martedì 26 giugno 2012

NOW #2




1. Pavement - Slanted and Enchanted

2. Brandlmayr/Dafeldecker/Fennesz - Till The Old World's Blown Up...

3. Killing Joke - Live Florence

4. Irisarri - Reverie ( repress )

5. Attilio Novellino - Through Glass

6. Arvo Part - Cantus in Memory of Benjamin Britten

7. Oophoi/Tommaso Cosco - Behind the Wall of Sleep

8. Alio Die - Deconsecrated and Pure

9. Food whit Molvaer and Fennesz - Quiet Inlet

10. Pausal - Autumnal

 








mercoledì 20 giugno 2012

Derek Raymond: e morì ad occhi aperti.





"Come si può insegnare agli altri il significato dell'esistenza, se non si è nemmeno capito che non se ne può uscire vivi?" 
"..non avrei mai dovuto cominciare a smascherare le falsità delle persone....se denudi qualcono fino al suo vero essere non gli dai alcune possibilità di sopravvivere. Menzogne e sotterfugi sono necessari, ci danno la possibilità di scamparla."

A Derek Raymond piacciono le Gauloises con filtro, Jean Paul Sartre, Dashiell Hammett, la birra e un paio di bicchieri di buon vino. Nato da una famiglia aristocratica, cresciuto tra Eton ed il castello di famiglia, Robin William Arthur Cook, meglio conosciuto come Derek Raymond, lascia presto la sua casa, abbandona i privilegi e le usanze dell'establishment per andare ad osservare il mondo dalla parte in ombra della strada. Gira mezza Europa, la Spagna, l’Italia e molta Francia, sbarcando il lunario, facendo molti lavori, alcuni dei quali al limite e oltre la legalità. Dal sud della Francia dove ha trascorso quasi dieci anni a mondare le viti, ritorna con un berretto che non abbandona mai come un talismano.

"Per essere un buon scrittore di noir, non basta pensare come parlano i delinquenti ma è indispensabile parlare con loro; non si può immaginare cosa si prova perdendo l’amore ma bisogna perderlo davvero, né come si vive per strada perché è necessario viverci; e per narrare la disperazione occorre diventare disperati. E questo è il motivo per cui molti romanzi etichettati come noir sono solo degli innocui polizieschi o gialli".

Il mio nome era Dora Suarez, quarto titolo del ciclo della Factory del Tenente senza nome è il capolavoro di Raymond, forse il più violento, dove la disperazione e le sofferenze della vittima passano direttamente all’investigatore e dove sono più evidenti le caratteristiche dello scrittore: la lucidità nell’indagare la società, la predisposizione a vedere il mondo circostante con gli occhi della vittima, il sentire pulsare nelle vene il desiderio di una giustizia che rasenta la vendetta, la pietà per i perdenti. La stesura del romanzo, durata diciotto mesi, lo fece vivere sull’orlo di un baratro, per il totale coinvolgimento emotivo. Un testo sofferto, scritto per entrare nei propri incubi, nel proprio intimo più nascosto, e che ha sovvertito i canoni tradizionali del noir.
E' la voce della coscienza che perde la ragione, per dirla come Ronald LaingPer Derek Raymond l'arte è un incontro riuscito con l'esistenza, la follia un incontro mancato.
Le sue opere più significative sono edite in Italia da Meridiano Zero.






domenica 10 giugno 2012

alio die@archiaro.it






GOCCE DI PIOGGIA INVECCHIANO NEL PROFONDO DELLA TERRA

MILIONI DI FILI D’ERBA IN SACRIFICIO PER IL TROTTO DEL CAVALLO

NEGLI OCCHI DELL’AQUILA L’IMPOSSIBILE VISIONE DI UNA PREDA NELLA NEBBIA



23 GIUGNO 2012 (ORE 16,00) www.archiaro.it