lunedì 10 marzo 2025

Neoliberismo progressista

 



Ancora una volta la sinistra in Italia ripercorre lo stesso errore politico fatto con Berlusconi quando gli fu inviato un avviso di garanzia per corruzione durante un G8, era il 1994, ora continua nel perseverare con lo stesso errore, si rivolge a quella parte di magistratura amica per trovare una scorciatoia che la porti al governo. Una magistratura che non indaga sugli esposti presentati da associazioni e liberi cittadini sulle malefatte compiute durante la psicopandemia da Speranza ed i suoi accoliti. Una magistratura che confonde una rifugiata politica con una scafista e che poi è stata costretta ad assolvere con formula piena dopo tanta sofferenza da parte della giovane Maysoon Majidi. La politica italiana è diventata un ring dove si scambiano da parte dei due schieramenti accuse e insulti. Ci si appiattisce sulla figura della Meloni con il ditino puntato, cercando di coglierla con le dita nella marmellata, come puri e duri, ( come se non ci fossero stati e ci sono ancora esempi di corruzione e malgoverno anche da parte loro ) senza avanzare idee e proposte politiche con il risultato di compattare il centrodestra che grida al complotto rispolverando la teoria delle “ toghe rosse “. Un dubbio viene anche a me vedendo ricomparire il faccione sghignazzante di quel fenomeno di Romano Prodi. Alla Meloni conveniva mettere il segreto di Stato e la questione si chiudeva lì. Il fatto in questione non è molto chiaro se si pensa che il Generale torturatore libico era in giro per le capitali europee da ottobre 2024 e solo ora quando il libico si trovava sul suolo italico la Corte penale europea si è svegliata, denunciando il fatto e pretendendo l'arresto del torturatore. Quella stessa Corte penale che ha richiesto l'arresto del genocida Bibi Nethaniau, che scorazza impunito ed indisturbato per l'Europa. Tutto questo fa pensare che la richiesta sia strumentale per danneggiare la premier italiana anche per il ruolo preponderante che sta avendo con la nuova amministrazione americana. La polpetta avvelenata proviene dall'interno dell'Europa, non mi meraviglierei se centrassero la Francia e la Germania. La mancanza di una strategia che delinei delle linee programmatiche è il tratto distintivo della crisi della sinistra italiana, in questo momento di grandi mutamenti geopolitici, non ha ancora sviluppato una nuova visione che si distacchi dalla linea dettata dai vecchi cacicchi. Chi ci mandiamo al governo la Schlein con Franceschini, o il maggiordomo Gentiloni con gli incursori Fratoianni e Bonelli, il rampante Landini che percorre i suoi fini personalistici, anelando uno scranno parlamentare perchè ha capito che è li che ci sono soldi e potere? O l'avvocato di se stesso rimasto scottato dalla potenza di fuoco che aveva promesso da premier durante la psicopandemia? O l'imbarazzante ottantacinquenne Prodi che ancora propone formule obsolete e fallimentari? E mica teniamo fuori Calenda e Renzi? Imbarchiamo pure loro in questo campo largo che si trasformerà inevitabilmente in un pantano poiché i reprobi sono uniti solo dall'esecizio del potere per il potere. Senza nessuna proposta politica, senza alcuna idea se non quella di tirare a campare sulla pelle dei cittadini per ingraziarsi i potenti di cui sono i servi, non si va da nessuna parte poiché si sta allargando lo scollamento dei politici con il paese reale. Uno scontro tra due fazioni simili che hanno in conto solo l'esercizio del potere. Bisogna andare al governo con il consenso e la legittimazione degli elettori per essere credibili. Una nuova idea di sinistra, un vento nuovo spira dalla Germania ed in particolare dalla Turingia e lo porta Sarah Wagenknecht, politica tedesca ex portavoce del Partito della Sinistra ( Die Linke ), che nel 2023 abbandona il partito per creare una associazione “ BSW - Per la ragione e la giustizia “ che diverrà il precursore del nuovo partito fondato