venerdì 9 settembre 2022

Come un vaso di coccio

 Partiamo da due fatti accennati nei precedenti articoli che servono per comprendere meglio e capire la situazione in cui ci troviamo oggi, fatti e non opinioni, eventi che sono passati sottotraccia e che solo pochi commentatori politici hanno analizzato in tutta la loro gravità, fatti le cui conseguenze si stanno rivelando ai nostri occhi e sulla nostra pelle. Il primo accadimento in ordine cronologico si è verificato nel 1981, il Ministro del Tesoro Beniamino Andreatta e il Governatore della Banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi diedero vita alla “svolta neoliberista” nella politica italiana. In quegli anni infatti, l’ideologia neoliberista comincia a far presa sulla totalità dei paesi industrializzati. Tatcher e Reagan salgono “al potere” nei loro rispettivi paesi. Il pretesto è rappresentato dagli shock petroliferi, da un'alta inflazione e da una rete di consulenti e tecnici all’interno dei Governi e delle Banche centrali che permetteranno tutto ciò. Fino al 1981, l’Italia godeva di una piena sovranità monetaria garantita dalla proprietà pubblica del suo istituto di emissione, “ente di diritto pubblico” ai sensi della legge bancaria del 1936, controllato dallo Stato per il tramite delle “banche di interesse nazionale” e degli “istituti di credito di diritto pubblico”. La Banca d’Italia si impegnava ad acquistare tutti i titoli non collocati presso gli investitori privati. Questo sistema garantiva il finanziamento della spesa pubblica e la creazione della base monetaria, nonché la crescita dell’economia reale. Fino al 1981, l’Italia aveva la quota di spesa pubblica in rapporto al PIL più bassa tra gli Stati Europei: il 41,1% contro il 41,2% della Repubblica Federale Tedesca, il 42,2% del Regno Unito, il 43,1% della Francia, il 48,1% del Belgio e il 54,6% dei Paesi Bassi. Il rapporto tra debito pubblico e PIL era fermo nel 1980 al 56,86%.

Il 12 febbraio 1981 il Ministro del Tesoro Beniamino Andreatta scrisse al Governatore della Banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi una lettera che sancì il “divorzio” tra le due istituzioni.

Il provvedimento ebbe effetti devastanti sulla politica economica italiana. Dopo il divorzio tra Banca d’Italia e Tesoro, lo Stato dovette collocare i titoli del debito pubblico sul mercato finanziario privato a tassi d’interesse sensibilmente più alti. In conseguenza di ciò, durante gli anni ’80 assistiamo a una vera e propria esplosione della spesa per interessi passivi. Come riconosciuto da Andreatta, il divorzio nacque come “congiura aperta” tra Ministro del Tesoro e Governatore della Banca d’Italia, “nel presupposto che a cose fatte, sia poi troppo costoso tornare indietro”. Il parlamento italiano non ha avuto la possibilità di esprimersi in merito ad una questione di tale portata, poiché secondo i legali del ministero “ la revisione delle disposizioni date alla Banca d’Italia rientra nella competenza esclusiva del ministro”.

