Partiamo da due fatti
accennati nei precedenti articoli che servono per comprendere meglio
e capire la situazione in cui ci troviamo oggi, fatti e non opinioni,
eventi che sono passati sottotraccia e che solo pochi commentatori
politici hanno analizzato in tutta la loro gravità, fatti le cui
conseguenze si stanno rivelando ai nostri occhi e sulla nostra pelle.
Il primo accadimento in ordine cronologico si è verificato nel 1981,
il Ministro del Tesoro Beniamino Andreatta e il Governatore della
Banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi diedero vita alla “svolta
neoliberista” nella politica italiana. In quegli anni infatti,
l’ideologia neoliberista comincia a far presa sulla totalità dei
paesi industrializzati. Tatcher e Reagan salgono “al potere” nei
loro rispettivi paesi. Il pretesto è rappresentato dagli shock
petroliferi, da un'alta inflazione e da una rete di consulenti e
tecnici all’interno dei Governi e delle Banche centrali che
permetteranno tutto ciò. Fino al 1981, l’Italia godeva di una
piena sovranità monetaria garantita dalla proprietà pubblica del
suo istituto di emissione, “ente di diritto pubblico” ai sensi
della legge bancaria del 1936, controllato dallo Stato per il tramite
delle “banche di interesse nazionale” e degli “istituti di
credito di diritto pubblico”. La
Banca d’Italia si impegnava ad acquistare tutti i titoli non
collocati presso gli investitori privati.
Questo sistema garantiva il finanziamento della spesa pubblica
e la creazione della base monetaria, nonché la crescita
dell’economia reale. Fino
al 1981, l’Italia
aveva la quota di spesa pubblica in rapporto al PIL più bassa tra
gli Stati Europei:
il 41,1% contro il 41,2% della Repubblica Federale Tedesca, il
42,2% del Regno Unito, il 43,1% della Francia, il 48,1% del Belgio e
il 54,6% dei Paesi Bassi. Il rapporto tra debito pubblico e PIL era
fermo nel 1980 al 56,86%.
Il 12 febbraio
1981 il Ministro del Tesoro Beniamino Andreatta scrisse al
Governatore della Banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi una lettera
che sancì il “divorzio” tra le due istituzioni.
Il provvedimento ebbe effetti
devastanti sulla politica economica italiana. Dopo il
divorzio tra Banca d’Italia e Tesoro, lo Stato dovette collocare i
titoli del debito pubblico sul mercato finanziario privato a tassi
d’interesse sensibilmente più alti. In conseguenza di ciò,
durante gli anni ’80 assistiamo a una vera e propria esplosione
della spesa per interessi passivi.
Come riconosciuto da Andreatta, il divorzio
nacque come “congiura aperta” tra Ministro del Tesoro e
Governatore della Banca d’Italia, “nel presupposto che a cose
fatte, sia poi troppo costoso tornare indietro”. Il parlamento
italiano non ha avuto la possibilità di esprimersi in merito ad una
questione di tale portata, poiché secondo i legali del ministero “
la revisione delle disposizioni date alla Banca d’Italia rientra
nella competenza esclusiva del ministro”.
Il secondo fatto risale al 2 giugno del 1992 quando
a bordo dello yacht Britannia della
regina Elisabetta
II all'ancora a Civitavecchia si incontrano i
rappresentanti delle grandi banche d'affari inglesi, della BZW (la
ditta di intermediazione finanziaria della Barclay’s), della Baring
& Co ( la più antica merchant bank londinese), della S.G.
