giovedì 26 maggio 2011

Désir








Accadde dal '75 al '77. Anche a Castrovillari. Il cielo cadde sulla terra.

Mi ritrovo in quegli anni sparato a folle velocità per caso...  una rivista un pò sgualcita, che cominciai a sfogliare incuriosito, parlava del movimento del '77...  ne riconobbi subito il logo ed i colori e fu un attimo ... durante la luna delle ciliege nere....Désir....

Désir divenne il trailer, il prossimamente di quello che succedeva in Italia.
Désir fa parte, subito,  dell'ala creativa che presto diventa il cuore pulsante del movimento di contestazione ( uno strano movimento di strani studenti ) e si inserisce nella tradizione dei movimenti controculturali in una logica di continuità con il futurismo, il surrealismo, il situazionismo e il dadaismo. La sua composizione e le sue rivendicazioni assunsero un volto diverso a seconda dei luoghi, dei momenti e dei bisogni.
Désir per tematiche ed esperienze privilegia un filo diretto con il collettivo bolognese di A/Traverso che fu tra i principali fautori della lotta per la liberazione dell’individuo dalla morsa del ciclo produttivo e capitalistico del lavoro e per lo sviluppo del lavoro "mentale".
Lavorare tutti, lavorare meno.

La comunicazione ebbe, senza dubbio, un ruolo centrale, il linguaggio sia scritto che orale faceva uso dell'ironia come arma di denuncia e di derisione. Una delle tecniche utilizzate, ripresa dalle avanguardie storiche, fu il détournement: oggetti o immagini, strettamente connessi alla società vennero sottratte alla loro destinazione per essere posti in un ambito diverso, laddove il significato originario si perdeva nella costruzione del nuovo insieme significante ( a volte senza significato).
Erano tante le riviste che nascevano, a volte non superavano il numero uno o erano singoli fogli, tra quelle più diffuse  A/Traverso e Zut..... Abiogenesi.....Désir.

Rimbaud, Lautrémont e i Canti di Maldoror, Majakosvky, Anti-Edipo e Rizoma, le radio libere, Radio Alice....Radio Babele... aria di libertà... Radio Babele con quella splendida terrazza sui tetti del paese.

La ricerca di nuove forme di linguaggio, le teorie desideranti di Deleuze e Guattari, il ruolo dell'individuo sociale e politico, la fusione tra arte e vita quotidiana, il rifiuto sistematico di qualsiasi precedenza del tempo di lavoro sul tempo di vita, un tempo di vita liberato dal lavoro, furono le tematiche affrontate nel numero di Abiogenesi e nei due numeri di Désir, insieme alle varie esperienze controculturali come quelle della beat generation e più generalmente dell'underground. Fu un intenso periodo artistico con una considerevole produzione letteraria, poetica, musicale...CSN&Y e la west coast, teatrale...lo spettacolo del Living Theatre...

Voce/Musica/Orgasmo/Rabbia/Lotta: “questa è pura dinamite, Tex!”

Volti sorridenti, anni intensamente vissuti.  Vite segnate... 
” affinchè... possano essere ricordate per l'avvento di quei giorni migliori, quando più in là, vi sarà chi sia in grado di capire” ( Philip K. Dick )

mercoledì 18 maggio 2011

CONTACT: il film











Negli ambienti più underground dell'arte contemporanea e tra i cinefili se ne parla come di una cosa rara, pochi l'hanno visto, un unico passaggio a Roma, al cinema Azzurro Scipioni di Silvano Agosti. Contact è il monolite di Kubrick che fa paura ai primati senza memoria, è una navicella per quanti vogliono salpare ed esplorare lo spazio interno, ma solo chi ha coraggio e chi voglia mettersi in gioco arriverà alla meta, senza guardarsi indietro titubante.


“ Ma come faccio a sapere dove andare?”
“ Non ci sono mappe ed il percorso si srotolerà man mano che il viaggio procede. Dovrai farti guidare dall’emozione. Ognuno di noi ha un proprio spazio personale, unico, fatto di ricordi, emozioni ed inconscio. I luoghi e gli spazi sono infiniti come le persone che hanno vissuto sulla terra, sta a te riconoscere quei luoghi e quei segni che ti indicheranno la meta. Segui la tua inclinazione, mettiti in gioco e dai sfogo ai tuoi sentimenti rimanendo fedele ai tuoi desideri. Usa la tua cartografia emozionale ed arriverai a conoscere tutto di te stesso.”
“ E per il ritorno?”


Fedele Tocci si denuda come un messia raccontando la sua storia che è la storia del mondo, piccole storie comuni a tanti, mischia materiali inerti con fluidi e liquidi in un impasto grumoso di nodi di smistamento, di incroci dove riconoscere il proprio cammino. E' difficile e riduttivo definire artista, nel modo tradizionale del linguaggio, chi, trascinato dalla corrente dei fatti e senza opporre alcuna difesa, ha fatto della propria esistenza uno schermo/corpo dove ognuno può ricordare, ricollocare e testimoniare gli accadimenti della propria storia.
CONTACT è formato da 11 episodi/quadri che affrescano come in una via crucis le stazioni della vita, ma qui l'autore si ferma all'undicesima stazione con Cristo/uomo inchiodato sulla croce e lasciato morire, poiché non c'è resurrezione in vite non rappresentabili ma che stagnano come liquidi che non trovano sbocco e che dopo un movimento circolare intorno a se stessi si posano e col tempo diventano acqua putrida. Un ironico sberleffo finale aumenta il disagio del disorientamento.
Today is to late. Oggi è troppo tardi perchè tutto è già accaduto, senza che ce ne accorgessimo.
L’autore cerca ed è portatore di un linguaggio in divenire, si muove in una sorta di terra di nessuno dove trovare la propria memoria in chi l'ha attraversata. Le cose sopravvivono ai cambiamenti, rimangono le cicatrici come fori da dove la luce fuoriesce inafferrabile. Non ci sono porte tutte chiuse e le storie non sono lineari come vorremmo.
Procede ad una autopsia in apnea ed il film prende corpo attraverso di lui.
Le immagini ora oniriche ora liquide e materiche si fondono con testi e musiche in un blocco unico che agisce come un semplice bioscanner che permette di scandagliare uno spazio fatto di ricordi, emozioni e inconscio.
Il soliloquio dell’anima e i rumori del mondo.
E comincia il viaggio.