Il secondo fatto risale al 2 giugno del 1992 quando a bordo dello yacht Britannia della regina Elisabetta II all'ancora a Civitavecchia si incontrano i rappresentanti delle grandi banche d'affari inglesi, della BZW (la ditta di intermediazione finanziaria della Barclay’s), della Baring & Co ( la più antica merchant bank londinese), della S.G. Warburg ( banca privata tedesca ), e industriali italiani, rappresentanti del mondo politico e rappresentanti di banche e assicurazioni, dell’ENI, dell’AGIP, dell’IRI e della Società Autostrade. Era presente anche Mario Draghi, all'epoca Direttore generale del Ministero del Tesoro. Si dice che fosse presente anche Beppe Grillo, nonostante le sue smentite, Emma Bonino, presente anche essa, in una intervista si dichiarava stupita e non riusciva a capire il perché della presenza dell'ex comico a bordo del Britannia. In questa scellerata crociera al largo delle coste italiane su una nave battente bandiera britannica e dunque sotto giurisdizione britannica si da il via alla svendita delle aziende industriali e bancarie più prestigiose dello Stato Italiano. La privatizzazione viene presentata come l'unica cura per risanare la nostra economia, invece nasconde strategie di business per scippare allo Stato la sovranità monetaria che fa da freno alla globalizzazione dei mercati. Ricordiamo che in quei mesi a partire dal febbraio del 1992 le prime pagine dei giornali si occupavano del Trattato di Maastricht ( 7 febbraio ), di Mani Pulite e degli arresti eccellenti ( dal 17 febbraio ), inoltre le elezioni di aprile avevano decretato la liquidazione politica di Craxi e Andreotti e il 27 aprile si dimette il Presidente Cossiga. Il 23 maggio viene ucciso il giudice Falcone. Il Britannia scivola silenzioso nelle acque di Civitavecchia il 2 giugno 1992, Festa della Repubblica. In questi mesi Amato, Ciampi, Prodi e Andreatta vanno avanti in modo deciso con la privatizzazione delle aziende a partecipazione pubblica. Il discorso pronunciato dall'alto funzionario del Tesoro Draghi a bordo del Britannia è stato pubblicato da Il Fatto Quotidiano. Si tratta di un documento dal valore storico e politico e attesta la convinzione delle virtù taumaturgiche del mercato e della finanza. La privatizzazione avrebbe, secondo Draghi, portato maggior efficienza, maggior crescita e maggiori profitti più di quanto avrebbero fatto i manager delle Aziende di Stato e in definitiva avrebbe aiutato a risolvere l’annoso problema dell’alto debito pubblico in rapporto al Pil. Quindi nelle sue parole consolidare la credibilità dell'Italia nei mercati come strada per la crescita e la fine del controllo politico con un esecutivo forte e stabile. Arrivarono governi tecnici ( il primo fu quello di Ciampi nell'aprile del 1993 con gente delle banche e della finanza), inasprimento della tassazione, inefficienza, mancati investimenti, mancata innovazione, spregiudicate operazioni di speculazione finanziaria ( nel settembre del 1992 Soros attacca la lira ), e con gli anni a venire svuotamento delle funzioni del Parlamento, legge Fornero e Jobs act e di conseguenza licenziamenti e chiusure di stabilimenti produttivi fino al completo smantellamento dell'eccezionale apparato produttivo italiano, perché come ripete il mantra di questi anni “ce lo chiede l'Europa”. Un danno che ha distrutto una nazione, dopo 30 anni abbiamo il record di debito pubblico. Una crociera tenutasi il 2 giugno del 1992, subito dopo la strage di Capaci nella quale morirono il giudice Falcone e la sua scorta.
Una crociera prima negata additando come complottisti coloro che ne parlavano e poi rivelata in tv dal Presidente Cossiga.

E poi dal 2002 c'è l'Euro, è come se ci avessero buttati in una piscina senza chiederci prima se sapessimo nuotare, ma su questo torneremo.

