martedì 1 novembre 2016

Ma gli umani sognano pecore elettriche?


Le pecore di Archiaro pongono un quesito assordante in questa progressiva e angosciante attesa verso l'inatteso, aspettative ambite e desiderate per quanto coscientemente e difficilmente ormai realizzabili.
Non sono più gli androidi a sognare pecore elettriche ma gli umani, impegnati come sono a rimirarsi in uno specchio nero che non riflette nulla se non altro che la loro mostritudine. La fiera delle vanità, la mostra delle atrocità si riproducono digitalmente in specchi neri, che come buchi neri attirano e inghiottono senza possibilità di scampo, proponendo modelli di empatica ipocrisia, simulacri di una ricchezza inutile. Annichilisce il progressivo e scientifico disfacimento dell'identità,  la sua decomposizione toglie ogni senso alla propria biografia e a tutto cio che si è stati, gli affetti, la conoscenza, le emozioni, trasformando una persona in un'anima digitale, incollata sul display del proprio smartphone o dell'ultrapiatto di nuova generazione. 
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia.
Eppure la consapevolezza non è in tutti poichè, ora che non esistono più verità assolute, ora che tutti i veli sono stati squarciati,  gli umani dovrebbero sentirsi finalmente liberi da ogni condizionamento, ma la retorica richiama all'obbedienza, alla responsabilità e all'ordine e la paura ad affermare la disciplina, paventando rischi improbabili e scenari di guerra, invitando il gregge a non disperdersi e ad ostentare la propria routine, la propria uniforme quotidianità come presidio e resistenza ad un fantomatico nemico inventato dagli spin doctors di Stato. Non siamo in un film di fantascenza, è la realtà ad essere diventata distopica, "la guerra è pace", "la libertà è schiavitù", "l'ignoranza è forza". 
Il cambiamento è imposto dall'alto e la competizione è celebrata nei principi.
Ed allora: non sono più gli androidi che tendono a somigliare agli umani ma gli umani, ormai spogliati della loro umanità, a somigliare agli androidi e a sognare pecore elettriche. Walking Deads.
La linea di confine che separa questi due universi è sempre più precaria e sottile, tenuta con forza e a fatica da cellule sane che, in questa terra desolata, sono ancora in grado di ricreare sentimenti e condivisione in un qualcosa di autentico.
Le pecore di Archiaro stanno a ricordarci che il desiderio di amore e di redenzione vive e dimora nei più umili.











Ph. di Tommaso Cosco