direttamente all’investigatore e dove sono più evidenti le caratteristiche dello scrittore: la lucidità nell’indagare la società, la predisposizione a vedere il mondo circostante con gli occhi della vittima, il sentire pulsare nelle vene il desiderio di una giustizia che rasenta la vendetta, la pietà per i perdenti. La stesura del romanzo, durata diciotto mesi, lo fece vivere sull’orlo di un baratro, per il totale coinvolgimento emotivo. Un testo sofferto, scritto per entrare nei propri incubi, nel proprio intimo più nascosto, e che ha sovvertito i canoni tradizionali del noir.
E' la voce della coscienza che perde la ragione, per dirla come Ronald LaingPer Derek Raymond l'arte è un incontro riuscito con l'esistenza, la follia un incontro mancato.
Le sue opere più significative sono edite in Italia da Meridiano Zero.






domenica 10 giugno 2012

alio die@archiaro.it






GOCCE DI PIOGGIA INVECCHIANO NEL PROFONDO DELLA TERRA

MILIONI DI FILI D’ERBA IN SACRIFICIO PER IL TROTTO DEL CAVALLO

NEGLI OCCHI DELL’AQUILA L’IMPOSSIBILE VISIONE DI UNA PREDA NELLA NEBBIA



23 GIUGNO 2012 (ORE 16,00) www.archiaro.it

giovedì 19 aprile 2012

La notte sarà calma.







Romain Gary ( 1914 - 1980 ) aviatore eroe di guerra, diplomatico, scrittore. cineasta, seduttore, uomo smisurato e geniale. "Io è un altro", l'affermazione  di Rimbaud è stata il fil rouge dell'esistenza di Romain Gary, nell'impossibilità stessa dell'identità, nelle molteplici vite vissute e nelle diverse maschere indossate sta il desiderio di assoluto, la sua ricerca di eternità, anche quando le condizioni gli apparivano avverse e disperate. Ha offerto volti diversi di sè, utilizzando vari pseudonimi, nella volonta continua di bruciare il suo io, detestando la realtà non trovandola all'altezza di ciò che la sua immaginazione gli dettava.
Il pomeriggio del 2 dicembre 1980, Romain Gary si uccide nella sua casa di Rue  du Bac 108, a Parigi, con un colpo di pistola alla testa, sparato non prima di aver indossato una vestaglia rossa, acquistata qualche ora prima in un negozio di Place Vendome, per non far notare troppo il sangue.

I libri di Romain Gary sono pubblicati in Italia da Neri Pozza.



martedì 3 aprile 2012

NOW !




1. Attilio Novellino - Through Glass, Valeot Records



2. Deaf Center - Owl Splinters, Type



3. Benoit Honore Pioulard - Plays Thelma, Desire Path Recordings



4. uggeri | mauri | giannico - Pagetos, Boring Machines



5. Grouper - AIA : Alien Observer, Yellow Electric



6. Belong - Common Era, Kranky



7. Aidan Baker - Liminoid/ Lifeform, Alien8



8. Ferraro/ Borden/ Halo/ Godin/ Lopatin - FRKWYS vol.7, RVNG Intl.



9. Fennesz - Live at Museum, Firenze 2012



10. Enfants Perdus - If I Could Only Remember Me, Vineyards Live 2012










lunedì 19 marzo 2012

Antonio Mariano, il ragazzo che suonò " Chicago" dalle barricate

di Girolamo De Michele
http://www.carmillaonline.com/

 mariano2.jpg
[Per Francesco Lorusso, Antonio Mariano, Barbara Azzaroni e Valerio Spisso: Emancipate yourselves from mental slavery]