Fedele Tocci vive e lavora  a Castrovillari
www.myspace.com/fedeletocci#!

venerdì 13 maggio 2011

La verità non basta

LA VERITA' NON BASTA
AUTOSERVICE - vol.4
Tropico del Capricorno di Henry Miller
progetto, realizzazione e regia: Luca Camilletti

con: Tessa Baldini, Daniela Bernardi, Matteo Brogini, Francesca Campigli, Giulia Comper, Massimo Conti, Anna Cudin, Ilaria Cristini, Anna Destefanis, Eva Viviana Di Giovanni, Emiliano Dini, Katiuscia Favilli, Ilaria Forzoni, Maria Caterina Frani, Andrea Galleni, Elisa Godani, Beatrice Innocenti, Linda Izzo, Alessandra Maoggi, Giulia Mannocci, Silvia Moneti, Marianna Pierozzi, Riccardo Ruscica, Laura Salvadori, Trudy Scroppo, Genny Steccone, Francesca Tritto, Francesca Uguzzoni.

tecnico: Marco Santambrogio

assistente: Sandra Garuglieri

maschera: Francesco Givone / Crea FX

produzione: AttoDue ( Laboratorio Nove C.I.T. )

sostegno: Mibac, Regione Toscana, Sestidee 

 

 

Il libro di riferimento chiama in causa l'autobiografia ed è qui usato per dubitare che esista un contrario di quella "scrittura della vita di sé" e ne strumentalizza il significato per aumentare l'arbitrarietà dell'invisibile. 

Essere civile significa avere bisogni complessi. E' terribile perché quando arrivi alla fine del mondo non hai nulla per sopportare il tuo peso, il peso della tua mancanza a te stesso. E un individuo, quando è davvero cresciuto, non dovrebbe aver bisogno di nulla.
Autoservice
è un progetto in 10 tappe, 10 volumi.
E' una carrozzeria.
Opere più o meno classiche della letteratura, vengono attraversate per brevi periodi di tempo di lavoro sulla scena, per essere sciolte dalla loro provenienza e drogate con ciò che resta del teatro.
La forma di esposizione, il formato e la durata possono essere atipici per il palcoscenico.
L'autoservice allude alla cura di oggetti ammaccati e alla fruizione leggera della sfogliatura a scaffale.


lunedì 9 maggio 2011

ML: I colori dell'inconscio







China, paziente, assorta, riempie fogli bianchi di geroglifici che acquistano un senso compiuto nel finito, come in un giardino zen dove la sabbia rigata dal rastrello diventa mandala, così gli strati di colore, confondendosi e sovrapponendosi tra loro, tracciano rotte e mappe interiori, rovesciano in immagini emozioni e sentimenti. Arduo è il percorso intrapreso poiché non ci sono segnali che indicano la via e sta in colui che guarda riconoscere la propria meta. Come moderne macchie di Rorschach, le figure composte dagli strati di colore rappresentano esperienze a ragione dimenticate che vengono evocate in atti di arcaica magia, strumenti e schermo dove proiettare le proprie dinamiche personali, distese in landscapes immaginifici traggono energia e nutrimento dalla messa in opera. Sono opera del pensiero e non del sogno, arte che non compensa, dove il ricordo del passato si incontra con la sensazione dell'attuale.
ML crea textures che ben si adattano ad essere rappresentate con field recording e altre sonorità fino a formare con esse un tutt'uno.

ML vive e lavora a Castrovillari.

giovedì 5 maggio 2011

Stella Polanski




Stella Polanski è il moniker scelto da un giovanissimo musicista di Barletta per  le proprie  produzioni sonore. Ha pubblicato nel 2010 il suo album d'esordio con la netlabel DNA Collettive, nel 2011 il suo passaggio a Laverna, prestigiosa label di Venezia, con cui presenta il suo splendido lavoro Ghost Window.
Utilizzando  chitarre, laptop (Ableton Live, Reaktor, Max msp e parecchi effetti) e vecchie tastiere, Stella Polanski disegna soundscapes aperti ad un eterno presente. Si muove con una notevole attenzione e maestria ai particolari e all'utilizzo dei plug in, i brani si muovono lungo percorsi vicini al dark-ambient ma sono luminosi come aperti verso larghi spazi, catturano immagini ispirati alla natura ed in particolare al mare che ha una profonda influenza sulla sua musica.
In Ghost Window i suoni sembrano fluttuare nell'aria come fantasmi riflessi in foto sovraesposte e nel mare come gocce della stessa onda. Floating boat è la barca che va alla deriva come una preghiera, abbandonate ormai le residue difese. E' la zattera di Aguirre, ormai folle e con lo sguardo allucinato che si lascia portare dalla corrente.
Un lavoro splendido e seducente.



http://www.laverna.net/releases/
www.myspace.com/stellapolanski

mercoledì 4 maggio 2011

Sentimental Machines: La cover ufficiale di L.E.V.



artwork di Leastupperbound


I Sentimental Machines hanno risposto al nostro precedente post, inviandoci la cover ufficiale di L.E.V. con la playlist completa. Ora non ci resta che aspettarne la pubblicazione. Forse per ottobre. Si dice.