nel gennaio del 2024. Vedremo alla fine del mese di febbraio come riponderanno i tedeschi chiamati alle urne. La decisione della Wagenknecht di abbandonare il Partito della Sinistra è stata motivata dalla considerazione che le sinistre occidentali ormai si sono fatte contagiare da una forma di “neoliberismo progressista” che sta diventando la pietra tombale della sinistra. Tra i punti del programma ai primi posti c'è la Pace e lo Stop all'invio di armi in Ucraina e al genocidio a Gaza oltre che una dura critica a questa Europa senza senso che parla ancora di guerra nonostante i tentativi di pace tra Trump e Putin. Nel suo libro-manifesto la Wagenknecht analizza e denuncia come la sinistra contemporanea occidentale non rappresenta più gli svantaggiati ed ha ormai buttato nella spazzatura la lotta di classe e la lotta alle disuguaglianze per diventare una "sinistra alla moda": in quanto chi la sostiene non pone più al centro della politica di sinistra problemi sociali e politico-economici, bensì questioni riguardanti lo stile di vita, le abitudini di consumo e i giudizi morali sul comportamento, la sinistra alla moda risulta poco simpatica anche perché, pur sostenendo una società aperta e tollerante, mostra di solito nei confronti di opinioni diverse dalle proprie un’incredibile intolleranza, che non ha nulla da invidiare a quella dell’estrema destra. Una analisi lucida e condivisibile su questa sinistra salottiera che sostiene uno stile di vita appannaggio di una ristretta élite ispirato ai dogmi del cosmopolitismo, del globalismo, dell'europeismo e del politicamente corretto. Una élite che non ha nulla da dire sull'impoverimento della classe media e sullo sfruttamento dei lavoratori, che non solo promuove gli interessi dei vincitori della globalizzazione, ma disprezza apertamente i vinti, ossia le classi popolari e i loro valori, accusati di essere ignoranti, rozzi, populisti, fascisti e sessisti. Contro questa sinistra per pochi privilegiati Sahra Wagenknecht contrappone una visione alternativa che riscopre valori comunitari e non individualistici, una visione che rappresenti le classi popolari capace di definire una identità fatta da individui concreti per gettare le basi per creare una società più giusta. In questa visione ha un ruolo chiave la rivendicazione dell’importanza dei vincoli comunitari, vincoli che diventano un collante sociale solo all’interno di contesti circoscritti e delimitati. La Sinistra non ha più nulla da dire se non fame di potere, ha scelto le elite e lo slogan caro alla Thatcher “ There is no alternative”. La combinazione tra il liberismo economico e liberismo di sinistra ha spianato la via alle destre. « Gli elettori votano a destra perché sono stati abbandonati da tutte le altre forze politiche e non si sentono più apprezzati dal punto di vista culturale..... vedono nel liberalismo di sinistra un attacco ai loro diritti sociali, in quanto descrive come modernizzazioni progressiste proprio quei cambiamenti che hanno sottratto loro il benessere e la sicurezza, ma al tempo stesso un attacco ai loro valori e al modo in cui vivono, che nella narrazione liberale di sinistra viene svalutato moralmente e squalificato come retrogrado». In Italia alle proposte di Sarah Wagenknecht guardano con molta attenzione i Cinquestelle ed il movimento Democrazia Sovrana e Democratica di Marco Rizzo e Francesco Toscano. Dario Salvetti, operaio metalmeccanico, delegato sindacale Fiom e leader del Collettivo di fabbrica della Gkn racconta in un libro appena uscito, Questo Lavoro Non E' Vita, la vicenda della fabbrica di semiassi di Campi Bisenzio, di come si è arrivati a licenziare con una mail 422 operai. Un grave atto di accusa alla politica e al sindacato che hanno permesso che si arrivassse a questo. Il punto è rappresentato dalle condizioni sociali accumulate in decenni che hanno permesso a quella persona che ha scritto il testo ed al consiglio di amministrazione