Fosse un film o un romanzo, potrebbe intitolarsi "La leggenda del pianista sulle barricate". Ma non è un'invenzione narrativa: è successo davvero, e chi c'era ricorda. Era la sera del 12 marzo 1977, Francesco Lorusso assassinato dagli sgherri di Kossiga, la zona universitaria di Bologna assediata dai carri armati e chiusa dalle barricate. Da una di esse, in via Zamboni, si levano le note di una canzone: "Chicago" di Graham Nash. La registrazione audio di quel momento è da poco riemersa da un qualche scatolone o cassetto: basta cliccare sull'immagine in alto per ascoltarla – fatelo, prima di continuare a leggere.
Molte storie sono nate da quella storia. Era Chicago, o Chopin? Era uno solo, il pianista? E il pianoforte, com'era arrivato all'interno di una barricata? E dov'era?
Molte storie, molte memorie. Connettendo i diversi ricordi, unendo una sfaccettatura all'altra, il disegno alla fine è abbastanza nitido da essere raccontato. Grazie, soprattutto, al lavoro di Enrico Scuro, che con la raccolta delle foto dei "ragazzi del '77" ha riaperto i cancelli della memoria. E liberato qualche frammento di quei sogni rimasti impigliati nel cancello dei denti.
marianocane.jpgIl pianoforte fu portato fuori dal Conservatorio, e posizionato in via Zamboni, davanti a un locale: questo ha fatto pensare che venisse dal locale. In una narrazione romanzesca (M. Marino, Non sparate sul pianista, Libro Libero, Pavia 1978, p. 26) l'intera barricata viene trasfigurata in un'assemblaggio di strumenti musicali:
Il cielo era nuvoloso a forma di fumo. Quella volta abbiamo fatto una barricata di strumenti musicali. Appartenevano ad un conservatorio. Trombe, clarini, contrabbassi, violini e tamburi, ma il più voluminoso era un meraviglioso pianoforte a coda.
Imponente stava in mezzo alla barricata e sembrava, lui da solo il vero argine che avrebbe impedito che noi fossimo travolti dalla polizia che minacciosi se ne stavano dall'altra parte coi fucili puntati.
Poi è partito un candelotto. Sassi. Fucilate. Pistole. Fucilate. I bossoli volavano sulle teste infuriate e allora mi è parso di sentire una musica. Da dove viene? Viene forse dai nostri gesti, dalla nostra rivolta. Si è vero. È vicina questa musica. Questa musica è in noi.
Più volavano i proiettili, più la musica cresceva, ritmica, imponente, meravigliosa.
Era Antonio che suonava sul pianoforte a coda in mezzo alle barricate la musica che era in noi, e sulla schiena aveva un cartello con su scritto: NON SPARATE SUL PIANISTA.

In realtà il piano non aveva coda: secondo Gianluca Galliani, ex tastierista dei Gaz Nevada, «era uno Steinway 9 Grand Piano, cioè the best del pianoforte. OK, suonarono in 2-3, uno fui io che feci una "Mussorgsky Pictures at an Exhibition" (ma solo la breve promenade) con seguito rock'n'roll vecchio stile "Honky" (non quella di Emerson, ma simile). Gli altri prima di me e dopo, di cui purtroppo non ricordo i nomi».
Uno dei nomi era quello di Claudio Lolli: «Su quel pianoforte ho messo anch'io le mani una notte, pochi minuti amichevoli con lui e, tra i sassi che giravano in aria e i postumi dei manga nella schiena, quel suono spettrale e magico era come se aprisse un'altra dimensione. Forse proprio quella che avevamo sperato di aprire. Chicago o non Chicago, una questione di suono. Coi suoi cani vicini che non abbaiavano mai come se avessero capito che quel pianoforte sotto il portico emetteva dei suoni anomali, non disturbabili».
E poi Antonio Mariano, da Campomarino, vicino Termoli. Lo ricordano tutti come sorridente e gentile, leggermente claudicante a causa di una poliomelite infantile; aveva adottato due cagnolini, uno per sé e il suo amico, e li aveva chiamati Harold e Maude. Si sedette al piano e suonò "Chicago". E qualcuno gridò davvero: NON SPARATE SUL PIANISTA!
Qualcun altro compose dei versi che furono letti su Radio Alice:
Il pianoforte borghese / trascinato sulla strada / fra due barricate / si trova stupito / a suonare note / più calde, più dolci. / Il mogano lucido / circondato dal fumo / sporco dei lacrimogeni. / Ed uno strano pianista / deposti i sampietrini / suona imprevedibile / la sua serenata. / Sul suo capo / sassi e cose passano. / E una voce allarmata / oltre la barricata / più in là 100 metri / "un pianoforte, attenti / può essere nocivo." / Sorridono i compagni e la tensione cala / l'aria si fa più dolce / sul segno lucente / si ammucchiano i pavè. / Il pianoforte borghese / accompagna gli scontri / e si sorprende / più giovane / in mezzo alla strada / guidato da un pianista / senza frac.
Poi, come in una tragedia, la storia fece un altro quarto di giro, e tre mesi dopo la Guzzi rossa su cui Antonio con la sua ragazza stava scendendo al sud toccò un furgoncino in direzione avversa durante un sorpasso, finì fuori strada, e fuori strada portò anche Antonio.
Sfogliando il libro di Enrico Scuro, guardando le foto di 35 anni fa, a volte si viene presi dalla stessa rabbia strascicata in una canzone di Vasco:
Ma non ricordo se chi c'era
aveva queste queste facce qui
non mi dire che è proprio così
non mi dire che son quelli lì!

