mercoledì 18 maggio 2011

CONTACT: il film











Negli ambienti più underground dell'arte contemporanea e tra i cinefili se ne parla come di una cosa rara, pochi l'hanno visto, un unico passaggio a Roma, al cinema Azzurro Scipioni di Silvano Agosti. Contact è il monolite di Kubrick che fa paura ai primati senza memoria, è una navicella per quanti vogliono salpare ed esplorare lo spazio interno, ma solo chi ha coraggio e chi voglia mettersi in gioco arriverà alla meta, senza guardarsi indietro titubante.


“ Ma come faccio a sapere dove andare?”
“ Non ci sono mappe ed il percorso si srotolerà man mano che il viaggio procede. Dovrai farti guidare dall’emozione. Ognuno di noi ha un proprio spazio personale, unico, fatto di ricordi, emozioni ed inconscio. I luoghi e gli spazi sono infiniti come le persone che hanno vissuto sulla terra, sta a te riconoscere quei luoghi e quei segni che ti indicheranno la meta. Segui la tua inclinazione, mettiti in gioco e dai sfogo ai tuoi sentimenti rimanendo fedele ai tuoi desideri. Usa la tua cartografia emozionale ed arriverai a conoscere tutto di te stesso.”
“ E per il ritorno?”


Fedele Tocci si denuda come un messia raccontando la sua storia che è la storia del mondo, piccole storie comuni a tanti, mischia materiali inerti con fluidi e liquidi in un impasto grumoso di nodi di smistamento, di incroci dove riconoscere il proprio cammino. E' difficile e riduttivo definire artista, nel modo tradizionale del linguaggio, chi, trascinato dalla corrente dei fatti e senza opporre alcuna difesa, ha fatto della propria esistenza uno schermo/corpo dove ognuno può ricordare, ricollocare e testimoniare gli accadimenti della propria storia.
CONTACT è formato da 11 episodi/quadri che affrescano come in una via crucis le stazioni della vita, ma qui l'autore si ferma all'undicesima stazione con Cristo/uomo inchiodato sulla croce e lasciato morire, poiché non c'è resurrezione in vite non rappresentabili ma che stagnano come liquidi che non trovano sbocco e che dopo un movimento circolare intorno a se stessi si posano e col tempo diventano acqua putrida. Un ironico sberleffo finale aumenta il disagio del disorientamento.
Today is to late. Oggi è troppo tardi perchè tutto è già accaduto, senza che ce ne accorgessimo.
L’autore cerca ed è portatore di un linguaggio in divenire, si muove in una sorta di terra di nessuno dove trovare la propria memoria in chi l'ha attraversata. Le cose sopravvivono ai cambiamenti, rimangono le cicatrici come fori da dove la luce fuoriesce inafferrabile. Non ci sono porte tutte chiuse e le storie non sono lineari come vorremmo.
Procede ad una autopsia in apnea ed il film prende corpo attraverso di lui.
Le immagini ora oniriche ora liquide e materiche si fondono con testi e musiche in un blocco unico che agisce come un semplice bioscanner che permette di scandagliare uno spazio fatto di ricordi, emozioni e inconscio.
Il soliloquio dell’anima e i rumori del mondo.
E comincia il viaggio.

Fedele Tocci vive e lavora  a Castrovillari
www.myspace.com/fedeletocci#!