Warburg ( banca privata tedesca ), e industriali italiani,
rappresentanti del mondo politico e rappresentanti di banche e
assicurazioni, dell’ENI, dell’AGIP, dell’IRI e della Società
Autostrade. Era presente anche Mario Draghi, all'epoca Direttore
generale del Ministero del Tesoro. Si dice che fosse presente anche
Beppe Grillo, nonostante le sue smentite, Emma Bonino, presente anche
essa, in una intervista si dichiarava stupita e non riusciva a capire
il perché della presenza dell'ex comico a bordo del Britannia. In
questa scellerata crociera al largo delle coste italiane su una nave
battente bandiera britannica e dunque sotto giurisdizione britannica
si da il via alla svendita delle aziende industriali e bancarie più
prestigiose dello Stato Italiano. La privatizzazione viene presentata
come l'unica cura per risanare la nostra economia, invece nasconde
strategie di business per scippare allo Stato la sovranità monetaria
che fa da freno alla globalizzazione dei mercati. Ricordiamo che in
quei mesi a partire dal febbraio del 1992 le prime pagine dei
giornali si occupavano del Trattato di Maastricht ( 7 febbraio ), di
Mani Pulite e degli arresti eccellenti ( dal 17 febbraio ), inoltre
le elezioni di aprile avevano decretato la liquidazione politica di
Craxi e Andreotti e il 27 aprile si dimette il Presidente Cossiga. Il
23 maggio viene ucciso il giudice Falcone. Il Britannia scivola
silenzioso nelle acque di Civitavecchia il 2 giugno 1992, Festa della
Repubblica. In questi mesi Amato, Ciampi, Prodi e Andreatta vanno
avanti in modo deciso con la privatizzazione delle aziende a
partecipazione pubblica. Il
discorso pronunciato dall'alto funzionario del Tesoro Draghi
a bordo del Britannia è stato pubblicato da Il Fatto Quotidiano. Si
tratta di un documento dal valore storico e politico e attesta la
convinzione delle virtù taumaturgiche del mercato e della finanza.
La privatizzazione avrebbe, secondo Draghi, portato maggior
efficienza, maggior crescita e maggiori profitti più di quanto
avrebbero fatto i manager delle Aziende di Stato e in definitiva
avrebbe aiutato a risolvere l’annoso problema dell’alto debito
pubblico in rapporto al Pil. Quindi nelle
sue parole consolidare la credibilità dell'Italia nei mercati come
strada per la crescita e la fine del controllo politico con un
esecutivo forte e stabile. Arrivarono governi tecnici (
il primo fu quello di Ciampi nell'aprile del 1993 con gente delle
banche e della finanza), inasprimento della tassazione, inefficienza,
mancati investimenti, mancata innovazione, spregiudicate operazioni
di speculazione finanziaria ( nel settembre del 1992 Soros attacca
la lira ), e con gli anni a venire svuotamento delle funzioni del
Parlamento, legge Fornero e Jobs act e di conseguenza licenziamenti
e chiusure di stabilimenti produttivi fino al completo
smantellamento dell'eccezionale apparato produttivo italiano, perché
come ripete il mantra di questi anni
“ce lo chiede l'Europa”. Un danno che ha distrutto
una nazione, dopo 30 anni abbiamo il record di debito pubblico. Una
crociera tenutasi il 2 giugno del 1992, subito dopo la strage di
Capaci nella quale morirono il giudice Falcone e la sua scorta.
Una
crociera prima negata additando come complottisti coloro che ne
parlavano e poi rivelata in tv dal Presidente Cossiga.
E poi dal 2002
c'è l'Euro, è
come se ci avessero buttati in una piscina senza chiederci prima se
sapessimo nuotare, ma su questo torneremo.
Ora invece veniamo ai nostri giorni e vediamo che
gli onesti capitalisti occidentali, i fautori del libero
mercato e della globalizzazione, quelli a cui alcuni scellerati hanno
svenduto la nostra Italia, si sono ritrovati in questi ultimi anni ad
essere poco competitivi sui mercati internazionali rispetto alla
concorrenza estera, soprattutto orientale, per cui i Paesi
occidentali hanno comprato molto all'estero indebitandosi
pesantemente. I capitalisti cinesi,
asiatici, arabi e anche russi che sono i creditori di tale debito
aspirano a comprare azioni di aziende americane, britanniche,
francesi, e così via. Magari anche pacchetti di controllo di quelle
aziende per assorbirle. Ecco perché i capitalisti occidentali hanno
perso la guerra della globalizzazione a spese dei capitalisti
orientali, cinesi e russi. Gli Usa e le nazioni atlantiche
appartenenti alla Nato all'inizio hanno reagito al solito modo con il
loro imperialismo espansionistico, con l'invasione dell'Iraq e poi
quella dell'Afghanistan. I raggiunti limiti di spesa e di efficienza
stanno contenendo queste mire espansionistiche per cui hanno dovuto
adottare un altro metodo per contrastare i capitali orientali, una
sorta di protezionismo per impedire ai capitalisti orientali di
mangiarsi le aziende occidentali. Lo hanno chiamato friend
shoring, cioè da ora si faranno
affari solo con gli amici. La guerra in Ucraina che vede
la Russia nel ruolo di aggressore imperialista, stabilisce una linea
di demarcazione tra debitori d’occidente e creditori d’oriente.