di considerare che i rapporti di forza erano tali da poterlo fare. “ L'email del nostro licenziamento fu sostanzialmente il concentrarsi di venti, trent'anni di arretramenti dei diritti, giorno dopo giorno”. Gli eventi che si succedono nel mondo hanno preso una velocità che fanno pensare alle teorie accelerazionistiche di Nick Land. Già nel 1992 Nick Land parlava di controllo algoritmico, disastri climatici, crisi della politica, città sovraffollate e al collasso governate da intelligenze artificiali, un mondo sempre più automizzato dove viene meno la differenza tra reale e virtuale. Una società dominata e controllata dalla tecnologia insensibile al dolore e ai bisogni umani, capace come un virus di infettare tutti gli aspetti della realtà. L'umanità come residuo organico dove l'uomo è obsoleto. Un sistema cieco e feroce, quello capitalista, lanciato ad una velocità esponenziale verso il caos che porterà inevitabilmente al deragliamento e alla sua implosione. Mi sembra che Trump e Elon Musk stiano lavorando in questo senso. Intanto Robert Kennedy jr e Tulsa Gabbard hanno superato il voto delle commissioni del Senato ed è ormai certo che Kennedy guiderà il Ministero della Salute, alla faccia di chi lo ha infamato quando gli è stata appiccicata l'etichetta di novax, e Tulsi Gabbard, ex democratica, guiderà tutte le intelligence americane. La Gabbard ha denunciato e dimostrato come l'ISIS e Al Qaeda siano state create e finanziate dagli Stati Uniti, accusando il Premio Nobel Obama, ha annunciato che aprirà gli archivi delle inchieste sugli assassini di John e Robert Kennedy e di Martin Luther King. Naturalmente la notizia non ha trovato il dovuto risalto sui giornaloni nostrani, distratti da varie stronzate come sanremo. E su Usaid poche righe, l'agenzia statunitense che ha finanziato primavere arabe, rivoluzioni colorate, politiche green, istanze lgbt+. Finanziamenti elargiti dall'amministrazione Biden anche a vari artisti, come Sean Penn, U2 e altri che si facevano fotografare come interessati alle sorti dell'Ucraina con l'elmetto in testa nel sostegno a Zelensky. Ci eravamo illusi che queste istanze partivano dalle spinte sincere della società civile, ebbene non è così. Questo non vuol essere, a scanso di equivoci, un elogio a Trump anche perchè molte decisioni che vuole prendere come trasformare Gaza in una Dubai o una nuova Costa Azzurra, sono da psicopatico, poiché non tiene in nessun conto la popolazione palestinese che abita quelle terre. Purtroppo non è il solo, siamo governati da pazzi criminali come la von der Leyen e Rutte che vogliono ancora armi e guerre a cui si accoda la Meloni, incoraggiata da Crosetto. Rispetto a Biden Trump non è il male minore o il meno peggio dei due poiché non esiste una differenza sostanziale tra i due in quanto tutti e due hanno la stessa idea di dominio per prolungare questo sistema capitalista cinico e crudele. L'augurio è che l'accelerazione imposta dagli agenti del caos facciano implodere questo sistema ingiusto e crudele. Il vecchio mondo sta crollando ed il nuovo si può intravedere attraverso le crepe che si stanno creando ed è in questo periodo di mezzo che agiscono i mostri di cui parlava Gramsci. Secondo John Halloway per liberarci dal capitalismo dobbiamo fare altro come creare nuove forme di convivialità e sviluppare le forme di convivialità che già esistono ( Radio Vulture e Affiches ). Imparare a pensare la speranza. Quella speranza unita alla solidarietà, che si può trovare in comunità delimitate, che appare attraverso grandi rivolte e movimenti, in Chiapas come in Valsusa e nel Rojava. Sta arrivando il momento dove creare spazi di azione e di pensiero, Un'ontologia dell'attualità per operare una trasformazione e sperimentare possibili forme di libertà. Altri modi di vivere, piu sobri che ognuno di noi deve cercare prima di tutto in se stessi. E' questa l'alternativa ai vari Trump, Biden, Meloni, Macron, Von der Layen.

