mercoledì 18 luglio 2012

attilio novellino: lost days






It had been a while since a piece of drone music comepletely blew me away. I have to admit that I was starting to think I was getting bored whit the genre. Then ot of the blue, an mail from someone I had never encountered before arrived offering me a piece of music for release. That piece was Lost Days. It was such a breath of fresh air. It sounds majestically simple of the surface, but as the sound continues, it expands and deepens, finding very dark places while always keeping the light in view. It is expansive and beautiful, taking the listener on an incredible journey over it's 24 minutes.

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venerdì 6 luglio 2012

Archiaro: hic sunt leones





Foto di Tommaso Cosco

Del tornare in un luogo e cercare nei ricordi di chi ci ha preceduto. E’ un sound felice quello che circola ad Archiaro, è un suono evocativo quello che erompe dalle pendici di questo angolo di Sila. Percorsi diversi e sotterranei, inconsapevolmente allacciati, si espandono in terminazioni nervose che creano fluidi che solo cuori aperti riescono a catturare. Sentieri inesplorati che convergono grazie ad una comunicazione che tiene conto dell'istinto e della creatività, sentieri accidentati che percorrono una propria mappa emozionale dove ad ognuno è affidata la responsabilità del proprio procedere, alla ricerca di quei segni che indicano la fine del viaggio. La reinterpretazione della realtà è affidata a chi ha il coraggio di mettersi in gioco, dando libero sfogo alle passioni e ai sentimenti.
E' la magia si ripete, perchè la magia è umana!
L'arte, il suono in particolare, ha un valore rituale molto importante, poiché sfugge alla razionalità per la sua ambiguità semantica e ci offre la possibilità di andare oltre. Spinti dal desiderio e dalla necessità.
In questi anni i più bei nomi della musica contemporanea, sperimentale, ambient, nazionale e internazionale hanno tenuto appassionate performances e splendidi concerti, facendo risuonare, nel buio delle notti, note come preghiere. Archiaro, come uno scanner che scandaglia l'anima di quanti si avventurano in questa stazione orbitante tra mondi paralleli.
Tommaso Cosco sa come ricreare le geometrie per un deep lestening che si eleva verso il cielo, questo anno ha voluto invitare Stefano Musso, Alio Die.
Alio Die è artefice e produttore della più importante etichetta di musica ambient in Italia, Hic Sunt Leones, qui ci sono i leoni, scritta che appariva nelle antiche mappe a tracciare i confini delle terre conosciute. Come musicista ha collaborato con Robert Rich, Vidna Obmana, Tuu ed altri ancora.
Magro e dinoccolato, Alio Die, come nascosto dietro la sua postazione, chino sui suoi numerosi strumenti acustici, tra cui appaiano zither, flauti e percussioni varie, sostenuto da loops e drones ha offerto un concerto a tratti magnetico, quasi religioso. Una musica discreta, ben inserita nel contesto e negli elementi naturali di Archiaro, di cui si è nutrita. E' la musica degli spiriti dei boschi, dei cercatori di verità, di quegli esseri invisibili che abitano contrade e popolano leggende, è musica che trae e da energia e che è capace di riprodursi e trasformarsi dallo scorrere dell'acqua come dal richiamo di una civetta. Ad Archiaro, Alio Die ha tenuto un concerto che ha travalicato i canoni dell'ambient, oltre la ricerca formale, indicando nuove direzioni. Deconsecrated and Pure. Sconsacrato ma comunque puro. Gino Dal Soler nel suo magnifico libro Trances & Drones così descrive la musica di Alio Die: “è indubbiamente sotterranea ma sottilmente gioiosa nel suo incedere rituale, dove il rito non è che un mezzo per condurre la parte più intima di se stessi vicino allo spirito degli elementi”.




Foto di ML



Foto di ML