martedì 13 aprile 2021

U Turn

 


Il mondo sta attraversando una nuova fase della sua evoluzione, l'umanità è stata scaraventata senza preavviso in una nuova era e confusa è diventata diffidente, gli schemi lineari e convenzionali non rispondono più a quelle che sono le nuove forme di comunicazione e di conoscenza. Ora spetta a tutti gli esseri umani la responsabilità di riscrivere la grammatica del proprio vivere, a cominciare da una riflessione sulla natura della conoscenza. Una conoscenza che tenderà sempre di più a basarsi sull'esperienza diretta, una conoscenza che nasca dagli slanci, dalle sfide, e non solo dalla parzialità della mente ma soprattutto dalla ricchezza del proprio essere. La globalizzazione ha paradossalmente portato alla personalizzazione delle esperienze e mai come ora si devono amplificare le capacità di scelte e la possibilità di intervenire sulle proprie identità per spostare verso un altrove le linee di confine. Le nuove forme di tecnologia stanno creando spazi e possibilità a cui bisogna fare riferimento; si può e si deve adeguare la tecnologia alla propria sensibilità in una reinterpretazione della realtà che tenga conto della creatività e dell’istinto.

In una società molteplice come la nostra, di cui si stanno delineando i nuovi paradigmi, la comunicazione tenderà a raggiungere il proprio target non più in una progressione lineare ma in un sistema caotico dove l’intuizione e la creatività risulteranno sempre più importanti. L'evoluzione antropologica sarà culturale. Ed è ora che l'impotenza critica, statica di un mondo superato, si faccia da parte e lasci spazio alla creatività.

Nuove idee, linguaggi, colori, suoni avanzano da ogni parte del mondo e danno luogo ad una cultura che assorbe ed esalta le differenze.


Città e luoghi come spazi in cui si incontrano identità diverse. In questo senso l’arte nelle sue varie forme e il suono ci offrono la possibilità di andare oltre. Di valicare le nostre linee di confine per poi ricostruirle altrove spinte dal desiderio e dalle necessità. Spazi inesplorati in cui avventurarsi, oltre le mappe convenzionali.

La musica si fa strumento e veicolo e il suo valore rituale sfugge alla razionalità per la sua ambiguità semantica.

E' un suono strano, weird music, quello che si sente per le contrade del mondo, che si mescola con il songwriting popolare di alcuni autori, con il post-rock e la musica improvvisata, che scorre come un fluido, influenzato dal momento, fino a trasformarsi in un autentic wall of sound. Non è importante identificare il genere e definirlo. Se è rock, jazz, storytelling, free folk, musica acida, improvvisata, musica magica, rituale, poco importa, quello che conta è lo spirito che vi si respira e che lega tra di loro i musicisti, gli artisti e tutti coloro che partecipano. In questi tempi di distanziamento sociale tanti artisti si scambiano e condividono file musicali su cui lavorare a migliaia di chilometri di distanza, un via vai di file musicali che vanno e vengono, ciascuno aggiunge uno strumento, una nota, un riff, una immagine, una sensazione. E’ un modo sensibile per comunicare la propria vicinanza, dove emerge il tema della condivisione nella speranza di poterla rappresentare in presenza.

C'è ancora curiosità? C’è ancora voglia di fare nella produzione artistica contemporanea? E quali possono essere le direzioni e le visioni ispirate da tali sentimenti? Una risposta è il LaboratoRioNero, una factory che ha appena prodotto il suo primo lavoro, dove si possono incontrare gli artisti della zona che collaborano mettendo a disposizione la propria arte. Altri esempi esistono sparsi per tutta la penisola, aspettano la fine della pandemia per poter mettere in scena le loro produzioni, dal Friuli ( Stazione di Topolò ) alla Sila ( Archiaro ) , alla Toscana con la factory della Manifattura Tabacchi ad altri ancora, poli culturali capaci di dialogare in modo creativo tra di loro e con le realtà presenti all'interno e all'esterno del territorio. É una urgenza, un bisogno che si avverte da più parti e che sta diventando uno dei pochi modi per liberare l'energia in sonno che consente ad ognuno di noi di rappresentarsi e di raccontarsi.

Di riappropriarsi della propria esistenza ed andare oltre lo streaming.

E’ un sound felice quello che si sente, è un suono evocativo quello che erompe dalle periferie dell’impero. Transiti sotterranei inconsapevolmente allacciati ed espansi in terminazioni nervose creano fluidi che si lasciano catturare da cuori aperti.

E' un'occasione da non perdere per spiccare un salto evolutivo per guardare alla propria storia come un trampolino di lancio e andare più in là, incontro a nuovi linguaggi espressivi.

Abbiamo bisogno di un flusso continuo di stimoli, suggestioni, idee ed espressioni per confrontarli, condividerli e contaminarli tra di loro per trarne progetti culturali strutturati in modo da lasciare tracce evidenti di un radicamento con il territorio. Comunità indipendenti in zone temporaneamente autonome che producono non solo beni e servizi ma soprattutto emozioni e ricordi.

La grave crisi economica, sociale e finanziaria che stiamo vivendo è una crisi strutturale che impone nuovi modelli ed una sfida che solo un individuo nuovo, con un elevato grado di consapevolezza, può accettare con la certezza di vincerla. A questo non si può rispondere che con un atto d’amore verso le nuove generazioni, ritrovando nello straordinario scenario dei nostri luoghi un dialogo poetico dimenticato.

Una magnifica blessing culture “ perché le cose noi le trasformiamo……appena riconosciute noi ne facciamo specchio della nostra sostanza”. Rainer M. Rilke

Articolo pubblicato su Affiches del mese di aprile, sulla pagina facebook di Radio Vulture