Articolo pubblicato sul numero di marzo 2025 di Affiches, rivista di Radio Vulture 

 

 

Povera patria

 


Ma come abbiamo fatto a passare da Povera Patria di Battiato a I p' te tu p' me di tal Geolier? Che l'Italia fosse un paese in declino ce ne eravamo accorti da un bel pezzo ma ne abbiamo avuto la conferma dopo aver letto le classifiche di Spotify sugli artisti più seguiti e le canzoni più ascoltate in Italia nel 2024. Geolier, Sfera Ebbasta, Lazza, Tedua, Anna, Tony Effe, Guè, Kid Yugi, Capo Plaza, Shiva. Musica di plastica, di consumo e godimento immediato ma poi sai che godimento ascoltare una strofa di questi scappati di casa. Marketing e obsolescenza programmata che non hanno niente a che fare con la vera musica e la vera arte. Avevamo già detto la nostra sui Maneskin, quattro bei ragazzi senza nessun talento che si sono sciolti dopo un paio di anni di attività. Ora l'industria discografica ritenta con il front man, solo nuovo look. Per le canzoni ripassare! Siamo diventati un paese che accetta tutto, che digerisce tutto che si fa passare tutto sopra, siamo diventati un paese dove gli analfabeti funzionali sono la maggioranza. La sinistra italiana, che ha sempre fatto della cultura il suo fiore all'occhiello, ha fallito miseramente lasciandoci tutto questo sfacelo, riducendo la scuola italiana ad un recinto per disadattati tenuti a bada da molti ottimi insegnanti, con stipendi da fame, ridotti al ruolo di impiegatucci. Sposando il liberismo economico ha reificato ogni aspetto della vita sociale, economica e politica riducendo tutto a mera merce. In tutti i campi della cultura l'Italia ha dato prova di se, anche nella musica e nella canzone, a dirla con le parole di Jannacci canzonette, abbiamo avuto artisti di livello eccelso e contenuti artistici invidiabili: Battisti, De Andrè, Gino Paoli, Claudio Rocchi e Claudio Lolli, Battiato, De Gregori, Bertoli, Ivan Graziani, Giorgio Gaber e tanti, tanti altri che volutamente tralascio di citare, la lista sarebbe molto lunga, fino ad arrivare ai CSI, a Daniela Pes e Vasco Brondi. Per non parlare della musica colta, l'Italia come Paese del Bel Canto e dei tanti jazzisti italiani, sperimentatori e ricercatori contemporanei in giro per il mondo. Gaber lo aveva anticipato e per questo era stato anche criticato, la cultura è per pochi, per chi è curioso ed è disposto a fare anche dei sacrifici economici perchè consapevole di elevarsi da tanta bruttezza. E miseria quotidiana. Per chi è capace di apprezzare l'arte, per chi si interroga, per chi si ribella al conformismo becero ed esercita la disobbedienza contro modelli svuotati di anima e coscienza come atto di libertà. Per il popolino e la loro prole vanno bene Tony Effe e Sfera Ebbasta. E' inutile che ci facciamo illusioni, purtroppo la realtà è questa, la cultura è nutrimento dell'anima e di questi tempi la gente non vuole pensare, vuole essere intrattenuta tra un aperitivo ed una banalità scritta sui socials. Mi viene in mente una polemica, di tanti anni fa, tra Beniamino Placido e Jovanotti, ripresa poi da Natalia Aspesi e Michele Serra che definì il Cherubini come “ una delle più implacabili manifestazioni dell'idiozia mai apparse sotto il sole”. Le menti più lucide di una certa intellighentia avevano capito, lanciando un allarme sulla nocività di alcuni modelli che avrebbero avvelenato l'aria ai giovani più ingenui e meno preparati, poi il neoliberismo ha vinto, Beniamino non c'è più, la Aspesi è ormai novantenne e Serra sdraiato nella sua amaca. Il personaggetto continua a sparare le sue cazzate, polemizzando con Guccini paragonando La locomotiva a Gloria di Umberto Tozzi e sproloquiando sulla colleganza tra Mozart e Tony Effe. Purtroppo i suoi deliri vengono ripresi ed amplificati dai grandi media e giornaloni nostrani