Isole instabili
percosse dal vento,
nel respiro di
ansie trattenute appena
nell'eterno
presente consumato in giochi di ruolo,
nell'attesa di
un momento di festa.
Parole stanche
di voce sorda e gesti esausti,
ancorché
protesi ad invocare compassione,
guadagnata ed
estorta nel segno di una precaria appartenenza
a persone
inopportune.
Occhi
lacrimosi.
L'estasi è
solo una droga e Santa Teresa neanche più una santa.
Rughe
inespressive e sorrisi fatui,
abbandoni
improvvisi e momentanei vissuti in una stanza
avvolta dai
rumori che salgono dalla strada.
Isole
instabili
nonostante le
carezze della risacca.