La Cina che si è posizionata dal lato della Russia interpreta questa
guerra come uno dei tanti segni di crisi del grande debitore
americano e aspetta di vedere come si muoveranno gli USA e i suoi
alleati. La guerra in Ucraina segna l’inizio della grande sfida
orientale agli Stati Uniti e ai loro alleati, per decidere chi dovrà
dettare le regole future della finanza e del commercio mondiale. Lo
squilibrio capitalistico tra creditori e debitori è sfociato in una
guerra che non è più solo militare ma anche economica. E' iniziata
una nuova fase storica del capitale, quella della concentrazione e
del controllo del capitale in poche mani, oligarchizzazione
del capitale,
oltre l’80% del capitale è controllato da meno dell'1% degli
azionisti in Russia e da meno dello 0,3% negli USA, per cui il
capitalismo americano è il più oligarchico di tutti. I due fronti
tendono ad assomigliarsi sempre di più, anche per quello che
riguarda la tutela della democrazia e delle libertà. Secondo i dati
pubblicati da Freedom House, questi livelli di tutela nelle
democrazie liberali occidentali si stanno riducendo in modo
significativo, iniziano a convergere al ribasso, verso i cosiddetti
regimi autoritari. In tutta questa vicenda l'Italia assomiglia ad un
vaso di coccio sballottato tra vasi di ferro, Draghi, nonostante la
fiducia dei partiti che sostengono il suo governo, si è
autosfiduciato, in nessuna democrazia occidentale è successo che un
premier si sia dimesso nonostante la fiducia, evidentemente voleva i
pieni poteri per poter mettere in atto la sua agenda anche oltre la
fine della legislatura, ( nella
foto possiamo vedere i risultati della vera agenda di Draghi, Fonte
Istat, Corriere
della Sera
), prima voleva il Quirinale per dare il via ad una repubblica
presidenziale ora che si avvicina l'autunno che si preannuncia caldo,
“vede nuvole all'orizzonte” come
ha dichiarato,
ha pensato bene di darsela a gambe, dopo aver svolto molto bene il
suo compito, che non coincide con le priorità degli italiani. Lo
spiega il 3 agosto 2022 l'ARERA ( Autorità di Regolazione per
Energia Reti e Ambiente ) “ in
ragione dell'attuale aumento dei prezzi del mercato all'ingrosso, per
il trimestre ottobre-dicembre 2022, è atteso, laddove dovessero
mantenersi i livelli delle quotazioni degli ultimi giorni, un
ulteriore incremento delle bollette per le famiglie, stimabile oggi
di oltre il 100% rispetto al trimestre in corso”. Ancora!!!
In termini sociali ed economici è la gente comune che paga come la
solito, e in termini politici non paga mai nessuno? Negli ultimi
dieci anni abbiamo avuto nell'ordine i seguenti governi: Monti,
Letta, Renzi, Gentiloni, Conte 1, Conte 2, Draghi. Dal 16 novembre (
Governo Monti ) ad ora sono passati 3900 giorni, il PD è stato al
governo per un totale di 3459 giorni, l'88,2% del tempo! Ora, per le
prossime elezioni, si vuole mettere in carico la famosa agenda
Draghi!! Un altro autogol. Ognuno faccia le proprie
considerazioni.Tutto quello che è successo in Italia non fa che
rafforzare la reputazione che all'estero hanno del nostro Paese, cioè
non una grande democrazia liberale ma la caricatura della democrazia.
In Inghilterra nei giorni scorsi circolava su un giornale una
vignetta di Bansky dove la Camera dei Comuni è affollata da
scimmioni. La didascalia è chiara: siamo diventati simili agli
italiani?
Articolo apparso sul numero di settembre 2022 di Affiches, rivista di Radio Vulture