sabato 28 dicembre 2013

Diagonal 2013: Rockocò Contemporaneo Calabrese



L'opera di tutti fu messa assieme, giudicata e studiata attraverso la sola qualità ovviamente comune a tutti: la novità; così ebbe origine il nome Art Nouveau

Henry van de Velde architetto del XVIII sec.

E’ dal Rococò settecentesco - e dall’Art Noveau, suo figlio spurio sorto a cavallo tra il XIX e XX secolo – che discende questa ennesima produzione di VIVARIUM Università Popolare Calabrese che, col titolo ROCKOCO’ CONTEMPORANEO CALABRESE, compone l’edizione 2013 del progetto DIAGONAL che giunge così alla XX edizione per la sezione Musica ed alla XII per la Visual.
   
Un’opera, questa svolta da VIVARIUM U.P.C tra recupero dal Passato, più o meno remoto, e sonda del Presente, che mira a delineare le caratterizzazioni dell’odierno fare artistico autoctono, e che sul territorio calabrese pertanto nasce, si agita e rappresenta.
   
Rockocò Contemporaneo Calabrese, dalle ore 19.00 di Sabato 4 Gennaio 2014 presso il Teatro Tenda di piazza Prefettura in CATANZARO, presenterà alcune delle realtà che compongono per l’appunto la materia creativa che muove e sommuove, anche nascostamente, il territorio calabro: materia che vive della coesistenza fervida ed incandescente tra una composita varietà di istanze, di stili e di correlati stilemi di pensiero.
       
Istanze, stili e stilemi in continua reciproca relazione e che nel confronto, nella condivisione di spazi ed idee, si sovrappongono e congiungono creativamente, riuscendo a generare nuove forme espressive, ad altissima densità, utili alla definizione del reale quadro di quel fare artistico contemporaneo calabrese che, dimentico molto spesso di tali singolari istanze, ne mortificano pertanto l’unicità e l’eventuale sviluppo; continuando altresì a determinare il persistente ancoraggio della Calabria contemporanea a clichè vetusti, oramai fuori luogo, assolutamente improduttivi se non per alcune oligarchie, neanche illuminate, che, ahimè, decidono le sorti della nostra terra  e del suo sviluppo nel settore .

In un territorio dove sembra saremo destinati a morire di un’overdose di Pop - e  di quello più becero, tra l’altro supportato da finanziamento pubblico - o per avvelenamento di altre istanze riecheggianti modelli culturali non certo di natura orizzontale, è la gestione del comparto Cultura il vero problema; retto da chi non ha alcuna aderenza col composito paesaggio che invece insiste nell’ambito delle cosiddette sottoculture che, a questo punto della Storia, sono tali proprio perché sottomesse, sottostimate o - rovesciando il problema - tenute a bada e sottoschiaffo, per la densità che appartiene loro, e che potrebbe invece contribuire in maniera nettaalla crescita del territorio e quindi alla definizione di un’idea nuova della Calabria.
   
La vetrina di Rockocò Contemporaneo Calabrese  pone in mostra pertanto,  il fare artistico autoctono in ambito di Musica e Video produzione. E lo fa in uno stile nient’affatto ornamentale, figlio della degenerata evoluzione del tardo barocco che questo maledetto inizio del ventunesimo secolo ancora oggi ci rappresenta. Il Rockocò di cui parliamo è sostanza eletta, ricolma di ricchezza e densa ridondanza che qui, nello specifico, nell’intridere Musica e  Video produzione, generano forme d’arte allucinata, ad alta visionarietà: vere meraviglie del fare che riescono ad offrire, in generale ed in definitiva, una propria visione pregnante, anche del contesto epocale nel quale ci troviamo immersi; e ciò attraverso la costruzione di paradigmi di assoluto spessore che riescono al contempo a regalarci una visione più smaliziata ed anche  mondana dell'Arte di cui tali singolarità risultano essere depositarie.

E ciò perché trattasi, lo dicevamo, di materia viva, che è tale anche perché in piena e sintonica relazione al tempo in cui sorge e si manifesta; materia che nell’assumere e/o mantenere le forme complesse e intricate di cui il sapore barocco si compone, riesce ad integrarsi al contempo con le caratteristiche del Tempo Presente;anzi, si nutre di esso elaborandolo subitaneamente: non è certo da tutti.
   
Si determina  così, la nascita di un frutto unico  ed originale che filtrato alla pienezza esplosiva di una dirompente e visionaria attitudine rock - dalle tinte estremamente variegate - pone la de/generazione dell’arte a proprio caposaldo operativo e concettuale.   

Rockocò Contemporaneo Calabrese quale stadio iniziale di un movimento artistico che rivendica il pieno riconoscimento ed un giusto ruolo per quella che potremmo definire l’ Art Nouveau Calabrese: un’arte, un fare creativo, estremamente evoluto e pertanto operativamente capace.

L'Art Noveau Calabrese che si pone in mostra - nell’operare una rielaborazione di alcuni dei propri assunti e di quelli del patrimonio Rococò in primis - precorre il futuro contemporaneo, tempo immaginato comunque esistente, che qui è rappresentato:

- dal visionario lavoro in ambito di Video produzione del combo di visual artists catanzaresi composto da ARCO PARENTELA & FRANCESCO LEONE

- dall’electro chant performing della cittadina CRISTINA PULLANO, marcatamente rock oriented, che nel proporre una manciata di songs - sorta di tributo ad alcune figure della suddetta scena - traccerà un elegiaco percorso musicale e poetico, dall’ alta densità devozionale.