Qualcuno ha perso i capelli e messo su la pancetta, qualcuno ha fatto di peggio. Qualcuno non c'è più. Qualcuno c'è rimasto, magari entrando in banca e rimanendo inchiodato dal gendarme che avrà anche preso un encomio per aver messo in salvo il capitale: e fa male vedere l'immagine di Valerio al funerale di Barbara.
E qualcun altro ha fatto una morte diversa, rimanendo in banca dalla parte sbagliata: ci sono vite che sono una morte un po' peggiore.
Pochi, forse: ma la metà basterebbe.
Ad Antonio non è capitato di scegliere, non ne ha avuto il tempo. Ma nessuno riuscirebbe a pensarlo dalla parte sbagliata: sarà perché anche "Chicago" è rimasta quella di allora, con Bobby SealeSo your brother's bound and gagged / And they've chained him to a chair - che non s'è pentito e Graham Nash che va ancora a cantare a Occupy Wall Street. Sarà perché quel momento è stato, anche, secondo Claudio Lolli «una epifania del '77 bolognese. Banalizzo: duri, ma con gioia. E quale gioia maggiore può esserci che sentire le note di "Chicago", di notte, nel centro di Bologna invaso dai carri armati? A loro la durezza (anche nostra) a noi invece solo tutta la gioia».
violinista3.jpgSarà che qualcosa di quel momento è ancora nell'aria: come le note della violinista che ha suonato di fronte ai gendarmi durante i blocchi in Val di Susa.
E sembra di sentirle ancora, quelle parole:
Somehow people must be free
I hope the day comes soon
Won't you please come to Chicago, show your face
From the bottom of the ocean
To the mountains of the moon
Won't you please come to Chicago, no one else can take your place
We can change the world
Rearrange the world
It's dying - if you believe in justice
It's dying - and if you believe in freedom
It's dying - let a man live his own life
It's dying - rules and regulations
Who needs them, open up the door


* Un grazie di cuore per le informazioni a Claudio Lolli, Ambrogio Vitali, al gruppo fb "Il libro I ragazzi del '77", ai nipoti di Antonio Mariano e ad Enrico Scuro




sabato 25 febbraio 2012

Attilio Novellino - Through Glass






Ed è subito una cascata di suoni, suoni screziati, incalzanti, suoni che si condensano in vapore come respiro infreddolito, suoni che vogliono attraversare il vetro senza infrangerlo, suoni come alito che si deposita sulla fredda superficie dove una umanità sofferente scrive il suo personale messaggio d'aiuto, suoni come solchi, graffiati da unghie ferite, sul ghiaccio che il gelo ha reso spesso, sempre meno trasparente e ormai opaco, dietro il quale si levano voci attutite, voci inascoltate di una generazione invisibile, avvolta da spire di una malinconia precaria, voci smarrite che si mischiano con le voci di dentro e con quelle di chi ci ha preceduto, a formare un unico dissonante sussurro, a chiedere e implorare messe riparatrici, pur di abbandonare il limbo che si è costretti a vivere, anime del purgatorio disposte a scontare pene come emozioni su note di pianoforte che accennano e segnalano una momentanea sospensione per una lieta nostalgia mentre in lontananza rumori industriali indicano che la forgia continua a lavorare e a sgretolare esistenze a pieno regime, una divina commedia moderna, un lungo girovagare tra gironi inospitali, senza una guida, dove ognuno si muove secondo una personale mappa interiore, Orfeo, rassegnato, non si volta, avuta la certezza più che la sensazione, che ormai tutto è già accaduto, mentre treni merci solcano la notte, portando il loro carico di sogni andati a male, verso il Regno Primigenio, dove tra canti e mottetti si perpetua il rito originario di cui Attilio Novellino è il sommo sacerdote.

Out on March, 9th



domenica 19 febbraio 2012

Fennesz, live at the museum@marinomarini.firenze


Un unico flusso sonoro ha avvolto gli alti soffitti del museo Marino Marini di Firenze, una lunga suite ad accompagnare e commentare le immagini in bianco e nero di Berlino. Sinfonia di una grande città, girato da Walter Ruttmann nel 1927, per raccontare una intera giornata, dalle prime luci dell'alba alla mezzanotte, di Berlino e dei suoi abitanti.
Ancora un grande e intenso Fennesz.








Foto di Antonio Candeliere