Ora invece veniamo ai nostri giorni e vediamo che gli onesti capitalisti occidentali, i fautori del libero mercato e della globalizzazione, quelli a cui alcuni scellerati hanno svenduto la nostra Italia, si sono ritrovati in questi ultimi anni ad essere poco competitivi sui mercati internazionali rispetto alla concorrenza estera, soprattutto orientale, per cui i Paesi occidentali hanno comprato molto all'estero indebitandosi pesantemente. I capitalisti cinesi, asiatici, arabi e anche russi che sono i creditori di tale debito aspirano a comprare azioni di aziende americane, britanniche, francesi, e così via. Magari anche pacchetti di controllo di quelle aziende per assorbirle. Ecco perché i capitalisti occidentali hanno perso la guerra della globalizzazione a spese dei capitalisti orientali, cinesi e russi. Gli Usa e le nazioni atlantiche appartenenti alla Nato all'inizio hanno reagito al solito modo con il loro imperialismo espansionistico, con l'invasione dell'Iraq e poi quella dell'Afghanistan. I raggiunti limiti di spesa e di efficienza stanno contenendo queste mire espansionistiche per cui hanno dovuto adottare un altro metodo per contrastare i capitali orientali, una sorta di protezionismo per impedire ai capitalisti orientali di mangiarsi le aziende occidentali. Lo hanno chiamato friend shoring, cioè da ora si faranno affari solo con gli amici. La guerra in Ucraina che vede la Russia nel ruolo di aggressore imperialista, stabilisce una linea di demarcazione tra debitori d’occidente e creditori d’oriente. La Cina che si è posizionata dal lato della Russia interpreta questa guerra come uno dei tanti segni di crisi del grande debitore americano e aspetta di vedere come si muoveranno gli USA e i suoi alleati. La guerra in Ucraina segna l’inizio della grande sfida orientale agli Stati Uniti e ai loro alleati, per decidere chi dovrà dettare le regole future della finanza e del commercio mondiale. Lo squilibrio capitalistico tra creditori e debitori è sfociato in una guerra che non è più solo militare ma anche economica. E' iniziata una nuova fase storica del capitale, quella della concentrazione e del controllo del capitale in poche mani, oligarchizzazione del capitale, oltre l’80% del capitale è controllato da meno dell'1% degli azionisti in Russia e da meno dello 0,3% negli USA, per cui il capitalismo americano è il più oligarchico di tutti. I due fronti tendono ad assomigliarsi sempre di più, anche per quello che riguarda la tutela della democrazia e delle libertà. Secondo i dati pubblicati da Freedom House, questi livelli di tutela nelle democrazie liberali occidentali si stanno riducendo in modo significativo, iniziano a convergere al ribasso, verso i cosiddetti regimi autoritari. In tutta questa vicenda l'Italia assomiglia ad un vaso di coccio sballottato tra vasi di ferro, Draghi, nonostante la fiducia dei partiti che sostengono il suo governo, si è autosfiduciato, in nessuna democrazia occidentale è successo che un premier si sia dimesso nonostante la fiducia, evidentemente voleva i pieni poteri per poter mettere in atto la sua agenda anche oltre la fine della legislatura, ( nella foto possiamo vedere i risultati della vera agenda di Draghi, Fonte Istat, Corriere della Sera ), prima voleva il Quirinale per dare il via ad una repubblica presidenziale ora che si avvicina l'autunno che si preannuncia caldo, “vede nuvole all'orizzonte” come ha dichiarato, ha pensato bene di darsela a gambe, dopo aver svolto molto bene il suo compito, che non coincide con le priorità degli italiani. Lo spiega il 3 agosto 2022 l'ARERA ( Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente ) “ in ragione dell'attuale aumento dei prezzi del mercato all'ingrosso, per il trimestre ottobre-dicembre 2022, è atteso, laddove dovessero mantenersi i livelli delle quotazioni degli ultimi giorni, un ulteriore incremento delle bollette per le famiglie, stimabile oggi di oltre il 100% rispetto al trimestre in corso”. Ancora!!! In termini sociali ed economici è la gente comune che paga come la solito, e in termini politici non paga mai nessuno? Negli ultimi dieci anni abbiamo avuto nell'ordine i seguenti governi: Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte 1, Conte 2, Draghi. Dal 16 novembre ( Governo Monti ) ad ora sono passati 3900 giorni, il PD è stato al governo per un totale di 3459 giorni, l'88,2% del tempo! Ora, per le prossime elezioni, si vuole mettere in carico la famosa agenda Draghi!! Un altro autogol. Ognuno faccia le proprie considerazioni.Tutto quello che è successo in Italia non fa che rafforzare la reputazione che all'estero hanno del nostro Paese, cioè non una grande democrazia liberale ma la caricatura della democrazia. In Inghilterra nei giorni scorsi circolava su un giornale una vignetta di Bansky dove la Camera dei Comuni è affollata da scimmioni. La didascalia è chiara: siamo diventati simili agli italiani?


Articolo apparso sul numero di settembre 2022 di Affiches, rivista di Radio Vulture