domenica 2 luglio 2017

Dario Buccino


E' stata una cosa da pazzi!!! Tutti pazzi!!! Tommaso Cosco, deus ex machina di Archiaro, Dario Buccino, performer ( è riduttivo chiamarlo cosi, ma giusto per intenderci ) e tutti gli spettatori ( improprio anche questo termine ). Talmente presi, rapiti da quello a cui stavamo assistendo che trattenevamo tutti il respiro e alcuni anche accenni di tosse.
Concerto per lamiera da tuono, proposto per l'edizione 2017 di Archiaro. La lamiera da tuono, utilizzata in teatro già dalla fine dell'ottocento per produrre effetti di scena, recentemente è entrata a far parte anche delle partiture orchestrali, da quando nel 1939 John Cage la impiegò nella First Construction. La lastra da tuono viene usata sempre più spesso nella musica contemporanea, oltre a Cage ricordiamo Nono, Kagel, Manzoni e Xenakis. Anche in alcuni brani di Capossela possiamo ascoltare la lamiera da tuono suonata proprio da Dario Buccino.
Dario Buccino utilizza la lamiera d'acciaio come strumento musicale. Ha sperimentato per tanti anni alla ricerca di uno strumento ideale che permettesse al musicista di suonare se stesso, come se l'intero suo corpo fosse voce. Lamiera HN.
La lamiera viene sollecitata con tutto il corpo, percossa, abbracciata, piegata, contorta con ginocchia, mani, gomiti ed altro in modo da imprimerle " onde differenziate di movimento".
L'attenzione dell'ascoltatore va dalla percezione del suono al processo fisico dell'esecutore necessario per controllare e modulare i fatti sonori. Un suono che si genera da se stesso, un suono qui e ora. Hic et nunc. Buccino ha creato un vocabolario che racchiude in parametri i più svariati modi di generare il suono con le varie parti del corpo dalla lamiera, come tante note su un rigo musicale.

Foto di Tommaso Cosco

 Interstellar overdrive, le porte della percezione, William Blake, varco aperto per mondi paralleli, musiche possibili, buchi neri e salti quantici, risonanze affettive avvolgevano la collina di Archiaro. Sudore e sorrisi. Corpo vivo sonoro e good vibrations, iperspazio e analisi interiore psicofisica individuale e di gruppo, imbarazzo e sbigottimento per la fine dello spaesamento nel guardarsi intorno come in un risvegliarsi, no future e hic et nunc, i Beach Boys di una estate senza fine ed il punk di Sid Vicious che canta My Way.
Un concerto intenso e molto faticoso per l'esecutore che alla fine mostrava un viso sereno, quasi trascendentale, proiettato verso un'altra dimensione che i presenti solo in parte potevano condividere a seconda del proprio stato di adesione incondizionata benchè partecipi nel qui e ora. E' diffficile dire di più, ognuno ha avuto l'occasione di aprirsi in se stessi, allacciare le cinture e partire verso un personale viaggio. Intensità esperenziale e percezioni psicofisiche, la gioia di esserci comunque e respirare sulle colline di Archiaro l'aria di Capo Nord.