che riempiono le loro pagine di notizie senza senso invece di dare notizie sui fatti importanti. A proposito in Germania hanno premiato Travaglio come giornalista dell'anno per la libertà di stampa, uno dei pochi non allineati. Non vogliamo dimenticare che il Jova anni fa ha partecipato ad un evento elitario massonico del Gruppo Bildenberg di cui si è detto entusiasta. Meno male che durante le passate ferie la TV pubblica ha trasmesso due appuntamenti per me irrinunciabili, il concerto di Capodanno dal Teatro della Fenice di Venezia e quello da Vienna diretto dal nostro Riccardo Muti. Il Bel Canto, le arie inarrivabili dei nostri Puccini e Verdi, la poesia e la commozione per tanta bellezza che la nostra storia culturale ha dato al mondo hanno spazzato via il relativismo nichilista che crea confusione e distrugge la memoria. Per il disastrato cinema italiano il discorso è più complesso, e ci ritorneremo, nelle classifiche di fine anno dei migliori film italiani pubblicate da riviste e siti specializzati su 30 film ce ne sono solo 4 di italiani che hanno avuto una valutazione di almeno 4.5. Bestiari, Erbari, Lapidari di Massimo D'Anolfi e Martina Parenti, Segnali di Vita di Leandro Picarelli, Eterno Visionario di Michele Placido e Il Tempo Che Ci Vuole di Francesca Comencini. Guadagnino è menzionato come regista e produttore, l'unico che è riuscito a creare una factory. Sono appena uscite le liste dei BAFTA 2025, gli Oscar inglesi, e La Chimera di Alice Rohrwacher tanto ignorata dai critici nostrani quanto apprezzata da Justine Triet che ne ha elogiato il talento entra nelle nominations sia come Miglior Film Straniero che come Regia. Challengers di Luca Guadagnino entra nella categoria della Sceneggiatura con Justin Kuritzkes e nel Montaggio con il giovane Marco Costa. Ora Jane Champion ( Lezioni di piano ) in una lettera aperta riportata su Variety ha voluto condividere la sua ammirazione per Maura Delpero e il suo Vermiglio, Leone d'Argento all'ultima Mostra del Cinema di Venezia e candidato italiano agli Oscar 2025, nonostante continui a circolare la notizia falsa che sia l'insopportabile film della Cortellesi a gareggiare. Jane Champion dice” Vermiglio mi ha stregato! Provo un profondo apprezzamento per le formidabili capacità di Maura Delpero nel gestire una storia di questa portata con tanta maturità. Sono emozionata dai suoi punti di forza e dalla sua determinazione e dalla bellezza che raggiunge in Vermiglio”. Ci voleva una cineasta straniera per rendere giustizia a quel poco di bello che produce il nostro cinema mentre i nostri critici sonnecchiano appiattiti nel mainstream. Negli ultimi anni stanno nascendo siti e riviste cartacee che parlano di cinema, curati da giovani appassionati, preparati e liberi di pensiero. Una piattaforma per cinefili come mubi.com che propone film, che non avrebbero altra visibilità, di registi da ogni parte del mondo ha organizzato a Milano nel dicembre scorso il suo festival a cui hanno partecipato registi, attori, addetti ai lavori ma anche tanta gente comune. Un successo che fa ben sperare. Il cinema riscopre la sua funzione sociale e politica e ritorna alla gente fuori dalle accademie. Il cinema italiano è in mano alle cricche, inoltre sconta la mancanza degli sceneggiatori di una volta e della poco valorizzazione delle maestranze, i registi vogliono fare tutto loro, dal soggetto alla sceneggiatura alle musiche, lavorano sempre gli stessi con prodotti così scadenti che non si possono vedere neanche gratis in TV. La cricca romana del politicamente corretto riunita intorno ai sinistrati del PD ha fatto terra bruciata. Ma possiamo lasciare la nostra cinematografia in mano alla Cortellesi e ai Mastandrea?


 Articolo pubblicato sul numero di febbraio 2025 di Affiches, rivista di Radio Vulture