lunedì 4 luglio 2011

Cristina Pullano: operette mUrali




Cristina Pullano - Untitled


Cristina Pullano - Untitled ( particolare )

Cristina Pullano

Cristina Pullano


Cristina Pullano sembra rappresentare con Untitled, in mostra a Reggio Calabria, presso i padiglioni della Biennale riservati alla Regione Calabria, il peregrinare dello sguardo in cerca di un appiglio dove approdare e riconoscere, nell'uso consapevole del quotidiano, un mezzo dove l'oggetto si fonde con il testimone. Una arte popolare dove gli oggetti rivivono nella giusta dimensione in base ad un processo e ad un percorso iniziatico con una forte connotazione simbolica che l'artista ha compiuto prima dello spettatore. Una tela che può passare inosservata solo allo sguardo superficiale e pregiudiziale poichè richiede e pretende un tempo. Rimanere nel tempo come prendersi cura, salvaguardare e proteggere le cose della vita. L'artista utilizza una volgare tempera e colla, sovrapposte strato su strato, mostrando una grande sensibilità materica, con l'uso di bisturi e lame scolpisce e con la carta vetrata leviga e toglie il grezzo per rivelare infine l'anima delle cose. A seconda da quale lato si guarda Untitled, il bianco si riempie di luce che resiste all'ombra che incombe e ne prende il sopravvento rivelando la sua consistenza. Il costrutto per via della legge di trasformazione sembra sfumare, come polverizzato da una esplosione al rallentatore.

Cristina Pullano nel corso di una conversazione e di uno scambio di e-mail si è voluta  raccontare nel seguente modo.
" Lo dico subito: la mia partecipazione alla 54^ Edizione della Biennale di Venezia - Padiglione Calabria, intendiamoci - è un bluff con cui personalmente tasto il polso dello stato dell'arte in Italia. Non si può dire ch'io abbia all'attivo una produzione pittorica continuativa eppure, quando ho accolto l'invito a partecipare alle Selezioni, stranamente nessuno si è posto il problema al posto mio (mi si scusi lo scioglilingua) e, dai pochi a cui ne ho raccontato l'esito, non ho ricevuto le polemiche che continuano a caratterizzare la "Edizione di Sgarbi", quelle che ancora echeggiano per tutta la penisola. Forse per quieto vivere, tutt'al più sono stata invitata a non fare la finta modesta (parte che credo reciterei malissimo), e qualcuno mi ha detto che il lieto evento potrebbe essere un ottimo pretesto per ricominciare. Mi chiedo: ricominciare cosa? Da dove? 

Faccio una veloce retrospettiva di me stessa, e mi accorgo che di certo è esistito un inizio, eppure non ancora la fine. Per lo meno non una soltanto. Nella mia testa continuano semplicemente a esistere infinite variazioni sul tema, i cambi di itinerario, gli approdi e le nuove rotte da disegnare. Fondamentalmente in Accademia sono partita da un foglio d'imballaggio e ho finito con un video per Tesi, dopo brevi incursioni in altri linguaggi.
Quando dipingevo sistematicamente (e annoiandomi non poco), intendevo usare il bianco più per questioni opportunistiche e per pigrizia che per etica. Dopo sono riuscita ad affezionarmi alla tempera, quella densa, volgare, e ho ricordato che il bianco è pur sempre tutti-i-colori. Poi la scelta del figurativo si è fatta ricerca di oggetti da sottrarre all'aggressione dei soliti oblii quotidiani, e volevo che quelle stesse cose "sbrinassero" dal supporto per s-materializzarsi sulla retina paziente.

Vorrei dire a chi passa e (forse) si ferma, che continuo a non saper fare quello che faccio. Lo ammetto candidamente, e non per questioni di finta modestia, sottolineo.
Semplicemente, per me l'Ombra e la Luce dovrebbero essere al servizio di una ritrovata meritocrazia dello sguardo, ma per adesso si registrano i 'soliti' ritardi in attesa della inaugurazione reggina della famigerata 54^ Edizione.

Cristina Pullano vive e lavora a Catanzaro.

http://soundcloud.com/cristinapullano 
http://www.myspace.com/crisidemus