- dall’opera cantautorale di GRAY, misconosciuto cantore di quel barockismo musicale, grondante di riferimenti colti  ma anche di  asprezze ultraterrene.

- dallo spu(n)to velenoso che declina e giunge dalla Piana di Gioia Tauro (RC) con LOOP LOONA mc, la quale  - nel far intridere veemenza rap, richiami di street poetry, densità urban rage, cadenza linguistica di matrice taurianovese - confeziona una proposta hip hop, anglo-calabra nello style, che definisce e fissa così i termini di composizione per una nuova ed originale musica de/genere: ed al femminile.

- dal rock dalle nette tinte psichedeliche della  band catanzarese dei N.I.M.B.Y. - Not In My Back Yard – che, abbandonate le vertigini prog che contraddistinguevano l’ep del 2011, ci introdurrà alle sonorità del primo lavoro su lunga distanza, edito nello scorso Maggio ed indirizzato su ritmiche più serrate ma non meno intriganti (album, tra l’altro, registrato presso l’immaginifico museo  MU. SA. BA. di Mammola (RC): Is that  the right back yard ?).



sabato 14 dicembre 2013

Hypnos Hypnos



Sostiene Tommaso Cosco che Domenico Canino incarni la vera essenza del musicista di Archiaro. Sia per discendenza che per senso di appartenenza, aggiungo io. Esce finalmente il nuovo lavoro del musicista calabrese, Hypnos Hypnos, prodotto da Tommaso Cosco e distribuito dalla Cosmic Swamp Records. Il cd racchiude la riproposizione sonora della sua live performance tenuta ad Archiaro la sera del 22 giugno scorso. Davanti all'entrata della turra, Domenico Canino manipola trame sonore come un tecnosciamano del nuovo mondo, "senza alcuna estetica formalista ma con sapiente maestria nell'uso degli strumenti". Rimane della sua performance l'emozione di un feeling espansivo che riempie di sogni un vuoto inspiegabile. E' una elettronica sensibile al contesto. Minimalismo, ambient ed elettroacustica si fondono in un processo simbiotico, quasi alchemico, di esperienze ed avvolgente armonia. C'è il sudore che genera la fatica di concepire e fare musica. Per Domenico Canino vale quello che Bruce Chatwin nel "Le vie dei canti" a proposito del tempo dei sogni dice " gli uomini del tempo antico percorsero tutto il mondo cantando; cantarono i fiumi e le catene di montagne, le saline e le dune di sabbia. Avvolsero il mondo intero in una rete di canto e quando ebbero cantato la terra si sentirono stanchi". Direi stanchi ma pervasi da una sorta di euforia che ti prende quando cominci a pensare ad un altrove diverso dalla realtà conosciuta. Ecco, Hypnos Hypnos raccoglie questo respiro fino a che il suono si fa viscerale ed espanso ed allora Domenico Canino come un derviscio in una danza sacra esprime il suo ringraziamento agli dei del luogo coi suoi loops liquidi, pulsanti ed ipnotici, mentre una platea di randagi e cuori erranti, sotto una luna piena e consolante, veglia e partecipa attenta.

giovedì 5 dicembre 2013

Nothing Lighter



Nothing Lighter "is a blissful aural meditation" come recita il lancio della Monkey Records, etichetta neozelandese che ha pubblicato il nuovo lavoro di Rooms Delayed.
Rooms Delayed/Vincenzo Nazzaro è uno dei più promettenti musicisti e compositori italiani insieme ad Ornitology/Andrea Scevola, di entrambi ne abbiamo già parlato in precedenti post. E' veramente un'allegra e stimolante compagnia quella che si aggira per le strade di Bologna, città nella quale entrambi vivono e lavorano.
Vincenzo Nazzaro armato delle sue chitarre, e-bow, riverberi, delays e field recordings dipinge paesaggi sonori da cui si eleva, testimone attento, come in una sospensione, con la leggerezza di un suono discreto e intenso. In questo nuovo lavoro Rooms Delayed, maestro concertatore, accompagna in due brani, Mia e Suspicious Mind, con le sue textures la vocalist Cristina Pullano, il canto si fa strada piano piano, sembra spezzarsi a tratti in un respiro trattenuto in gola, come delle ingenuità di amori impossibili, per poi ricomporsi in un finale partecipato, maturo che vuole essere finalmente liberatorio. Rooms Delayed sembra mostrare di possedere una buona cultura visiva che rafforza la sua capacità di assemblare suoni in un linguaggio "assoluto", dove i vari elementi percettivi non possono essere separati tra di loro. Avevamo parlato tempo fa di un suono della memoria, che riempie quel remoto spazio interiore dove ogni uomo è solo nel suo mondo di mistero.   
Come dalle note di presentazione "Nothing Lighter rappresenta una speranza che qualcosa di nuovo e incredibilmente liberatorio può essere trovato. Dal momento che certe cose possono essere vissute solo attraverso l'ascolto, dobbiamo essere preparati ad ogni evenienza".