lunedì 17 novembre 2025

Disintegration loops


Intellectual fatigue, con questo termine s’intende l’esaurimento della capacità critica, di elaborazione intellettuale e di impegno cognitivo dopo un periodo più o meno lungo di sforzi mentali, senza ottenere risultati. Un esaurimento esistenziale che lo si legge negli occhi di chi vuole portare avanti una idea di lavoro che si scontra con la mediocrità e l’indifferenza della massa, lo si legge negli occhi di chi vuole fare cultura, portando avanti un discorso che investe più ambiti, sociale, politico ed educativo. Ed allora sorge lo scoramento e la disillusione di lasciar perdere insieme alla convinzione che non è più possibile incidere specialmente sulle nuove generazioni, totalmente fagocitate dal mercato e dai modelli di comportamento più biechi. E ci si rende conto di questo quando i protagonisti degli ultimi episodi di femminicidio sono sempre più giovani mostri, non è più cosa da adulti. I giovani mostri, malgrado loro, cresciuti ad aperitivi e social, a pornografia e a modelli tossici di mascolinità, sono incapaci di elaborare un rifiuto e di distinguere tra amore e possesso. Generazioni di nuovi mostri attraversano i territori delle emozioni senza mappe, senza guide, senza la necessaria educazione. E le famiglie? Disfunzionali. E la scuola? Smantellata. Questi giovani idioti che amano la trap e ne imitano i modelli stanno crescendo in un deserto emotivo senza punti di riferimento, senza acqua a cui abbeverarsi. Bisogna dire, per correttezza, che il disagio di queste nuove generazioni non può essere scorporato dal fallimento delle vecchie. Ma è necessario invertire la tendenza. E’ giunta l’ora di cambiare. Ma è possibile? Le forze si stanno esaurendo e cresce la consapevolezza che ormai siamo avviati inesorabilmente verso una deriva inarrestabile e che tutto si è compiuto. Dopo anni di mobilitazioni sociali, di analisi e denunce il mondo va nella direzione voluta dal Potere, davanti al quale tutti si sono inginocchiati, destra, sinistra, sindacati, finanza, Chiesa, una direzione contraria alle nostre aspettative, lo stato sociale è stato smantellato, il capitale è diventato sempre più vorace e c’è una grande stanchezza che è propria dell’intero sistema culturale, una rassegnazione che nasconde una domanda: a cosa serve? Forse solo a noi per sentirci sempre dalla parte dei buoni. Ma non è detto poichè è solo una nostra idea e non è molto, non ci può consolare. Non è quello che immaginavamo ed allora questa condizione genera una depressione culturale, una malinconia per un futuro che non è quello a cui tendevamo. E’ paradossale scrivere un articolo del genere proprio quando si stanno festeggiando i 50 anni di Radio Vulture, ma il diavolo ci mette sempre lo zampino ed in questo Radio Vulture è sempre stata all’avanguardia, ha sempre continuato a chiedere e fare domande, è accomunata in questo ad A/traverso, storica rivista dell’area bolognese che festeggia anche essa i 50 anni. Anni formidabili dove le energie della parte sana della società esprimevano potenzialità immense di liberazione e progresso. La tendenza era verso la piena espansione delle potenze creative della società. L’ideologia rivoluzionaria del leninismo veniva messa in discussione e si cercavano nuove strade per il processo di liberazione, ma il passato prese il sopravvento e la nuova immaginazione viene sopraffatta dall’ordine repressivo del soggettivismo rivoluzionario. In questa terra desolata, dove l’intellettuale ha tradito il suo ruolo, facendosi megafono del potere, dove la sinistra si è girata dall’altra parte, quella dei potenti, la destra ha gioco facile occupando tutti gli spazi lasciati liberi, solo per sete di rivincita, senza avere la capacità di elaborare una idea originale, una proposta culturale. La stanchezza ha delle motivazioni profonde, non è la fatica di un lavoro, ma un esaurimento che ha il sapore della resa, della disillusione che tanto non cambierà mai nulla, il potere se ne frega, fa come gli pare incurante dei suffragi popolari, tanto poi li recupera, gli eletti, li blandisce e li assorbe con l’adulazione. E lo vediamo con i nostri occhi, la guerra in Ucraina si trascina grazie ai volenterosi europei, Francia, Gran Bretagna e Germania del nazista Merz, che boicottano i colloqui di pace affinchè la guerra continui, vendere armi ed incamerare profitti è il loro obiettivo, Kiev sfida la pazienza dei russi con attentati che delegittimano i colloqui di pace e noi aspettiamo che la risposta di Putin non sia devastante, Israele intanto continua a bombardare i camion degli aiuti e a uccidere bambini e giornalisti, perché nessuno deve sapere, si paventano nuove pandemie con la benedizione dei nostri virologi e dell’OMS che non vede l’ora di inoculare nuovi veleni come i farmaci a mrna autoreplicante, la salute dei cittadini in mano a soggetti privati, ci hanno provato col Covid con questo non si scappa, ma ora non ci si può distrarre, c’è il delitto di Garlasco ed abbiamo appena superato la prova costume. Poi se ne parla. Chissà perché le peggio cose le fanno d’estate? Mah? Anche la Chiesa Cattolica non se la passa tanto bene, non è più un punto di riferimento universale, in mano ai massoni è preda di intrighi e strategie politiche che hanno snaturato e abolito il sacro, le scorie gnostiche lasciate dal testimonial dei globalisti, quel sant’uomo di Bergoglio, hanno infettato le fondamenta del trono di Pietro. Del nuovo Papa se ne mette già in dubbio la legittimità, ma questo è un argomento molto complesso che merita un maggiore approfondimento in un prossimo articolo. Basta solo dire che per fugare i dubbi è necessario aprire la busta e leggere la relazione del Cardinale Camerlengo nella quale viene riportato l’esito delle votazioni. I verbali delle sedute e le schede sono state bruciate. Ma non credo che il Vaticano la renderà pubblica. Con gli ultimi residui di forze ci teniamo a galla tra i flutti di questo mare minaccioso come naufraghi aggrappati ai relitti, ci stiamo disintegrando come una vecchia audiocassetta che perde pezzi in decadimento, in situazioni estreme e solo alla fine di tutto potremo capire. “La più grande sventura sarebbe morire impotenti non solo a vincere ma anche a comprendere” Simone Weil

Pubblicato sul numero di luglio 2025 di Affiches